I vecchietti del settore videoludico come il sottoscritto hanno diversi “idoli” da apprezzare: se poi si parla di Richard Garriott AKA Lord British i miei occhi si illuminano perdendosi in un mare di ricordi. Erano gli ultimi anni ’90/primi anni 2000 e la mia giovine connessione 56k gracchiava incessantemente per consentirmi di tuffarmi in Ultima Online, titolo pioniere del genere MMORPG che di fatto ha creato per la prima volta un fenomeno globale di interconnessione tra utenti in un mondo fantasy ad espansione e variazione continua. Una caratteristica unica del mondo di Ultima Online era l’ampia competizione tra giocatori: potevi rubare dalle borse altrui, ingaggiare duelli senza il minimo preavviso, depredare i corpi di chi avevi ucciso. Di fatto girare per il mondo era un’esperienza unica che mescolava terrore e meraviglia: terrore nel veder scomparire settimane di lavoro per recuperare oggetti o materiali da crafting, meraviglia nello scoprire luoghi nuovi “personalizzabili” grazie alla possibilità di costruire la propria abitazione customizzata. Oggi arriva su Steam Shroud of the Avatar: Forsaken Virtues, progetto finanziato tramite Kickstarter che porta le firme di Richard “Lord British” Garriott e Tracy Hickman, autore ed ideatore del mondo di Dragonlance.
L’AVATAR DEL NULLA
Una cosa che ho sempre personalmente apprezzato dei lavori di Richard Garriott è l’ambientazione: a differenza della maggior parte degli sviluppatori di videogiochi europei/anglofoni che puntano su stili realistici e decisamente “marroni”, Lord British ha un immaginario molto più simile a classici fantasy sullo stile de “La Storia Infinita”. Questo feeling è saldamente mantenuto in Shroud of the Avatar, ambientazione fantasy che porta il giocatore a creare un personaggio senza una specifica classe predefinita. Le abilità vengono migliorate con l’utilizzo e spaziano tra skill combattive e skill lavorative utili per creare oggetti ed armi/equipaggiamento: chi ha passato ore ed ore della propria vita su Ultima Online capirà bene cosa si prova nello sviluppare un personaggio lentamente e con fatica per poi apprezzarne i risultati. Il mondo di Shroud of the Avatar (che d’ora in avanti potrei abbreviare in SotA) è New Britannia, una terra devastata da guerre e che deriva direttamente dal “vecchio mondo” di Sosaria/Britannia, ma le similitudini con la serie Ultima ed in particolar modo con Ultima Online finiscono qui. SotA si rivela dopo pochissimo tempo per quel che è: un tremendo guazzabuglio creato con una mentalità che personalmente fatico a concepire.
Tralasciando per il momento il comparto tecnico (ce ne sarebbero da dire, ma rimando a tra poco) mi concentrerò sul gameplay: è difficile pensare che autori di videogiochi competenti come quelli messi in campo per creare SotA possano davvero approvare un combat system legnoso, piatto e noioso come quello presente nel gioco. I duelli con NPC e giocatori sono terribilmente scialbi, senza enfasi nè emozione: si passa il tempo a crearsi una piatta rotation di skill sulla falsariga di quanto visto su World of Warcraft, con la differenza che tutto sembra vecchio e consunto. Farmare è una regola nel mondo MMORPG e qui la cosa è resa il più noiosa possibile grazie anche all’orrida interfaccia che sembra fatta appositamente per confondere le idee del giocatore: poche spiegazioni, un tutorial limitato e poi si viene calciati nel mondo di gioco con una conoscenza basilare delle meccaniche. Lo skill tree è complesso ma si può comprendere, per il resto è un mix di viaggi a vuoto in territori banalmente creati e peggiorati da una realizzazione tecnica che farebbe venir i capelli bianchi anche ad uno studio indie di poca esperienza.
RIDATEMI ULTIMA ONLINE
Shroud of the Avatar: Forsaken Virtues ha ottenuto 1.919.275 dollari (!!!) su Kickstarter grazie ai nomi messi in campo: una campagna crowdfunding di grandissimo successo che si è trasformata in una specie di scherzo di pessimo gusto. Non solo ci si trova in mano un titolo di bassa qualità, soprattutto in un’epoca nella quale i MMORPG sono spesso free to play e pure di buona qualità, ma il gioco è fortemente basato su microtransazioni ed oggetti acquistabili sullo store. Di fatto molti items di ampia potenza (come armi leggendarie o specifici set di armatura estremamente performanti) sono ottenibili esclusivamente tramite l’acquisto sul sito del gioco, idem per le proprietà immobiliari edificabili in-game con tanto di titolo nobiliare da appiccicare al nome del personaggio. Ovviamente questa meccanica di gioco incentrata sul “pay to win” ha creato dei mostri, soprattutto tra gli utilizzatori della prima ora, che ora sono dotati di poteri terrificanti in grado di distruggere qualsiasi giocatore che si rifiuta di spendere altri denari se non quelli necessari all’acquisto del gioco stesso.
E’ davvero difficile trovare dei pregi questo disastro videoludico, inspiegabilmente generato da un team che avrebbe tutte le carte in regola per tirar fuori una vera perla di MMO: ovviamente, in aggiunta al resto, sono state rimosse tutte le interazioni aggressive tra giocatori classiche di Ultima Online in favore della disgustosa pratica del PVP previa “autorizzazione” consensuale. Una meccanica che ho sempre ritenuto noiosissima e che di fatto annulla il senso del pericolo che potrebbe portare facilmente un giocatore a migliorare sè stesso nel tentativo di sopravvivere ad un mondo insidioso.
Ciliegina sulla torta è la realizzazione tecnica: un comparto grafico che definir datato è un complimento fa il paio con il comparto sonoro ugualmente scialbo, composto da temi musicali dimenticabili. I personaggi sono animati in modo approssimativo, legnosi nei movimenti e con modelli 3D che sembrano usciti dal 2003: stessa cosa per i vari mostri/animali che popolano quelle terre create senza una vera ispirazione, zone naturali punteggiate di strutture e villaggi messi lì tanto per riempire il buco vuoto. Nessuno più di me si duole di dover parlare in questo modo di un prodotto scaturito dalla mente di Lord British: ho ADORATO Ultima Online e lo considero ancora oggi un MMORPG impareggiabile per libertà d’azione di scelta. Ma Shroud of the Avatar: Forsaken Virtues è un titolo semplicemente imbarazzante e di bassissima qualità che non merita nessun trattamento di riguardo, soprattutto perchè ha avuto tutti i mezzi necessari per essere migliore di così. Il gioco ha avuto ottima copertura mediatica sin dagli albori, ha ottenuto soldi a palate ed in cambio ha consegnato gameplay “avariato” da molti fattori, microtransazioni a non finire e realizzazione tecnica approssimativa. Se questo è il “nuovo Ultima Online” io non ci sto. Ridatemi quello vero.
PRO:
- Ambientazione interessante e diversa rispetto ai canoni “occidentali” classici
CONTRO:
- Gioco di fatto basato sulle microtransazioni
- Tecnicamente imbrazzante
- Gameplay piatto, vecchio, noioso e senza brio
Versione testata: PC
Voto: 4,5