Si parla molto di emozioni nei videogiochi di questi tempi, abituati ad una narrativa che cerca di scuotere l’animo del giocatore con emozioni forti, veicolandole talvolta anche in contesti avventurosi o fantastici. Tuttavia nel mondo delle visual novel c’è anche chi cerca una dimensione più umana per parlare di sentimenti, lontano da ambientazioni fantasiose, sollecitando l’emotività senza però strattonarla.
Vienna Belle Epoque
The Lion’s Song è un’avventura grafica che narra di tre persone, intente a creare i loro capolavori sullo sfondo di una Vienna dei primi del 900. Una pianista, un pittore e una matematica, tutti alle prese con amore, insicurezza, difficoltà; imbastendo delle storie umane intimiste, con molti punti in comune nella quotidianità di una persona qualsiasi.
Wilma è una giovane musicista con la responsabilità di comporre un’opera sulla quale il suo mentore ha gravato il pesante fardello dell’aspettativa, obbligandola a presentarla ad un importante evento a teatro. Franz è un pittore che affascina gli intenditori d’arte grazie alla sua capacità di rappresentare su tela la personalità dei suoi modelli, tuttavia una componente essenziale sembra mancare ai suoi quadri. Emma è una matematica che cerca di farsi strada e presentare le sue teorie in un ambiente accademico rigidamente chiuso. Le loro vicende non sono soltanto storie di affermazione personale: che sia una musica, un quadro o un teorema, sono le riflessioni maturate nel corso del processo creativo a sconvolgere i protagonisti ben più del successo. Qui emerge la forza narrativa di Lion’s Song, basata su situazioni verosimili, in grado di contenere risvolti toccanti, con una loro poetica viva e pulsante. Il titolo di Mi’pu’mi Games mostra come non sia necessario usare espedienti, come morti, melodramma o situazioni tragiche, pur di suscitare commozione ed emozioni attraverso un videogioco.
Mitteleuropa fuoriuscita da un Game Boy
Vienna è composta con una grafica pixel decisamente curata, ricca di dettagli, ben animata e con un’interessante tricromia simile a quella dello schermo del Game-Boy per accentuare il senso retrò da belle-epoque. Al suo interno non solo si incontrano figure storiche come Freud, Klimt e Wittgenstein con cui interagire, ma gli stessi protagonisti, pur senza incontrarsi di persona, finiscono per conoscersi attraverso le loro opere, creando un filo conduttore formato da arte, scienza e amore). Gli episodi complessivi sono però quattro, riempendo l’ultimo capitolo con un epilogo e un’ulteriore approfondimento dei personaggi attraverso i racconti di alcuni comprimari, a loro volta sapientemente caratterizzati in poco tempo.
Sono inoltre presenti diverse scelte e azioni con cui incidere sull’andamento della storia, cambiando qualche dettaglio pur senza stravolgere la trama di fondo. Un meccanismo simile a quello dei giochi TellTale con cui garantire una leggera rigiocabilità.
The Lion’s Song è disponibile in formato digitale su PC e Switch, al prezzo di 10 euro.
Pro
- storia e personaggi molto curati
- grafica molto suggestiva
Contro
- un capitolo aggiuntivo sarebbe stato gradito