Se c’è un genere videoludico che ha conosciuto un sostanzioso incremento negli ultimi anni è certamente quello delle avventure horror in prima persona. Non parlo esattamente di “survival horror” perchè spesso si confonde il genere creato da Biohazard/Resident Evil (che ha una forte componente action, shooter o entrambi) con un’altra derivazione che si concentra molto di più sull’esplorazione, la narrazione ed eventuali rompicapi da risolvere. Si parla quindi del genere più vicino a produzioni indipendenti di pregio come il bellissimo Amnesia: The Dark Descent ad opera di Frictional Games, titoli più vicini al cosiddetto “walking simulator” arricchito da atmosfere horror, una narrazione preponderante ed oggetti da raccogliere o enigmi da risolvere. A questo filone appartiene l’opera del team indipendente svedese Angry Demon Studio, primo gioco pubblicato che si ispira fortemente al folklore della loro terra natìa. Riuscirà Unforgiving – A Northern Hymn a distinguersi nel ricco e variegato panorama delle avventure horror in prima persona?
MOTHER NORD
Il gioco inizia in modo decisamente inusuale: a quanto pare impersoniamo una ragazza che è stata rapita. Ci ritroveremo infatti legati sui sedili posteriori dell’auto di un non meglio identificato tizio pelato che parla al telefono con un suo complice/amico. La faccenda non finisce come previsto: un calcio ben assestato alla nuca del rapitore e l’automobile si ribalta finendo in mezzo ad una foresta svedese: salta fuori che il sequestro è stato orchestrato da nostro fratello, ovvero il tizio che guidava l’automobile ormai da rottamare. Stanchi ma non domi, i due si mettono in marcia torcia alla mano per uscire dalla foresta e raggiungere un telefono e chiedere soccorsi…ma qualcosa si muove tra gli alberi. La foresta sembra ospitare creature che non sono di questo mondo, esseri che sembrano usciti da vecchi libri di fiabe nordiche. Perchè vivono in quel bosco apparentemente normale? C’è qualcuno dietro alla loro presenza?
Unforgiving – A Northern Hymn ha un enorme pregio dalla sua parte, una feature se vogliamo che fa da perno a tutta l’avventura e si rivela molto funzionale per un pubblico “non nord europeo”: l’ambientazione e l’ispirazione a miti norreni donano al titolo targato Angry Demon Studio un fascino del tutto particolare. E’ lo stesso principio per il quale la mitologia o le leggende nostrane hanno un che di “già visto” mentre (per fare un altro esempio di ambientazione più nota ma egualmente esotica) il folklore giapponese risulta più bizzarro ed inquietante. Le idee proposte in questo gioco funzionano alla grande e fanno molta presa se si ha una mentalità aperta ad esperienze particolari: è ovviamente necessaria una certa dose di sospensione dell’incredulità per immergersi a dovere nelle atmosfere offerte. Questo titolo fortunatamente gioca molto di più sull’ansia da esplorazione che sui maledetti jumpscares, ormai abusati in molte produzioni per ricercare lo spavento facile. Una soluzione “cheesy” che rende il gioco spesso odioso piuttosto che interessante ma che fa il gioco ai vari YouTubers pronti ad infarcire ogni video di gameplay con smorfie ed urla a favor di telecamera. Unforgiving – A Northern Hymn ha qualche momento di questo tipo ma per fortuna nulla di grave. Si esplora, si cercano indizi, si leggono libri e si apprende il lato oscuro della mitologia svedese.
ODINO FA PAURA
Nonostante gli sviluppatori stessi inseriscano il loro gioco nella categoria survival horror, tenevo molto a distinguere gli adventure horror con i veri e propri survival proprio per evitare incomprensioni da parte del lettore. Dal punto di vista del gameplay il gioco funziona molto bene quasi sempre, eccezion fatta per la libertà esplorativa lasciata al giocatore. Se da una parte questa caratteristica potrebbe ingolosire i molti appassionati di mondi aperti, a livello puramente meccanico la scelta non si rivela tra le migliori: considerate le ambientazioni oscure e nebbiose si ha spesso la sensazione di girare a vuoto da un posto all’altro perdendo un pò di mordente. A parte questo difetto il resto del gioco se la cava senza particolari intoppi ed è pure molto istruttivo se il giocatore ha una malsana passione (io ce l’ho) nello scoprire miti oscuri e spaventosi. Molti enigmi interessanti e dalla risoluzione intuitiva, pochi momenti in cui ci si ritrova bloccati: tutto sommato un’esperienza più che buona
Il comparto tecnico rivela qualche insicurezza non particolarmente grave, ma che identifica il prodotto indie per quello che è: forse gli sviluppatori hanno voluto osare troppo con grandi ambienti e mostri particolari, ottenendo a volte effetti nefasti. Vanno elogiati di certo gli oscuri meandri della foresta, le azzeccate scelte stilistiche nell’uso delle rune e di altre componenti del folklore svedese per arricchire le zone di gioco. Dall’altro canto però è spesso possibile osservare texture grossolane associate a modelli poligonali non propriamente perfetti. Idem per quanto riguarda le animazioni di personaggi e mostri: sicuramente è il peggior difetto di questa produzione. I movimenti sono spesso legnosi e poco rifiniti ed il modelli dei personaggi risultano grezzi nella maggior parte dei casi. Niente di particolarmente grave tuttavia, poiché l’esperienza di gioco riesce a salvarsi quasi del tutto grazie alle ottime scelte di design ed all’ambientazione che fa gran parte del lavoro. Buona l’idea di mantenere il doppiaggio in lingua svedese, caratteristica che aiuta a rendere il tutto ancor più alieno per un pubblico diverso da quello nord europeo. Unforgiving – A Northern Hymn è un titolo certamente non perfetto ma che rivela una sicura capacità nel game design del giovane studio svedese: con qualche rifinitura aggiuntiva il gioco avrebbe potuto migliorare ma considerata la prima esperienza degli sviluppatori è certamente lecito aspettarsi grandi cose da eventuali futuri progetti. Un gioco più che buono sotto tutti gli aspetti e che farà la felicità di chi cerca un’avventura oscura e diversa dal solito.
PRO:
- Ambientazione superlativa e decisamente intrigante
- Enigmi e situazioni variegate
- Setting ispirato e ben realizzato…
CONTRO:
- …che però cozza brutalmente su animazioni grezze ed alcune texture grossolane
- A tratti un pò lento forse a causa del perenne effetto nebbia e delle sezioni da “walk simulator”
Versione testata: PC
Voto: 8