Questa non sarà la solita recensione di un titolo calcistico e della sua naturale evoluzione annuale dove andremo a lodare la capacità della software house di aver riproposto un videogioco con un gameplay completamente rinnovato con definizioni tipo First Touch, Difesa avanzata, attacco simmetrico, o termini del genere…E’ arrivato il momento di tornare a parlare di calcio, della passione e del divertimento che lo sport più seguito al mondo riesce a trasmettere pad alla mano, in un torneo online o durante una serata tra amici. E PES, molto più di FIFA per noi italiani, è il rappresentante perfetto per riscoprire ciò che conta di più in un videogioco di calcio.
E’ tornato?
Non c’è niente di più bello in un gioco di calcio che accendere la console, impugnare il pad, avviare il gioco e subito iniziare con una bella partita di esibizione di riscaldamento. Peccato che oggi, a causa dei svariati aggiornamenti, prima di poter mettere piede sul terreno di gioco è necessario ogni volta sorbirsi diversi aggiornamenti e verifiche di che fanno veramente perdere tanto tempo. Purtroppo anche PES, come accadeva già da anni per FIFA, risente di questo piccolo problema che, soprattutto per chi ha poco tempo per giocare, può rendere alcune sessioni davvero lente e fastidiose. Andando oltre questa premessa, però, alla fine è il rettangolo di gioco e il gameplay che devono parlare in un videogioco di calcio, il resto è effettivamente contorno. PES, pad alla mano, richiama effettivamente gli “echi” del passato da re. Senza andare a perdersi nelle terminologie sopra citate, la simulazione calcistica targata Konami ripercorre finemente le orme del passato glorioso che lo ha contraddistinto. PES, sul rettangolo di gioco, si può definire un gioco completo, con i suoi difetti certo, ma con degli equilibri ben precisi. In una partita non troveremo mai velocità incredibili o stop oltre le leggi della fisica, il sistema grafico Fox Engine riesce a ricreare una fisica del pallone e dei contrasti davvero impressionante, praticamente prossima alla realtà. Infatti ora ritroviamo nel gameplay anche il tempo di reazione della squadra o del singolo giocatore rispetto al movimento della palla o ad un evento sul campo. Così, un Biglia ad esempio non avrà mai la velocità di reazione pari ad un Matuidi, arrivando sempre secondo sulla palla. Insomma, e lo dico da milanista, il realismo del titolo è davvero impressionante. Un aspetto che coinvolge anche i portieri che (finalmente!) quest’anno riescono a non mostrare lacune disarmanti, a parte qualche blocco di troppo in due tempi sui tiri da fuori.
Proprio i tiri meritano un capitolo a parte. In PES 2020 vi è un’unica vera problematica, ossia che vi è quasi una sensazione di avere due fisiche distinte del pallone per i tiri in movimento e per i calci da fermo. In movimento, in azione, il tiro in area e fuori area è davvero incredibile nella sua riproduzione, facendoci balzare dalla sedia quando cerchiamo la famosa traiettoria alla Del Piero o Kakà. Nei tiri da fermo, per intenderci rigori e punizioni, invece sembra quasi di tornare all’epoca PS2. Si avverte la sensazione che ci siano traiettorie preimpostate in questi elementi di gameplay, dato che, soprattutto, le punizioni si tramutano molto facilmente in gol, andando a sbilanciare decisamente l’andamento di un match. Questo è un peccato perché con PES quest’anno ci si diverte parecchio grazie alla grande diversificazione del gameplay di ogni squadra. Infatti, l’esaltazione delle caratteristiche del giocatore di cui parlavamo poco sopra è ancora più accentuata nella costruzione della manovra della squadra, dove i giocatori più tecnici saranno sempre più portati a cercare la palla per dettare i ritmi del gioco. Tutto questo diviene praticamente impossibile quando scegliamo team inferiori e meno dotati tecnicamente. Data la natura simulativa di PES 2020, le squadre minori sono molto più complicate da gestire e la partita molte volte si trasformerà in una “battaglia”, replicando fedelmente gli impetuosi match nostrani di Serie B e Serie C (peccato non poter replicare un bel Fasano – Foggia!). Un gameplay con una curva di apprendimento così alta potrebbe allontanare la massa, ma sicuramente nel lungo periodo premierà la scelta di Konami nel volersi differenziare dalla concorrenza.
Konami ha voluto cambiare titolo e con la premessa eFootball da brividi, ha voluto ridare una spolverata alla fatidica Master League e ad evolvere il my club, ma alla fine le modalità non sono cambiate per nulla. In questo ci sentiamo di rimproverare la software house giapponese poiché ha provato più ad migliorare la formula, invece che rivoluzionarla, come invece ha fatto Electronic Arts in questi anni. La Master League è praticamente identica alle passate edizioni, se non per qualche scena di intermezzo decisamente di dubbio gusto. Così il fulcro del titolo rimane l’online e il my club, esaltati dal nuovo gameplay e da un nuovo sistema di valutazione, lasciandoci orfani di un cambiamento di cui c’è ancora bisogno. Anzi, sarebbe meglio una rivoluzione, di cui necessitano anche i menù di gioco e di preparazione al match, per renderli più comprensibili e più veloci da gestire, soprattutto per i maniaci dell’editor, nota sempre gradita per “sistemare” i problemi di licenze della serie.
Sul campo PES stupisce per il nuovo gameplay, ma anche per la grafica che il motore grafico FOX Engine riesce a riprodurre di giocatori, stadi e tutto il contorno. Un canto del cigno che ci fa sognare, dato che il fotorealismo è praticamente raggiunto. I volti e i fisici dei giocatori sono quasi riprodotti alla perfezione, le animazioni in campo sono davvero ben realizzate e realistiche, lasciando in chi gioca, e anche in chi assiste, la sensazione di un match vero e proprio di calcio. Alcune volte ci sono espressioni facciali e movimenti da robot nelle scene di intermezzo, alcuni vezzi grafici qua e là, ma la qualità generale è davvero incredibile. Una nota saliente riguarda anche il comparto audio, con una colonna sonora che fa il suo dovere e il buon Fabio Caressa che conferma il cambio maglia anche quest’anno, alternando telecronache a momenti di grande imbarazzo (e qui il realismo è innegabile).
PRO
- Il gameplay è davvero stellare
- Graficamente il FOX Engine fa miracoli
- L’editor si conferma una carta vincente per le licenze
CONTRO
- Alcuni difetti nei tiri da fermo e nelle scene di intermezzo
- Poche modalità e troppo classiche
Versione testata: PlayStation 4
Disponibile per: PlayStation 4, Xbox One, PC