Che cos’è che rende un gioco davvero imperdibile? Forse la complessità? La grafica? La storia? Probabilmente tutti questi elementi, almeno in piccola parte, dovrebbero essere considerati indispensabili per distinguere un vero capolavoro da altri giochi che, sebbene siano interessanti, hanno dei limiti. Eppure nella storia dei videogames sono esistiti titoli che, pur non eccellendo in alcuno di questi aspetti, sono riusciti a incastrarsi nelle nostre console e a restarci per giorni, mesi, anni, senza stancarci mai. Quando i singoli quadratini di bianchi di Pong avevano un effetto magnetico, quando ad ogni morte di Mario la voglia di ritentare era superiore a tutto, contava solo una cosa: il divertimento. Quanti titoli al giorno d’oggi riescono ad essere cosi diretti e divertenti, nel senso più puro del termine? Non moltissimi, a dire il vero. Ma il meglio talvolta si nasconde proprio dove meno te lo aspetti: prendi qualche macchinina, una palla e due porte. Poi divertiti.
La lega del razzo
L’esordio di Rocket League era stato decisamente atteso su Xbox One. Il titolo di Psionyx Studios era sbarcato lo scorso anno su PS4 e PC, quasi in sordina, senza però passare inosservato. Forse in molti non lo avrebbero neanche provato se non fosse stato compreso nell’abbonamento al Playstation Plus, ma ciò che di lì a poco è successo ha avuto dell’incredibile. Un grido unanime, dalla critica alla community, ha eletto questo piccolo gioellino come uno dei titoli multiplayer più divertenti degli ultimi anni. Andiamo con ordine: il gameplay di base di questo titolo è estremamente semplice. Ci sono due squadre, ci sono due porte, e c’è una grossa palla a centrocampo. Ciò che fa davvero la differenza è il fatto che non ci troviamo a impersonare i Cristiano Ronaldo e Messi di turno: stavolta per colpire la palla e spingerla nella porta avversaria potremo servirci unicamente delle nostre macchinine con propulsione a razzo. Il tutto in un’arena rettangolare, delimitata da un tetto invisibile che impedisce alla palle di andare in orbita. Premendo il tasto A sarà possibile effettuare dei salti, durante i quali potremo effettuare un secondo balzo in grado di darci un’ulteriore spinta nella direzione che vogliamo, facendoci esibire in maestose piroette che ci permetteranno di segnare nella porta avversaria, o di proteggere la nostra. E’ presente un doppio tipo di telecamera: uno punta sempre verso la palla, l’altro punta di fronte a noi lasciando a un piccolo indicatore circolare il compito di farci capire in quale meandro dell’arena essa si trova. Presente inoltre un indicatore di altitudine che ci permetterà di calcolare al meglio il tempo giusto per prendere letteralmente “la palla al balzo”. Sparsi per l’ambiente di gioco troveremo dei piccoli power ups, che si limitano però a un semplice turbo boost: esso non solo ci permetterà di superare in velocità i nostri avversari per avventarci per primi sulla palla, ma dopo la prima fase di accelerazione diventeremo dei veri propri missili in grado di fare esplodere qualsiasi malcapitato (solo avversario) che avrà l’incoscienza di mettersi sulla nostra strada. In caso di esplosione, comunque, basterà attendere un brevissimo tempo di respawn per tornare a fare sul serio. Il boost, inoltre, se utilizzato a mezz’aria può dare soddisfazioni inaspettate: immaginate l’esaltazione di riuscire a scegliere il tempo giusto per salvare una palla destinata nella nostra porta rotolando a mezz’aria? No, inutile che tentiate di immaginarla: perchè è qualcosa che si può capire al 100% solo pad alla mano. La cosa più interessante è che non è tutto cosi semplice e casual come potrebbe apparire.
Tecnica di rimbalzo
Probabilmente nelle partite da principianti ci sarà il divertimento più puro, con un piacevole casino a fare da sfondo a tutte le nostre giocate. Ma la verità è che già nei primi giorni di gioco si inizia a capire facilmente quando un player o un team hanno già testato il gioco su PC o PS4. Rocket League infatti nasconde anche un lato piuttosto competitivo legato alla fisica: essa è, certo, decisamente permissiva quando si tratta di forza di gravità, dato che le nostre macchinine sfrecceranno sui muri senza troppi complimenti per non rallentare troppo l’azione di gioco; ma è altrettanto vero che ci sono già in giro giocatori capaci di colpire la palla con un tempismo e una precisione in grado di darle esattamente la traiettoria voluta. Sebbene un certo fattore casualità sia ovviamente sempre presente (inevitabilmente, e fortunatamente) è comunque possibile distinguere un giocatore già esperto da qualcuno che ha appena acquistato il gioco. Non aspettatevi di trovare solo partite all’acqua di rose, dunque: vi imbatterete anche in squadre organizzate, con giocatori a mantenere i rispettivi ruoli di difesa e attacco con determinazione e accuratezza. A rendere le nostre vittorie o sconfitte effettivamente significative arriva l’ottimo sistema di ranking, visto su console in titoli come Halo 5 ma latitante in molti (troppi) altri giochi dal multiplayer importante, come Gears of War: Ultimate Edition. Ogni partita avrà un effetto sul nostro ranking, facendolo aumentare e diminuire in modo totalmente indipendente dal livello generale di esperienza, che avrà una sua autonoma e classica progressione. Molto interessante la possibilità di utilizzare delle frasi predefinite per comunicare con la propria squadra: si tratta di un sistema quasi basilare, che però può essere molto comodo quando si gioca in compagnia di giocatori sconosciuti o con i quali non si vuole interagire necessariamente in chat vocale. Presente ovviamente la possibilità di effettuare matchmaking in gruppo: quest’ultimo si è rivelato finora impeccabile, cercando partite in modo rapido e senza nessuna esitazione degna di nota. Interessante inoltre alcune novità in grado di ravvivare la modalità principale, che è fondamentalmente unica: ad esempio, la playlist “Mutator Mashup” aggiunge un pizzico di imprevedibilità alle partite andando a modificare alcune impostazioni chiave del gioco, come fisica della palla e della gravità. Le varianti, comunque, sono parecchie: sia offline che online sarà possibile affrontarsi in match di diverso numero di giocatori, dall’1 contro 1 al 4 contro 4. Presente anche una modalità splitscreen per sfide da salotto e, cosa ancora più importante, la possibilità di catapultarsi con un amico nelle partite online giocando dalla stessa console, con uno splitscreen verticale. Presenti inoltre una modalità allenamento, utile per apprendere molte sfaccettature e affinare la propria tecnica, e modalità classiche come stagioni e torneo, nelle quali sarà possibile personalizzare i vari parametri dell’esperienza, dalla difficoltà dei bot al numero di squadre. Peccato solo per la varietà nella struttura delle arene, comunque tutte piatte e rettangolari, sebbene Psionyx abbia garantito che ci siano diverse novità in arrivo sotto quest’aspetto.Siamo sicuri che in un eventuale seguito potremmo seriamente vederne delle belle: immaginate campi in discesa, a gravità invertita, o diavolerie simili? Le basi ci sono tutte.
Rocket Beauties
Oltre ad essere estremamente divertente, Rocket League riesce anche ad essere piacevolissimo da guardare. Pur nella sua semplicità, l’aspetto e i dettagli delle arene e delle auto sono delle piccole esplosioni di colori che rendono decisamente giustizia all’Xbox One. Per un gioco del genere è inoltre fondamentale che il frame rate sia solido e rigorosamente a 60 FPS, per non inficiare la fluidità e la frenesia del ritmo di gioco. Ebbene, nelle nostre prove il titolo si è comportato in maniera impeccabile. Anche in caso di esplosioni, o in arene con la pioggia, non ricordiamo un solo episodio in cui il frame rate si è spostato in modo visibile dai granitici 60 FPS. Fatta eccezione, però, per qualche sporadico episodio di lag legato solo a determinati avversari: è capitato di vedere qualcuno scomparire e riapparire, ma si tratta di giocatori il cui indicatore del ping arrivava talvolta addirittura a 900ms. A parte casi estremi, insomma, la struttura online si è comportata perfettamente finora. Quanto alle novità principali rispetto alle precedenti versioni, troviamo certamente uno degli aspetti più sfiziosi di questo Rocket League: le personalizzazioni dei veicoli. In pochi giorni di gioco abbiamo già avuto modo di sbloccare delle skin e delle aggiunte francamente fantastiche: dal logo dell’omen di Gears of War da sfoggiare come bandierina, allo Scarab di Halo riprodotto in versione tascabile, passando per cappelli da mago, da cavaliere, corna di toro e bandiere nazionali. Insomma: man mano che si sale di livello si trova sempre qualcosa di nuovo ed estremamente gradevole da sbloccare, comprese decalcomanie di diverso tipo. Personalizzare i nostri veicoli e ottenerne di nuovi è davvero la ciliegina sulla torta. C’è poco da dire sull’accompagnamento sonoro, che potremmo tranquillamente definire ottimale: la scelta della soundtrack è decisamente azzeccata, mentre l’effettistica durante il gioco fa egregiamente il suo dovere senza essere particolarmente invasiva e contribuendo a dare una grande sensazione di coinvolgimento, anche vista la predominate assenza di musica ingame. Insomma, bello da vedere, forte da sentire, divertente da giocare: per la somma richiesta sullo store di Xbox Live (19.99€) è davvero difficile non consigliare questo piccolo gioello, sempre che non possediate già le altre versioni. Ah, giusto, la longevità. Se avete amici con cui giocare, è praticamente illimitata: soprattutto se avete altri titoli “principali” da giocare in multiplayer. Rocket League sarà il gioco perfetto per staccare la spina dopo una partita impegnativa a Fifa, Gears of War, Halo o Call of Duty.
Pro
– Divertimento fuori scala
– Facile da apprendere, tosto da padroneggiare
– Bello da vedere e da sentire, fluido e stabile
– Split screen, anche per l’online
– Struttura online finora ottima
– Personalizzazioni estremamente sfiziose
Contro
– La modalità principale è comunque unica
– Alla lunghissima potrebbe stancare
– Perde moltissimo (ovviamente) se giocato da soli
– Qualche variabile in più non guasterebbe