Se non apprezzate le avventure grafiche, genere glorioso che ha segnato di fatto un’epoca a cavallo tra gli anni ’80 e la fine degli anni ’90, probabilmente il nome Benoit Sokal non vi dirà nulla. Il primissimo Syberia, uscito ormai nel lontano 2002, si è rivelato (inaspettatamente) di grande successo ed ha riscontrato ampio consenso di critica ed utenti grazie alla narrazione intrigante e l’ambientazione inusuale. Syberia 2, arrivato a soli due anni di distanza nel Marzo 2004, ha proseguito sulle orme del predecessore regalando un’altra esperienza da ricordare seppur con qualche minuscola mancanza a livello di narrazione e giocabilità. A distanza di 13 anni (!!) approda su Steam la terza incarnazione delle avventure nate dalla collaborazione tra lo scrittore belga e Microids: riuscirà Kate Walker a catturare di nuovo la nostra immaginazione con Syberia 3?
UN FREDDO RITORNO
Gli eventi riprendono in mano la storia lasciata dal capitolo precedente: l’esplorazione di quelle gelide terre diventa improvvisamente più ampia con l’introduzione del 3D. Non più i classici fondali renderizzati quindi, ma un’ambientazione completamente costruita con poligoni che lascia (dovrebbe lasciare) al giocatore una grande libertà d’azione e di movimento. Il primo ed il secondo capitolo della serie si sono fatti apprezzare all’epoca dell’uscita per una narrazione sapiente e per una protagonista decisamente credibile ed “umana”: Kate Walker, con le sue imperfezioni, rappresentava un perfetto main character da affiancare al geniale inventore Hans Voralberg. Se il primo Syberia introduceva l’ambientazione steampunk tipica della serie e colorata con tinte fosche quasi “Burtoniane”, il secondo capitolo chiudeva alla perfezione l’arco narrativo di questa apprezzata miniserie facendo immaginare che il terzo episodio non sarebbe probabilmente mai arrivato. E, come spesso accade, sarebbe stato davvero meglio così.
Syberia 3 utilizza, come dicevamo, un nuovo stile grafico 3D che va a soppiantare i vecchi fondali fissi tipici della serie ma la situazione non migliora per nulla, anzi peggiora vistosamente. Nonostante tutto sembra ancora di muoversi in un ambiente “fisso” e poco interattivo, ancor di più se confrontato con i giochi precedenti: i modelli poligonali dei personaggi risultano assai scadenti in generale, così come gli ambienti creati attorno a loro. Il risultato finale del passaggio alla terza dimensione è decisamente negativo con un sistema di controllo legnoso e poco piacevole da utilizzare: per quanto fosse “datato”, forse sarebbe stato meglio mantenere l’impostazione grafica e di controllo dei precedenti capitoli e dedicare una maggior cura alle interazioni con l’ambiente piuttosto che spostare il tutto su un 3D chiaramente forzato. La qualità generale grafica è sotto la media ed i controlli legnosi fanno il paio con una gestione dell’inventario macchinosa che non aiuta certamente il giocatore a godersi appieno la storia. Già, la storia: proprio quella cosa che ha sempre marcato una linea netta tra le avventure di Kate Walker e la concorrenza. Per ovvi motivi non è possibile parlare della trama in sede di recensione su un’avventura grafica per non guastare l’esperienza ludica, ma in questo caso non c’è purtroppo molto di cui gioire.
IL NUMERO IMPERFETTO
Syberia 3 propone infatti il proseguo delle avventure di Kate dopo gli eventi narrati nel secondo capitolo, ma la storia appassionante fatta di problemi quotidiani metaforizzati e sapiente narrazione sembra un lontano ricordo. E’ difficile raggiungere l’eccellenza vista nel primo capitolo, e già il secondo aveva in parte arrancato su questo fronte ma Syberia 3 rappresenta un vero e proprio tracollo verso livelli bassi. Ci sono momenti interessanti ovviamente: enigmi intriganti, alcune parti della storia convincono e mantengono intatto il “fascino” della serie ma si tratta purtroppo di radi spiragli di luce in un mondo di tenebra. I puzzle presenti nel gioco sono la parte che più richiama le glorie passate di questo brand, almeno fino a quando non ci si scontra con il già citato sistema di controllo legnoso e con la gestione del menù di gioco. In generale non è tanto il funzionamento di alcuni singoli elementi quanto dell’interazione che hanno tra loro: risulta spesso impossibile raccogliere oggetti se non si ha prima avuto una conversazione con un determinato personaggio (??) e la sensazione generale è quella di ritrovarsi su un percorso fissato a tappe ben precise che vanno rispettate forzatamente. Molti potranno dire che “tutte le avventure grafiche sono così” ed in parte è vero, ma l’astuzia della narrazione sta proprio in questo: raccontare una storia lasciando che il giocatore si senta immerso nel mondo di gioco senza sbatterlo qui e là senza un apparente motivo logico. Il terrificante sistema di controllo non aiuta certamente l’esplorazione, soprattutto a causa di alcune scelte di game design poco felici: spesso è accaduto che un’errata gestione della telecamera si traducesse in continue entrate/uscite accidentali da una location.
Ad aggiungere altra massa negativa ad un gioco già in gran parte compromesso soprattutto in termini di narrativa, ci pensa il comparto sonoro: i temi musicali fortunatamente si salvano in gran parte regalando alcune genuine emozioni, ma il terrificante doppiaggio in inglese infligge la stoccata finale. Tralasciando l’assenza della sincronizzazione del labiale (o lip-sync se preferite) con le frasi pronunciate, difetto perdonabile, ci si imbatte in un doppiaggio di scarsissima qualità ed identificato per la maggior parte dalla quasi totale assenza di reale interpretazione. La stragrande maggioranza dei dialoghi è piatta e con recitazione praticamente assente: un difetto non da poco considerato che i dialoghi da ascoltare sono molti. Un’ultima nota positiva, strettamente legata ai dialoghi, è rappresentata dal sistema a scelte multiple che permette di sbloccare oggetti da raccogliere e nuove informazioni. Syberia 3 rappresenta purtroppo un punto molto basso (il più basso in effetti) raggiunto da questa serie: una mini-collezione di avventure grafiche che hanno di fatto segnato una personalissima epoca ma che ora sembrano fuori tempo massimo, sia a livello stilistico che narrativo.
Pro:
- Mantiene in parte intatto il fascino di Syberia
Contro:
- Tecnicamente povero ed arretrato
- Trama poco incisiva
- Controlli legnosi e gestione confusionaria del menù