Trails of Cold Steel III è un nuovo inizio ma anche l’inizio della conclusione della quadrilogia che in Giappone ha chiuso questo sottofilone della serie Legend of Heroes. Ed è proprio questa particolare caratteristica a rendere i JRPG di Falcom come delle vere e proprie saghe fantasy stratificate e costruite sapientemente al pari di un ciclo Tolkieniano, fatto di trame autonome, ma ambientate tutte nel mondo della Terra di Mezzo. Trails of Cold Steel è dunque una saga epica che si sviluppa sotto l’ombrello del mondo di Legend of Heroes, che include gli altri giochi “Trails of”, di cui condividono ambientazione, ma vicende e personaggi diversi.
Soldati – 365 giorni all’alba (di Marco Risi)
Usare il termine saga nel caso del protagonista Rean Schwarzer non è improprio. Nel primo capitolo abbiamo assistito ai suoi primi passi come cadetto e allievo della Classe Sette dell’accademia di Thors, da cui si è graduato diventando un eroe della guerra civile nel secondo episodio, sino a ritrovarlo in questo terzo, al principio di quella che è la sua carriera come ufficiale al comando di una sua unità. Rean adesso dirige una nuova Classe Sette che lo pone dall’alto lato della cattedra come insegnante, ma sempre brandendo una spada al posto del gessetto, perché scherma e lotta sono le materie di una scuola militare.
Cessato il pericolo dello scoppio di un conflitto interno al paese, la superpotenza di Erebonia deve preoccuparsi degli stati confinanti, pronti a muovere guerra dopo che le annessioni al regno di alcuni stati confinanti paiono aver turbato l’equilibrio geopolitico di mondo che fonde elementi ottocenteschi con tecnologia avanzata e fantasy. C’è quindi una compresenza di geopolitica, fantasy tradizionale e schegge di hi-tech che conferiscono un’identità molto originale ed interessante all’ambientazione di Trails of Cold Steel, rendendolo uno dei JRPG più originali degli ultimi anni. Lo stesso sviluppo dei personaggi tiene conto degli eventi e dei salti tra un capitolo e l’altro, facendo reincontrare comprimari degli episodi precedenti, anch’essi in veste diversa e arricchiti nella caratterizzazione.
La narrazione scandisce quindi una progressione tra un capitolo e l’altro molto approfondita, senza trascurare di sviluppare ogni figura anche all’interno dello stesso gioco. I dialoghi, per quanto piuttosto verbosi a volte, contribuiscono a caratterizzare bene ciascun membro della rosa di eroi, mantenendo alto l’aspetto narrativo anche in questo punto. Sul resto purtroppo è difficile scendere nei dettagli senza fare delle anticipazioni sui precedenti TOCS ed è anche l’unico limite in termini di fruibilità della serie. Per quanto questo sia un episodio che segna un punto di inizio di una nuova trama, ci sono davvero molti riferimenti che rischiano di non essere colti qualora non si siano giocati i primi due, al che bisogna consigliare a chi non abbia ancora provato questo jrpg di iniziare dal primo e usare questa recensione (o quella stessa del precedente) come presentazione delle caratteristiche salienti.
Il mestiere delle armi (di Ermanno Olmi)
Il sistema di combattimento è stato ulteriormente migliorato, introducendo nuove funzioni e raffinando la formula base. L’impostazione è sempre ibrida di un metodo a turni, ma con la possibilità di spostare i personaggi lungo la zona di combattimento per determinare l’area di effetto dei propri colpi e di quelli nemici. L’insieme risulta quindi ragionato il giusto per i canoni di un JRPG, ma anche leggermente più dinamico.
Sono ancora presenti gli attacchi di gruppo, che sono sempre un aspetto intrigante delle battaglie, in quanto stabiliscono azioni combinate tra i membri della squadra che, se ottimizzate, producono danni devastanti. La loro attivazione è sempre legata ai Brave Points, i quali però possono essere spesi anche per effettuare gli Ordini, una nuova opzione che conferisce per qualche turno dei bonus generici, ma potenzialmente mirati a funzioni più specifiche, come migliorare i punti magia di un mago, o le mosse di difesa del tank (incassatore) e via dicendo.
I nemici invece presentano una inedita seconda barra legata allo stordimento, la quale determina la vulnerabilità ad attacchi critici o addirittura la perdita di un turno. Questa funzione aggiunge un’ulteriore spessore alla gestione del combattimento, permettendo di vincere il combattimento in modo più vario rispetto alla semplice corsa ai punti vita. A volte infatti puntare allo stordimento degli avversari è più utile che non mirare direttamente alla loro resistenza principale. Per il resto rimane possibile equipaggiare abilità e magie grazie al sistema di Arts&Craft (arti e mestieri), che riprende aspetti da Persona o dalle materia di Final Fantasy VII, così come i minigiochi per dare più varietà alle attività da svolgere.
Comparto tecnico
Graficamente purtroppo Trails of Cold Steel III migliora di ben poco il già basso livello qualitativo precedente. Se i primi due episodi infatti erano decisamente al di sotto degli standard della Playstation 3 (ma anche di PsVITA) su cui hanno debuttato, lo stesso si può dire di questo terzo capitolo, il quale resta troppo lontano da ciò che l’hardware di Playstation 4 può offrire. Ben misera consolazione la frequenza stabile di 60 fotogrammi al secondo, dato che la qualità delle texture, dei modelli poligonali e delle stesse animazioni rimane gravemente insufficiente. La povertà di dettagli ambientale difatti è troppo marcata, così come i movimenti risultano spesso rigidi nelle scene d’azione, lasciando il comparto grafico ben sotto la soglia minima.
Tuttavia bisogna specificare che Falcom è una piccola software house che ha a disposizione fondi molto limitati e non paragonabili a quelli della concorrente Square-Enix, pertanto questo difetto è più un limite legato alle risorse che non una mancanza di perizia. La bravura degli sviluppatori infatti si mostra nella grande qualità del sistema di combattimento e nella costruzione di trama e ambientazione di gioco, che sono l’aspetto più importante per un JRPG e in cui tutta la serie di Trails of Cold Steel eccelle, come confermato da questo terzo.
Pro
- Ottima ambientazione e caratterizzazione dei personaggi
- Eccellenza del sistema di combattimento migliorata ulteriormente
Contro
- Comparto grafico gravemente insufficiente
Versione provata: PlayStation 4
Versioni disponibili: PlayStation 4, Nintendo Switch (primavera 2020)