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Recensione | Megaton Rainfall (VR)

Recensione di Megaton Rainfall. Il simulatore di supereroe in realtà virtuale permette ai giocatori di calarsi nei panni di Superman.
Francesco DovisBy Francesco Dovis21 Dicembre 2017Updated:27 Maggio 2019
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I dispositivi per la realtà virtuale stanno offrendo diversi tipi di esperienze: dai giochi horror, ai simulatori di guida e altro ancora. Manca ancora qualcosa però, come ad esempio mettere il giocatore nei panni di un supereroe, e questa mancanza viene ovviata da Megaton Rainfall.

I’m no Superman – Lazlo Bane

Il protagonista di Megaton Rainfall è un novello Superman, ancora inesperto e non del tutto patentato all’utilizzo dei suoi poteri, tuttavia subito chiamato in azione per scongiurare i disastri provocati da un’invasione aliena su scala globale. Tripodi e astronavi gigantesche hanno iniziato a bersagliare le città terrestri richiamando scenari degni de “La Guerra dei Mondi” o “Indipendence Day” e solo il nostro eroe può intervenire a salvarle.
Prima però bisogna prendere confidenza con le capacità sovraumane in modo graduale, familiarizzando con le meccaniche di volo, per poi imparare ad usare delle devastanti bolle esplosive e altro ancora, arricchendo le rosa di abilità mentre si prosegue con le missioni. L’uso attento dei superpoteri difatti non è un aspetto secondario e anzi, diventa essenziale per evitare il game-over. Scagliare una bolla esplosiva in modo avventato contribuisce a seminare morte e distruzione tra i civili e i palazzi, finendo addirittura per aiutare gli invasori piuttosto che ostacolarli. Attraverso un contatore viene segnalato il numero di vittime civili provocate dal conflitto e dalle azioni dei nemici, mettendo il giocatore nelle condizioni di fermare le incursioni il prima possibile, ma agendo responsabilmente. Qualora l’indicatore superi la soglia di guardia la missione è fallita e bisogna ricominciare dall’ultimo salvataggio.
Ogni livello prevede di affrontare diverse navi aliene, ciascuna dotata di forma, dimensioni, modalità di attacco e punti deboli differenti. Se le navicelle tentacolari vengono mandate ad attaccare direttamente gli edifici, le navi maestre invece si limiteranno a stagliarsi dai cieli sopra le metropoli, in attesa di caricare dei devastanti bombardamenti. Ogni bersaglio inoltre può essere danneggiato solo in determinati punti, impegnando il giocatore in un serrato movimento aereo per arrivare a tenere sotto tiro le zone scoperte. Le battaglie non lesinano in spettacolarità, mostrando mezzi alieni imponenti, che grazie all’effetto VR sovrastano letteralmente il giocatore.

Supereroe cercasi

Le fasi di volo diventano quindi il cuore dell’esperienza ludica, la parte in cui viene esaltato maggiormente l’aspetto scenico della realtà virtuale, ma anche dove emerge la sua difficoltà e sfida. Come anticipato, le cose si fanno complicate nel momento in cui la distruzione degli avversari deve tenere conto al tempo stesso anche dell’incolumità dei civili. Volare però è soggetto ad una curva di apprendimento graduale. Nelle fasi iniziali è possibile fare pratica librandosi sin sopra l’atmosfera terrestre, osservando il pianeta da lontano, per poi ritornare in quota, sfrecciando rapidamente verso l’orizzonte con un effetto davvero suggestivo ed efficace. Quando invece bisogna dosare i movimenti per inseguire i mezzi alieni, i quali si spostano spesso per sottrarre al fuoco i loro punti deboli scoperti, le cose si complicano. In combattimento il volo va utilizzato sapientemente e il giocatore deve padroneggiarlo partendo da magri risultati iniziali, che lo fanno sembrare più Ralph Supermaxieroe anziché Clark Kent. Nonostante possa sembrare ostico, il procedimento garantisce una discreta sfida e scongiura il rischio di trovarsi di fronte un’esperienza in RV all’insegna del walking simulator (o flying, bisognerebbe dire in questo caso), lasciando spazio per la giocabilità e mantenendo la componente ludica intatta.

Pro

  • Effetto volo reso con molta efficacia
  • Originale e ben studiato

Contro

  • Non offre molte situazioni diverse

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