Chiariamo subito una cosa: questo non è un gioco di Go Kart. In passato Sumo Digital ha proposto dei titoli di Kart con i personaggi più rappresentativi di Sega nella serie All Star Racing, tuttavia questo è un progetto diverso. Non basta quindi il suo approccio non simulativo e la presenza delle mascotte per renderlo automaticamente “un gioco di Kart”, Team Sonic Racing si riallaccia invece più ai titoli di auto della Sega di un tempo, quei Sega Rally, Daytona o persino Outrun, mescolandoli però con l’aggiunta di alcune trovate più creative.
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La grossa novità introdotta da Team Racing è indicata dal titolo stesso: la squadra è diventato il tema centrale, su cui si sviluppa la giocabilità in ogni suo singolo aspetto. Il giocatore quindi non affronta più la corsa da solo, ma insieme ad altri due compagni, i quali contribuiscono al punteggio complessivo ciascuno sulla base del proprio piazzamento a fine gara. Per decretare l’ordine sul podio infatti si tiene conto del risultato complessivo di tutti e tre i membri, pertanto qualora uno arrivi anche primo, ma gli altri due ultimi, il piazzamento del gruppo sarà più basso rispetto ai rivali che hanno tagliato il traguardo occupando il secondo, terzo e quarto posto.
Sulla cooperazione si articolano anche altre meccaniche, prima tra tutte la “fionda”, ovvero una specie di scia gialla lasciata lungo la pista dal membro della squadra che si trova più avanti. I compagni che seguono la scia ottengono un aumento di velocità e qualora ne escano dopo aver accumulato accelerazione, ottengono una spinta ulteriore, proprio come fossero stati lanciati da una fionda.
In contemporanea si possono condividere i contenuti delle scatole sparse lungo il tracciato, per regalare i propri bonus ai compagni. Chi si trova in testa magari ha meno bisogno di un acceleratore turbo, pertanto con un apposito tasto potrà cederlo ai compagni rimasti indietro, oppure richiedere una corazza per difendersi dagli attacchi e via dicendo.
Il cuore di Team Sonic Racing è quindi molto originale, proponendo un sistema con cui affrontare i giochi di corse davvero innovativo e interessante. Rispetto ad un modo manieristico di intendere il genere, qui si trova una volontà di innovare che nel campo degli arcade non realistici sarebbe opportuno avere più spesso, specie per via della natura fantasiosa di questa categoria consente.
Il circuito di Nurburg-Ring
Il lato guida tuttavia appare però troppo semplice, al punto da diventare semplicistico. I comandi sono molto immediati e intuitivi, tuttavia l’esperienza di guida è estremamente ridotta e manca di qualche piccolo accorgimento nella gestione del veicolo e delle derapate, tale da conferire maggiore profondità al tutto. La pulizia dei movimenti e delle collisioni del veicolo non è sempre perfetta e talvolta ci si ritrova in qualche bizzarra gincana e testacoda.
La stessa manovra della derapata, risulta troppo facile da fare, dato che il grilletto sinistro sostituisce in pieno il pulsante della frenata, rendendo il tutto al limite dell’automatico e togliendo qualche opzione che avrebbe dato più materiale a disposizione dei giocatori esperti con cui sbizzarrirsi.
Sotto questo aspetto non sembra esserci stato un grosso lavoro di playtest e limatura della giocabilità, limitandosi forse a proporre qualcosa tarato su di un pubblico molto giovane e alle prime armi, ma senza aggiungere uno strato di spessore ulteriore. Un confronto con l’illustre concorrente Mario Kart viene spontaneo, al punto che la grossa differenza tra i due titoli sta forse proprio nel doppio approccio consentito dal titolo Nintendo, che risulta sì facile e fruibile per i principianti, ma che aggiunge anche diverse raffinatezze nella gestione del turbo e di altre manovre, tali da irrobustire il comparto ludico a beneficio di chi cerchi un’esperienza di guida arcade, ma più complessa e ricca.
Tra le modalità di gioco è presente una campagna per giocatore singolo, composta da sette capitoli, ciascuno riempito con gare e competizioni che vertono su compiti variegati. Oltre alle classiche corse (in cui si verrà affiancati da due comprimari gestiti dal computer), sarà possibile anche lanciarsi in gare di distruzione di bersagli, o sfide all’ultima derapata. Se da un lato è apprezzabile il voler inserire diverse cose da fare, per non far sembrare il tutto più ripetitivo (e questa varietà nel single player in effetti manca in Mario Kart 8), dall’altro però è proprio nel cimentarsi in compiti misgti che fa emergere l’eccessiva semplicità del sistema di guida, rendendo alcune modalità secondarie non molto convincenti o appaganti. La formula migliore con cui cimentarsi resta quella che impiega le buone idee proposte, ovvero la gara a squadre di tre. Tutto il resto intrattiene, ma non sempre convince. In aggiunta è possibile giocare in locale contro degli amici, oppure lanciarsi online.
Sonic, il re della velocità anche su quattro ruote
Nell’officina invece si può personalizzare il veicolo con decorazioni estetiche, ma anche aggiungere pezzi che cambiano i valori di ciascun mezzo. Le modifiche sono studiate per garantire bonus su alcune caratteristiche, così come malus su altre, onde evitare che cambiando l’assetto dell’auto si ottenga un semplice potenziamento che crei un distacco tra principianti ed esperti.
Il problema tuttavia risiede nello sblocco di queste, che si ottengono casualmente aprendo l’equivalente di una lootbox. Questa elargisce pezzi usando però soltanto una valuta interna, accumulabile finendo la campagna o gareggiando online. Rimane lo stesso un sistema totalmente aleatorio, che non permette di scegliere le parti per i propri piloti preferiti.
In concetto di personalizzazione infatti serve a smussare le grosse differenze tra i membri di ogni squadra, i quali sono divisi per Velocità, Tecnica e Potenza. I primi puntano sulla maggiore rapidità, i secondi sulla manovrabilità e sull’ignorare il rallentamento sullo sterrato, mentre i terzi possono sfondare ostacoli senza accusare il colpo. Il metodo migliore pertanto sarebbe stato consentire lo sblocco del pezzo che si vuole ottenere, senza passare attraverso la solita lotteria, che pur senza sfociare in microtransazioni, rimane comunque una soluzione farragginosa.
Il comparto grafico è buono. Nonostante una frequenza dei fotogrammi non sempre granitica (intorno ai 60 su Playstation 4 e Xbox One, mentre su Switch si riscontra un dimezzamento a 30 fotogrammi, proprio come avvenne con Sonic Forces), il gioco è fluido e stabile quanto basta per garantire delle gare che scorrono senza intoppi. I circuiti sono assemblati con ambientazioni classiche dell’immaginario platform a cui Sonic ha abituato il suo pubblico, pertanto sia le zone sabbiose e marmoree, così come il circuito tecnologico o lo scintillante casinò (e altri ancora), saranno scenari perfetti come fondale, offrendo sia una differenziazione estetica soddisfacente, sia trappole e ostacoli capaci di rendere più pepate le competizioni. Tutte le piste sono comunque bene costruite, piene di passaggi secondari, salti e ogni sorta di trovata sia lecito aspettarsi da questo tipo di gioco. Molto buone le musiche, che propongono sonorità estremamente varie e vivaci, riarrangiando a tratti anche temi storici dei platform legati a Sonic.
Pro
- meccaniche originali e davvero calzanti per un gioco di corse arcade
- buona campagna per il gioco in singolo
Contro
- non tutte le idee sono implementate in modo convincente
- generalmente poco rifinito su diversi aspetti
Voto: 7.5
Versione Provata: Playstation 4
Disponibile per: Playstation 4, Xbox One, Switch, PC