La serie Persona è ormai una specie di bambola Matrioska, in quanto essa stessa un derivato del filone Shin Megami Tensei di Atlus, oltre che capace di prodursi a sua volta in altri derivati ancora. Tra questi i più frizzanti sono Arena (il picchiaduro sviluppato dagli stessi Ark System Works di Guilty Gear e Dragon Ball FighterZ) e Dancing. E proprio dell’esperimento ballerino ci accingiamo ora a recensire i nuovi capitoli, pubblicati oggi in contemporanea.
Footloose – Kenny Loggins
Iniziamo specificando che Persona 3 Dancing in the Moonlight e Persona 5 Dancing in the Starlight sono commercializzati come due giochi separati, ma anche acquistabili in bundle (sia in digitale che su disco). Ciascuno, come si può facilmente evincere dal numero nel titolo, si allaccia al rispettivo capitolo ufficiale dei JRPG di Atlus, per mettere in scena una specie di musical a tema. I protagonisti infatti si lanciano in coreografie ricalcate su stili di ballo reali (riproducendone minuziosamente passi e sottostili), accompagnate dai temi musicali che già conosciamo, ma riarrangiati per renderli più briosi e vivaci. Il risultato generale è quindi ottimo, in quanto le musiche sono curatissime, partendo dall’eccellente base originale, ma al contempo rinfrescate in modi inaspettati. Nonostante la colonna sonora si mantenga sempre conforme al rendere le tracce ballabili, i riarrangiamenti inseriscono molteplici influenze musicali (rock, pop, jazz, funky e altro ancora), arricchendo con molte sfumature un comparto che di solito viene considerato marginale all’interno di un videogioco.
Tieni il tempo – Max Pezzali
Stavolta invece l’imperativo sarà andare a tempo di musica, pena il game over. Su schermo infatti compaiono diverse icone, le quali sono assegnate ad un pulsante specifico o ad una combinazione che va premuta in concomitanza con il loro passaggio ai margini della scena. A seconda del tempismo (sempre dettato dal ritmo) nell’adempimento, si riceve una valutazione. Mancare troppi passaggi o ottenere un punteggio troppo basso potrebbe non garantire l’avanzamento al livello successivo, se non addirittura concludere la canzone immediatamente, al pari del peggior fiasco da palcoscenico. La formula è quindi semplice e si impara a giocare subito grazie a pochi comandi e poche regole.
Ogni livello inoltre ha la durata di circa 3 o 4 minuti, diventando una specie di videoclip musicale (o qualcosa di simile ad un Anime Music Video) e prestandosi a partite rapide e coinvolgenti. Al pari di un puzzle e similmente a molti altri rhytm’n’game, Persona Dancing riesce a sviluppare una giocabilità assuefacente, fatta di partite brevi ma intense e capaci di tirare da una all’altra senza accorgersene.
I vari livelli di difficoltà garantiscono una sfida scalabile e accessibile anche ai meno navigati con i giochi musicali, i quali magari vogliono avvicinarsi al genere proprio grazie agli eroi dei loro giochi di ruolo preferiti. Per gli esperti non mancano dei modificatori attivabili, i quali aggiungono stati variabili per complicare le cose ulteriormente e aumentare la longevità complessiva. In aggiunta ci sono anche numerosi costumi e accessori con cui abbigliare i protagonisti, in modo tale da differenziare le loro prestazioni con un tocco di stile che potrà essere rimirato anche nei replay.
The Rhythm of The Night – Corona
Persona 4 Dancing All Night aveva proposto una storia che per quanto si sforzasse di assomigliare nei toni e nella narrazione a Persona 4, non riusciva ad amalgamarsi bene, data la diversità di meccaniche dello spin off. Giustificare infatti come i protagonisti dovessero fare affidamento sui passi di danza, anziché sui loro portentosi Persona, per sconfiggere le creature soprannaturali, aveva creato una trama stiracchiata. Non è quindi sbagliata l’idea di sostituire questa modalità con la sezione Social, in cui invece è possibile assistere ad alcuni dialoghi e interazioni tra i personaggi, che si sbloccano man mano che questi vengono utilizzati per completare i livelli o soddisfacendo specifiche condizioni. Una variante del social link tipico del filone ruolistico, qui rielaborato per proporre sfide aggiuntive con cui rigiocare le tracce e premiando con un pizzico di fanservice. Gli eventi di Starlight e Moonlight infatti sono giustificati come un’avventura onirica, un qualcosa di meno ambizioso e forse per questo più facilmente conciliabile con il canone senza lasciare insoddisfatti gli appassionati.
Dancing with myself – Billy Idol
L’opzione VR presente su Playstation 4 si limita a ben poca cosa, in quanto permette di osservare i modelli in azione a puro beneficio del fanservice, amplificandolo tramite la realtà virtuale (qualche collega potrà ora sospirare romanticamente su Anne come mai prima d’ora) ma senza offrire molto altro. Il vantaggio però risiede nella copia omaggio di Persona 4 Dancing allegata sia al bundle digitale, che a quello su disco (disponibile come codice da scaricare in quest’ultimo caso).
Invece una piccola rivincita se la prende la versione Playstation Vita, la quale dovrebbe giungere in Europa soltanto in formato digitale, ma che si conferma la piattaforma migliore dove poter giocare i capitoli Dancing.
La serie infatti è partita nel 2015 proprio sulla portatile di Sony ed è stata facilmente pensata per questo dispositivo, pertanto giocarla adesso su console casalinghe potrebbe causare qualche piccola scomodità a seconda di quanto è grande il vostro televisore. Molto spesso infatti le icone da premere a tempo si dirigono in direzioni diverse, agli esatti antipodi dello schermo, risultando nelle fasi più concitate difficili da seguire su di un pannello molto grande (diciamo dai 42 pollici in su). Un simile inconveniente infatti non era mai neppure ipotizzabile sul compatto schermo di Vita, in quanto si poteva tenere sotto controllo tutta l’area senza problemi e senza rischio di perdersi un’icona. Pertanto chi può scegliere dove giocare questi nuovi capitoli, tenga presente che la piccola Vita rimane ancora il posto migliore.
Pro
- ottima colonna sonora
- giocabilità assuefacente e coinvolgente
- perfetti su Playstation Vita per giocare in momenti di pausa
Contro
- il prezzo delle singole versioni è piuttosto elevato e il bundle rimane la soluzione migliore
- l’azione potrebbe risultare scomoda da seguire giocando su PS4 su di uno schermo troppo grande