Se soltanto quattro anni fa m’avessero detto che, un giorno, The Witcher 3 sarebbe girato su una console Nintendo, con buona probabilità mi sarei slogato le mandibole dalle risate. Per carità, quattro anni fa c’era Wii U e tra le mura di Kyoto non tirava propriamente quell’arietta fresca di montagna: certo è che, per immaginare Geralt e Nintendo uniti sotto la stessa egida, nemmeno la peggior sostanza allucinogena sarebbe bastata. Ma non è mai detta l’ultima parola, e se c’è una cosa che ci ha insegnato quel gioiellino di Switch nell’ultimo biennio è che, col giusto compromesso e un minimo di pazienza, nella diagonale ridotta dell’hardware nipponico ci può girare un ragionevole botto di roba. Incluso lo Strigo leggendario che viene dalla Polonia.
The Switcher 3, Wild Compression
Parlare di The Witcher 3: Wild Hunt nell’anno del Signore 2019, tutto sommato, è un qualcosa che potremmo tranquillamente definire pleonastico. “Eeeeeh?!” direte voi: è un prodotto così leggendario, iconico e strepitoso nell’universo videoludico che dovreste conoscere la biografia del signor Geralt di Rivia meglio del vostro codice fiscale. Ecco perché, in questa sede, andremo ad omettere un sacco di informazioni interessanti, che spaziano dalla nutrita letteratura di quel bel pacioccone di Andrzej Sapkowski alla trama vera e propria delle duecento e passa ore che v’attendono dietro l’angolo, spostando il focus sulla componente tecnologica di un porting che, già dal suo annuncio, appare più miracoloso del Miracolo di San Gennaro. Ma che dalla combo di Saber Interactive e CD Pojekt potessero uscire meraviglie, tutto sommato, è cosa nota già da tempo.
Punto uno, cosa bolle in pentola. Quella per Switch, come avrete sicuramente notato, non si chiama Complete Edition mica per caso: se già immaginavate fosse impossibile comprimere il solo The Witcher 3 per farlo girare su Switch, lo stupore raddoppia (anzi no, triplica) e in un sol colpo vi portate a casa pure le due meravigliose espansioni, Hearts of Stone e Blood and Wine. Cosa significa tutto questo? Tanto per iniziare, che dovrete fare i conti con grossomodo n’altre 100 ore di gioco e un addio indefinito alla vita sociale. Ma ancor più importante, è che per farci star tutto in 30GB scarsi (richiesti dalla versione digitale del gioco), dovrete mettervi l’anima in pace e andare a braccetto con un paio di compromessi tecnici non certo indifferenti.
Primo su tutti, inutile girarci troppo attorno, il downgrade grafico. Vi basterà infatti affiancare un qualsiasi filmato comparativo tra le versioni PC, PS4/XB1 e Switch del titolo per notare come, nell’ibrida Nintendo, i fasti grafici del capolavoro CD Projekt siano lontani. Molto lontani, a onor del vero: 540p la risoluzione di The Witcher 3 in modalità portatile, 720p (circa, giusto per fare il pelo all’uovo) nella variante docked. Il calo c’è e poche storie, si vede anche al buio: ne guadagna tuttavia il frame rate, ancorato pressoché costantemente a 30fps granitici anche stringendo l’hardware Nintendo tra le mani – ok, magari ogni tanto viene droppato qualche frame, ma nulla che possa minare seriamente l’esperienza di gioco.
A braccetto col drastico taglio di risoluzione va una resa cromatica decisamente meno intensa rispetto alle versioni precedenti, che offre a video delle tonalità più slavate e “spente” che sembrano vittime di un blur pressoché costante. Potremmo affermare che, in certe sequenze esterne, si ha quasi l’impressione di trovarsi tra le mani un gioco con una buona generazione sul groppone: e la presenza di alcuni immancabili glitch e di vari bug (alcuni dei quali risolti solo ricaricando la partita, cosa che speriamo verrà corretta a breve con le immancabili patch post day one) rincara senz’altro la dose. Eppure, e ribadiamo nuovamente l’eppure, anche a queste condizioni “depotenziate” l’avventura di The Witcher 3: Wild Hunt ha fascino e carisma a volontà, rendendo inaspettatamente meraviglioso il playthrough in modalità portatile – anche se, a onor del vero, la configurazione con un pad Pro è indubbiamente più indicata per godersi tutto al meglio. Certo, bisogna chiudere più volte il proverbiale occhio (specie quando i veterani dello Stringo noteranno una mole di dettagli mancanti da far accapponare la pelle), ma l’esperienza complessiva ne rimane comunque inalterata. Tradotto in poche parole, Saber e CD Projekt RED hanno fatto un secondo miracolo, che rende più che giustificati i sacrifici descritti – ampiamente ripagati da un gameplay che vabbè, continuerà a far scuola ancora per molto tempo.
Switch sì o Switch no?
La domanda fondamentale a cui tutti ora vorrete risposta, tuttavia, un’altra: “Che dici, li spendo sti 60 euro per giocare a The Witcher 3 su Switch?”. Ironia della sorte, non sarà certo chi vi scrive a rispondervi. Questo perché, se da un lato stiamo parlando di un titolo dal valore assoluto, che ha scritto col fuoco il proprio nome nella storia del medium e di cui si parlerà ancora per tanto, tanto tempo, dall’altro – e come comprensibile – il porting per Switch non aggiunge nulla a quanto già vissuto tempo addietro, nelle centinaia e centinaia di ore di playthrough. Di contro, tuttavia, poter indossare i panni di quel belloccio di Geralt in un’inedita modalità portatile ha un fascino ed un appeal mica da ridere, fattore che stravolge nuovamente le carte in tavola e rende comunque succulenta l’offerta di Nintendo (che ok, di offerta ha ben poco, visto che per le altre console potreste portare a casa l’intero menu per svariati eurini di meno). Come dicevano una volta, “in medio stat virtus”: quindi non aspettatevi nulla di più di quanto avete già visto, ma sappiate anche che giocarlo un’altra volta, magari a spasso, così male non è. Ovviamente, il sottoscritto non contempla l’opzione che “oh, ci credi che non ho mai giocato a The Witcher in vita mia?”, ma anche in questo assurdo caso vale quanto appena detto. Se poi siete così folli da esservi fatti scappare The Witcher 3 a tempo debito e aveste tra le mani soltanto l’ibrida Nintendo, beh, non dovreste essere qui a leggere queste righe. Piuttosto, a maledire la testardaggine della povera Rutilia.
PRO
- È The Witcher 3. Vi pare poco?
- Ci stanno pure i due mega DLC uno più bello dell’altro
- Dai su, non vi servono altri pro.
CONTRO
- Il downgrade tecnico è evidente come un calcio nei paesi bassi.
- Glitch non certo assenti e tempi di caricamento alle volte lunghi.
- Nessuna novità che spinga un veterano del franchise ad avventurarsi nuovamente in queste terre maledette.
Versioni disponibili: PC, PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch
Versione provata: Nintendo Switch