Nel filone dei puzzle game ad alta spremuta di meningi, quel sottogenere variopinto capitanato da titoloni allucinanti come The Witness, è impossibile non riservare uno scranno d’onore a The Talos Principle. Una perla, quella di Croteam, apparsa su PC nel lontano dicembre 2014 e, manco un anno dopo, approdata a sorpresa prima su Android e poi in una versione sfavillante per PS4, per essere seguita a ruota negli anni successivi da quelle iOS e, ultima, Xbox One. Un mix di logica ferrea e filosofia esistenzialista, quello creato dal team croato, che affidandosi a meccaniche estremamente intuitive e – permettetecelo – quasi basilari, riusciva a dar vita ad un climax di enigmi di difficoltà crescente contestualizzati in una cornice narrativa affascinante ed ammaliante, che culminavano in un finale per certi versi inatteso dove l’animo diabolico dei puzzle designer andava a braccetto con una scelta, tutto tranne che scontata, dalla quale sarebbe dipeso l’intero futuro dell’androide “con coscienza”, nostro intelligente alter ego per tutta l’avventura. Forte di un comparto grafico decisamente ispirato ma, più di ogni altra cosa, di un’atmosfera sospesa nel tempo, abile in egual misura a rilassare il giocatore con scorci poetici e a condannarne l’anima di fronte all’ennesimo enigma apparentemente irrisolvibile, The Talos Principle arriva con il suo carico di “Coito ergo sum” anche sull’ibrida di casa Nintendo con questa Deluxe Edition che contiene, oltre all’ottimo gioco base, anche l’interessante espansione Road to Gehenna. E non vi nasconderemo che sì, siamo ancora di fronte non solo ad un titolo che non invecchia di un solo giorno, ma all’ennesimo porting coi fiocchi per l’imbattibile Nintendo Switch.
Gli androidi malinconici sono tra tutti i più arguti…
Considerando quanto chi vi scrive facesse schifo alle superiori in filosofia, raggiungere l’epilogo di The Talos Principle potrebbe essere tranquillamente considerato un contrappasso, da un lato, e dall’altro un’espiazione (pure troppo) tardiva per tutte quelle ore spese inutilmente cercando di decifrare il vecchio pensiero esistenzialista, che tanto sull’essere umano, sul pensiero, su quello che vi pare ha disquisito per secoli. Non che i miei punti esperienza sulla filosofia siano aumentati sensibilmente, questo va chiarito, tuttavia mescolare un gioco ad enigmi logici alla logica filosofica di una decina di secoli ha indubbiamente un fascino magnetico, corroborato da una narrazione – firmata Croteam – che sì, pur senza strafare o inventarsi cose pantagrueliche, riesce a mantenere altissima la curiosità. Il tutto, inutile dirlo, nasce da una domanda tanto semplice quanto dilaniante: cosa ci permetterebbe di distinguere un uomo da un androide, una macchina o un’intelligenza artificiale, se potessimo sostituire la struttura fisica del suo pensiero con piccolissimi nanorobot in grado di replicarne ogni funzione? Se lo programmassimo per pensare, sostituendo le stesse cellule del cervello con elaboratissimi nano-computer, potrebbe essere considerato umano, in quanto pensante?
Ecco, benvenuti (o bentornati) al Giardino della Creazione di Elohim, con tutto il suo carico di dubbi, ragionamenti sillogistici e – ovviamente – enigmi da risolvere. Non ci dilungheremo in questa sede con ulteriori dettagli su trama, citazionismi o spiegazioni di finali multipli legati alla condotta di gioco del nostro alter ego robotico: impossibile però non lodare la raffinatezza e l’eleganza stilistica che permea ogni aspetto di The Talos Principle, sia che si parli di ordito narrativo (che straripa letteralmente di testi, citazioni, passaggi e riflessioni che spaziano tra concetti elevatissimi come coscienza e libero arbitrio) sia di impianto tecnologico, ammaliante e convincente anche su Switch tanto in modalità docked quanto, e soprattutto, portatile. La commistione di architetture antiche ed elementi futuristici (come computer, torrette o barriere magnetiche immerse in un colonnato con capitelli dorici – ah, se la mia prof di storia dell’arte leggesse questo pezzo…) è un catalizzatore per gli occhi, e regala passaggi estasianti capaci di distrarci da quello che è il vero focus del gioco: trovare tutti i “tetramini” – l’equivalente filosofico di chiavi futuristiche, che sbloccano l’accesso ad altre aree di gioco – e procedere a balzelloni verso la verità. O una delle possibili, probabilmente…
Ma gli androidi sognano pecore elettriche?
Parlando di giocabilità, è abbastanza implicito il debito che The Talos Principle porta nei confronti di quell’incommensurabile capolavoro che risponde al nome di Portal. Se tuttavia in quest’ultimo gli enigmi, pur essendo particolarmente elaborati, richiedevano comunque una certa abilità nella gestione del pad (o, quantomeno, di essere scaltri e abili nel muoversi col giusto tempismo), nel titolo Croteam questo passaggio viene pressoché del tutto abbandonato, affidandosi in toto alla logica nuda e cruda. In altre parole, le meccaniche base sono di una semplicità disarmante, ma se non userete a dovere la materia grigia, sarà pressoché impossibile uscirne vincitori. Per recuperare i sigilli (rossi e gialli) sarà necessario dedurre, studiare l’ambiente circostante con attenzione e concentrarsi anche su particolari all’apparenza secondari. Il tutto senza dimenticarci dei gadget che Elohim mette a nostra disposizione, come il Jammer (fondamentale per bloccare le numerose torrette armate disseminate nei vari livelli o sbloccare le altrettanto copiose barriere energetiche), il Connettore Laser (dovrete deviarne tanti, di laser, se non volete trasformarvi in un cumulo di rottami senzienti) o il fondamentale Cubo (che sembra una banalità, ma vi permetterà di raggiungere posizioni privilegiate o, parimenti, di piazzare oggetti utili nel posto più consono).
A questi si aggiungono il Registratore Olografico, la manna dal cielo quando si tratta di replicare oggetti utili, e altri orpelli indubbiamente utili: viene da sé, tuttavia, che la soluzione non richiederà mai di utilizzare uno solo di questi oggetti, ma di combinarli con intelligenza (anche in modi inaspettati), in modo da progredire allo step successivo. Dove trovare tutto sto ben di Dio? Semplice, seguite i sigilli Gialli piazzati nelle varie aree di gioco (e indicati dagli appositi cartelli): sigillo giallo significa gadget, sigillo rosso significa “accesso ad un nuovo piano della torre di Elohim”. L’aspetto più riuscito di The Talos Principle, che permane immutato anche su Switch, è proprio la versatilità di tali enigmi, che seppur prevedibili nelle battute finali offrono una sfida sempre varia ed avvincente anche ai cervelli più allenati. La varietà è dunque garantita, e seppur la soluzione di ciascun puzzle sia grossomodo unica, abbiamo notato che in un paio di livelli è comunque possibile “deviare” dal solco principale e improvvisare, con qualche trovata astuta. La curva di apprendimento, è bene sottolinearlo, è comunque piuttosto ripida: per ogni gadget verrà sì fornita una spiegazione sul relativo utilizzo, ma non aspettatevi grandi delucidazioni su cosa fare e come farlo. Del resto, siete degli androidi con un cervello super evoluto: i suggerimenti non si addicono alla vostra personalità.
PRO
- Narrazione strepitosa
- Puzzle design di livello incredibile
- Testi ben al disopra della media videoludica
- Un’opera validissima sotto TUTTI i punti di vista…
CONTRO
- … ma decisamente non per tutti.
- Alcuni enigmi possono essere un po’ snervanti.
Versioni disponibili: PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch, iOS, Android, PC
Versione provata: Nintendo Switch