Redout 2 è un gioco di corse futuristico ad alta velocità che riprende lo stile di F-Zero e Wipeout. Un gioco fatto da appassionati per appassionati di questo genere, o almeno è questo quello che pare giocando al nuovo titolo di 34BigThings. Come il suo primo capitolo, Redout 2 è un palese omaggio ai titoli di ispirazione, modificando e adattando alcune meccaniche così da poter confezionare un prodotto unico e migliore del primo capitolo.
34BigThings si è sempre mostrata capace di produrre giochi interessanti e divertenti, come Redout o Super Inefficient Golf, e ad oggi potremmo definirla una delle case di sviluppo con più di successo che abbiamo nel nostro Paese.
Questo non implica che Redout 2 sia un gran gioco, sfortunatamente no, ma è giusto evidenziare le qualità di un’azienda che si è impegnata a raggiungere traguardi importanti come la presenza al lancio di Apple Arcade con Redout: Space assault.
Redout 2 invece si presenta come un gioco divertente, ma solo per le prime e poche ore di gioco. Personalmente lo trovo un gran peccato perché adoro il gameplay di questo gioco e il senso di velocità che mi trasmette pad alla mano. Non è un’esagerazione dicendovi che potrebbe essere uno dei pochi giochi di corsa esistenti capace di trasmettere così tanto bene l’immedesimazione virtuale in pista.
“Io sono velocità”, ma su piste spaziali
Parlando un pochino dell’universo di Redout: L’intera galassia è stata essenzialmente trasformata in un progetto di corse spaziali da una manciata di Milionari, dove ogni area è stata nominata dal milionario investitore. A grandi linee, questo è tutto quello che sappiamo della trama, se non alcune piccole introduzioni all’inizio dei tracciati fine a se stesse. Potrebbe essere superfluo il comparto narrativo per un gioco del genere? Si, ma ciò non toglie che avere più informazioni di contesto sarebbe stato un dettaglio più che apprezzato.
Questa cosa è un gran peccato perché il world building dei vari tracciati sono dannatamente belli: Fuji, Il Cairo, la Fossa delle Marianne, Tokyo, la luna e persino un buco nero. Ognuna di esse è stata realizzata con una grande cura, tale che mi dispiaceva sfrecciare velocemente in pista evitando così di ammirare tutti i loro dettagli.
I percorsi si torcono, girano e tornano su se stessi e sembrano qualcosa di simile a un mega-ottovolante incrociato come la pista di Hot Wheels più elaborata del mondo. A parte tutto quello splendore visivo, i vari colori delle piste, spesso trasparenti o illuminati, rendono difficile la lettura delle trasformazioni dei tracciati ad alta velocità. Potrebbe risultare particolarmente difficile prevedere le svolte imminenti o i cambiamenti di quota, obbligando così il giocatore a impararsi a memoria le piste in maniera millimetrica.
Il design del veicolo ricordano moltissimo i giochi d’ispirazione citati prima, non vedendo nessuna parvenza di novità o design originale. Tutte le vetture possono essere aggiornate e dotate di migliorie che rendono più veloce il veicolo o con un adattamento più efficiente alla pista. Se invece pensavate di trovare armi, come lanciamissili, mitragliatrici o spara-gatti spaziali, mi dispiace deludervi ma non troverete nulla: Redout 2 non ha nessuna meccanica di combattimento veicolare. Dei possibili scontri sarebbero davvero difficili gestire durante la corsa, oltre che da realizzare potrebbe essere praticamente impossibile se si volesse mantenere la stessa qualità del gameplay.
La velocità di Redout 2
Quello che sicuramente è davvero pregevole di Redout 2 è il gameplay, chiaro e immediato, e l’enorme senso di velocità che ti trasmette. Questi due elementi sono fondamentali per la buona riuscita da parte di 34BigThings per “Il gioco più veloce dell’universo“. Forse il tutorial potrebbe risultare scarno, tralasciando alcune cose importanti.
Quello che accompagna perfettamente questa sensazione di velocità è il prestigioso comparto sonoro, composto da musiche adrenaliniche e coinvolgenti. Con un assortimento dal genere di dance ed elettronica, la colonna sonora di Redout 2 è funzionale ma generica, priva di tracce memorabili ma che trasmettono bene quella sensazione “futuristica” sempre ben apprezzata.
Nonostante sia facile da approcciare, l’esclusività di questo gioco, come il primo Redout, è rimasta invariata: gli avversari CPU sono un bell’ostacolo da superare con una difficoltà piuttosto alta. Sebbene i giochi di questo genere, come quelli di corse, è normale che non lascino spazio ad errori in pista per raggiungere un ottimo score, Redout 2 non si mostra capace di perdonare un singolo sbaglio, risultando eccessivamente punitivo.
Parte di ciò che rende difficile Redout 2 è un’adeguata assistenza durante le corse. Nonostante la mappatura semplice dei comandi, noi abbiamo la possibilità di eseguire diverse manovre con il nostro veicolo. Se queste sono scelte correttamente, doneranno al giocatore un netto vantaggio durante la corsa… peccato che per chi non è pratico di questo genere di giochi, li sbaglierà sempre. Anzi, non è detto che neanche li usi.
Se da una parte ci siamo noi che dobbiamo imparare il gioco, il ritmo incessante di un’IA capace di fare tutte le manovre perfettamente rendono il gioco frustante per chi non è pratico, portando qualsiasi giocatore a smettere di giocarci dopo la prima ora. Aggiunto a questo motivo, la scarsa rigiocabilità del titolo influisce negativamente sul periodo di gioco a lungo periodo.
La recensione in breve
Redout 2 è un degno seguito del primo capitolo, proponendo un'immersione di gioco maggiore e dei tracciati ricchi di dettagli. Peccato che oltre a questo non riesce ad andare, mostrandosi debole sull'accessibilità e i contenuti del gioco. Se da una parte abbiamo una mappatura dei comandi di facile comprensione, dall'altra abbiamo una scarna spiegazione su come applicarli correttamente, mentre gli avversari IA non sbagliano mai un colpo. Il gioco è eccessivamente punitivo, non permettendo al giocatore di fare uno sbaglio che l'IA lo sbaraglia in pista, risultando così snervante. Ottimo il comparto sonoro e grafico, che rendono il gioco molto godibile su quegli aspetti, ma che non riescono a bilanciare sufficientemente gli aspetti negativi.