Duole un po’ ammetterlo, ma all’incirca tre anni fa – quando The Park venne alla luce tra le quattro pareti di Funcom – in pochi se ne accorsero. Un peccato, indubbiamente, per un’esperienza horror breve ma dannatamente intensa, presa in prestito dall’universo del (forse) più noto The Secret World ma, a meno di un sottile rimando colto soltanto dai più appassionati del MMORPG Funcom, del tutto slegato dalle sue tematiche occulte post-apocalittiche. The Park abbraccia quel filone horror caro a Layers of Fear, giusto per citare un esempio più illustre, dove saremo braccati solo psicologicamente da un segreto che attanaglia la nostra coscienza – senza tuttavia mai essere in pericolo di vita. Ansia, parecchia ansia e la giusta dose di rivelazioni scioccanti, che ci accompagnano per circa novanta minuti verso un epilogo per certi versi inatteso. Un enorme giro in giostra insomma, per parafrasare il titolo, muovendoci su quel sottile filo del rasoio che separa la ragione dalla follia.
Life is a rollercoaster…
Pare incredibile, ma The Park si svolge pressoché interamente all’interno di un parco giochi abbandonato, teatro di misteriosi accadimenti costati la vita sia a membri del personale, sia a sventurati ospiti delle attrazioni in esso contenute. Un posticino macabro a dir poco, con una mascotte scoiattolo ancor più macabra dietro la quale (o forse è il caso di dire “dentro la quale”, considerando la mente perversa di colui che ne indossava i panni) sembrano snodarsi vicende di violenza, persecuzione e follia varia. La cosa più interessante, tuttavia, è che questo paradiso dei bambini è solo la cornice della mente di Lorraine, protagonista di un rapido incubo alla ricerca del proprio figlioletto, sfuggito per gioco dalle attenzioni della madre e, giusto per aumentare l’ansia, nascostosi da qualche parte all’interno dell’Atlantic Island Park. Che, in teoria, è già chiuso da una buona decina d’anni: ma allora che ci fa quel distino signore alla guardiola del parco, e perché ci suggerisce di andare a cercare Callum proprio là dentro, prima che cali l’oscurità? Questo, e qualcosina d’altro, compone il menu di weirdness e follia che sottende la sceneggiatura di The Park. Una sceneggiatura che, vale la pena sottolinearlo, ha l’indubbio fascino di attrarre come un magnete l’attenzione del giocatore, accompagnandolo (tra un giro sulla ruota panoramica e un altro su una folle montagna russa) in un vortice psicologico che tocca temi pesanti come la depressione, la schizofrenia, l’amore per il proprio figlio che si deteriora irrazionalmente sino a sfociare in odio autodistruttivo. Non aggiungiamo altro a tal proposito, laddove vi basteranno davvero novanta minuti per venire a capo della lucida follia di Lorraine: di certo, al netto dei richiami evidenti a P.T. nelle battute finali, gli scrittori di casa Funcom hanno imbastito un racconto convincente e ricco di dettagli, capace magari non di terrorizzare il giocatore, ma quantomeno di turbarlo al punto giusto. Specie in chiusura…
L’ultimo giro di giostra…
The Park, dopo il tiepido esordio su PC nel corso del 2015, approdò con risultati decisamente peggiori l’anno seguente su PS4 e Xbox One, dove un comparto tecnologico leggermente troppo datato e un frame rate non eccessivamente stabile finirono per minare anche quanto di buono fatto dal tessuto narrativo. Certo, gli stilemi ludici del walking simulator di matrice horror/weird non sono di facile gusto, seppur altri titoli del genere (The Vanishing of Ethan Carter, ad esempio, o il già citato Layers of Fear) hanno saputo mostrare, negli anni, il potenziale di tale genere. Ma non fu il gameplay, per quanto semplicistico, a condannare la creatura di Funcom, che torna tutto sommato in buona forma in questa conversione per Nintendo Switch. Il “tutto sommato” rimane d’obbligo, visto e considerato che se in modalità “handheld” l’esperienza risulta godibile e piacevole allo sguardo, basta connetterlo ad un pannello ragionevolmente grande per accorgersi di come gli anni pesino: il risultato è decisamente più simile alla versione PC, per fortuna, ma la forte compressione delle sequenze video, una texturizzazione non sempre uniforme e l’eccessiva predilezione per le tinte buie (che a tratti rendono difficile pure progredire lungo un corridoio) non giocano certo a favore. Al netto dei propri limiti, The Park risulta comunque giocabile senza troppi intoppi, permettendo al giocatore di muoversi con il proprio ritmo – ed è consigliato esplorare il più possibile lo scenario ridotto, per approfondire al meglio tutti i dettagli del background di Lorraine e Callum. Del resto, nella testa di ciascuno di noi echeggia ancora in lontananza la voce stridula del Babau, dell’uomo nero che ci attende paziente nell’oscurità: lo stesso vale per Lorraine, soltanto che in lei quell’eco è decisamente più forte.
PRO
- Sceneggiatura interessante e ben narrata, con climax finale memorabile.
- In modalità handheld, la direzione artistica riesce a coprire l’età (e i difetti) del comparto tecnologico.
- Direzione artistica affascinante.
- Lo facessero in VR, sarebbe una mezza bomba.
CONTRO
- Longevità molto stringata
- Walking Simulator nudo e crudo, con interazione ambientale limitata alla raccolta dei collectible e pochissimo altro.
- Tecnologicamente datato, basta giocarlo in modalità docked per notare una texturizzazione incerta e altre magagne di varia natura..
Versioni disponibili: PC, PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch
Versione provata: Nintendo Switch