15L’horror asiatico ha sempre mostrato una sua impronta stilistica, nel cinema così come nei videogiochi. Differenziandosi dai colleghi occidentali, il terrore in oriente è sovente narrato attraverso storie di spettri, con un forte accento sulla tensione per scuotere lo spettatore anche senza ricorrere alla truculenza. Titoli come White Day, Clock Tower o Haunting Ground introdussero con molti anni di anticipo, rispetto gli odierni Outlast o Amnesia, il concetto di survival horror puro. Il White Day giunto oggi su PC e Playstation 4 è un rifacimento dell’originale pubblicato nel 2001 dallo studio coreano Sonnori.
Il San Valentino orientale
Il Giorno Bianco è una festività romantica originaria del Giappone ma celebrata anche in Cina e Corea il 14 di Marzo, ad un mese esatto da San Valentino. Perché replicare l’evento a distanza di poche settimane però? Il motivo risiede nel modo in cui la festa è vissuta in Giappone, con la tradizione che a Febbraio siano le ragazze ad offrire lettere affettuose o cioccolato ai ragazzi. Da qui l’idea che 30 giorni dopo siano i maschi a ricambiare il favore, regalando del cioccolato bianco alle fanciulle. Il nostro protagonista difatti vuole fare colpo su di una compagna di classe con una sorpresa, facendole trovare in concomitanza con il Giorno Bianco, una confezione di cioccolatini dentro al suo armadietto scolastico. Per questo il malcapitato decide di intrufolarsi nell’istituto nottetempo, ritrovandosi però imprigionato da un cancello che si chiude alle sue spalle, come in ogni storia di spettri quale White Day in effetti è. Andando alla ricerca di una via di uscita però si scopre che il luogo non è deserto come normalmente dovrebbe essere a quell’ora. Altri studenti, tra cui la ragazza in questione, si trovano prigionieri nel liceo e alcuni di loro nascondono il motivo della loro presenza. Non aiutano le dicerie sui suicidi avvenuti nello stabile negli anni precedenti, che sembrano comprovate da inquietanti apparizioni soprannaturali. Come non bastasse un bidello in preda ad un raptus omicida effettua delle ronde nei corridoi uccidendo a colpi di mazza qualsiasi malcapitato.
Nemesis fa il bidello nel Liceo Garibaldi
Il nostro è solo un semplice liceale, pertanto scappare e muoversi con circospezione sono manovre essenziali, che condizionando il modo di esplorare l’area. Entrando nelle aule o uffici alla ricerca di oggetti o chiavi è importante accendere il meno possibile la luce per non mettere in allarme l’inseguitore, ricorrendo ad un accendino o spostandosi al buio. Allo stesso modo, correre alza il livello di guardia, rendendo preferibile il passo lieve. Qualora si venga scoperti dal custode invece bisogna seminarlo nascondendosi nei bagni o dentro una stanza. Un accenno di stealth che però mostra un game-design che non aveva ancora maturato a fondo l’implementazione di questa meccanica. Solo i bagni sono progettati espressamente come rifugio, in altre circostanze bisognerà improvvisare dietro qualche scrivania o banco, restringendo la possibilità di scelta. Il bidello invece effettua delle ronde piuttosto rigide e finisce per diventare una presenza fastidiosa che rallenta la progressione più del dovuto.
A livello di difficoltà Normale non è complicato seminarlo, ma il processo rischia di vanificarsi proprio per la mancanza di rifugi dedicati. A ciò si aggiunge la sua estrema efficienza, che a difficoltà elevate può essere davvero frustrante e causare game-over ingiustificati. La sua direzione di ronda inoltre può causare dei rallentamenti in alcune occasioni: per raggiungere una specifica stanza in fondo ad un corridoio a senso unico, aggirarlo non sarà una soluzione e bisognerà aspettare anche qualche minuto affinché lui si rechi in un’altra zona. Questa versione di Nemesis, insomma, stride contro delle meccaniche stealth abbozzate, che avrebbero dovuto offrire qualche possibilità in più per rendere funzionale il nascondino horror tipico di questo genere di giochi.
Gli enigmi richiedono a volte riflessione, altre volte il semplice reperimento di una chiave. Gli scontri con i boss invece enfatizzano ulteriormente il clima di paura aggiungendo un conto alla rovescia, obbligando a completare una missione prima del suo scadere. Queste fasi fanno sentire bene il senso di urgenza, tuttavia non risultano frustranti dato che il lasso di tempo è abbastanza generoso e durante il quale gli incontri con il bidello sono assenti. Meno efficiente il cursore, troppo piccolo, che complica l’interazione con porte e interruttori specialmente nei momenti concitati.
Shining ambientato a scuola
Graficamente White Day è davvero povero. E’ pur vero che si tratta di un rifacimento di un gioco del 2001, ideato con il motore grafico Unity e basato su di un progetto iniziale per cellulari, tuttavia la qualità è troppo bassa. Il dettaglio dei personaggi è poverissimo, mentre sono lievemente meglio i modelli ambientali (guai però a guardare fuori dalle finestre), tuttavia l’insieme resta gravemente insufficiente. Complessivamente sembra di trovarsi di fronte ad un gioco di almeno dieci anni fa. Nel 2017 la qualità media grafica è più alta anche solo nel panorama indie, con titoli come Outlast che pur si inseriscono nelle stesse fasce di prezzo ridotto di White Day (venduto intorno ai 30 euro). Questo rifacimento in origine doveva sfruttare anche i visori VR, tuttavia il supporto è stato accantonato in fase di sviluppo per motivi tecnici (o di fondi). Un peccato perchè in quel versante la carenza estetica avrebbe pesato di meno grazie alla forte atmosfera. In quest’ultima componente infatti il gioco di Sonnori funziona a dovere. Non solo le sporadiche apparizioni di spettri riescono a far sobbalzare l’utente, ma anche i documenti che raccontano particolari inquietanti fomentano il clima da brividi. A questo si aggiunge un uso ottimo degli effetti sonori: folate di vento, temporali, musiche inquietanti e altro ancora tengono sempre sull’attenti e aiutano a non rilassarsi mai.
Molto buona la longevità. Ad un primo giro l’avventura è completabile in otto ore circa, scrutando per bene nella scuola, con qualche game-over di mezzo, prendendosi qualche pausa per risolvere gli enigmi. Successivamente si può rigiocare per sbloccare gli altri finali (ce ne sono circa nove) e giocare nei panni di un personaggio secondario che si rende disponibile dopo aver concluso la prima escursione.
Pro
- buona atmosfera e clima di tensione sostenuto
- ampiamente rigiocabile con molteplici finali
Contro
- meccaniche stealth appena accennate mal si mescolano con l’IA al calibrata dell’antagonista
- grafica piuttosto scarna