Che negli ultimi anni titoli dalla spiccata componente multigiocatore abbiano iniziato a proliferare nel panorama videoludico, non è certo un mistero. Esempi di questo trend in costante crescita sono giochi come Rocket League e PUBG, caratterizzati da un alto grado di competitività e capaci di aggregare consensi e giocatori da ogni angolo del globo. E dove c’è pubblico, viene da sé, circola anche una consistente quantità di denaro, soprattutto in casi come questi dove basta una scintilla (in genere il passaparola via internet) a rendere virale anche un titolo tutt’altro che perfetto. Ma per generare quella scintilla, quantomeno, è necessario riuscire a intrattenere e soprattutto a divertire il pubblico per ben più di qualche ora.
Non certo un’impresa alla portata di tutti come ha dimostrato Oh My Godheads, gioco in stile “cattura la bandiera” sviluppato dal team spagnolo Titutitech all’interno del programma Collective di Square Enix: un prodotto che seppur apparentemente interessante, non riesce a catturare l’attenzione del giocatore per più di un paio di partite.
Teste divine
Oh My Godheads, come dicevamo, è una sorta di cattura la bandiera da uno a quattro giocatori dove, al posto del classico vessillo, gli sviluppatori hanno ben pensato di utilizzare delle teste ispirate a mitologiche divinità: dieci diversi idoli in pietra (non tutti disponibili fin da subito) da prendere e collocare sull’altare avversario prima che i membri dell’altra squadra vi facciano la festa. Ma anche se riusciste a dribblare gli attacchi nemici, potreste sempre incorrere nell’ira della divinità che vi state faticosamente portando sulle spalle. Ogni testa, infatti, è dotata di un particolare potere che può congelarvi o farvi saltare in aria se la tenete per troppo tempo. Una caratteristica, questa, che aggiunge un tocco di varietà ad ogni match, a patto di scontrarvi con giocatori reali in carne e ossa vista la lacunosa I.A. del gioco.
Se ciò non bastasse a tenere vivo il vostro interesse comunque, il titolo offre tre varianti alla formula sopracitata, in cui vi verrà chiesto di ottenere il maggior numero di uccisioni, cercare di sopravvivere fino alla fine del match oppure tenere il controllo della testa divina più tempo possibile. Si tratta per l’appunto di semplici varianti che però, al pari della modalità principale, non sono esenti da difetti. Uno dei maggiori problemi imputabili a Oh My Godheads è la ridotta dimensione delle dieci mappe di gioco che, per quanto varie e infarcite di ostacoli ambientali (come ad esempio i massi rotolanti nel livello Treasure Room), vi inducono sempre a tracciare le medesime traiettorie verso l’altare avversario, soprattutto a causa dei fastidiosi punti fissi di respawn collocati di fronte ai reciproci piedistalli. Il tempo di recupero tra una morte e l’altra, infatti, è estremamente breve e non sarà raro che vi ritroviate faccia a faccia con un avversario appena eliminato mentre siete sul punto di raggiungere l’altare nemico. Come se non bastasse, in maniera del tutto randomica la telecamera allarga e restringe il campo della visuale nel tentativo di focalizzarsi, maldestramente, sulle scene particolarmente salienti dello scontro: il risultato è un episodico fastidio che spesso finirà solo per confondervi.
In compenso, il particolare stile grafico adoperato da Titutitech, nonostante sia votato al risparmio di pixel, riesce a strappare qualche sorriso grazie anche alla spigolosa essenzialità con cui vengono rappresentati su schermo il buon numero di personaggi tra cui è possibile scegliere il vostro alter ego – il mio preferito è senza dubbio il pinguino col monocolo e la tuba.
Meno accattivanti, invece sono gli ambienti di gioco, non tutti ben caratterizzati e accompagnati da tracce audio che difficilmente finirete per canticchiare sotto la doccia: ripetitive e per nulla orecchiabili.
PRO
- Un’interessante interpretazione della classica formula “cattura la bandiera”
- Stile grafico accattivante
- Piacevole in compagnia…
CONTRO
- … ma non altrettanto in singolo
- Mappe di gioco di dimensioni estremamente ridotte
- Telecamera ballerina