Ormai è un discorso che viene ripetuto come un disco rotto, ma la scena indie, dal “basso” dei suoi mezzi materiali, riesce a farsi apprezzare sovente anche più di molti giochi tripla-A grazie alla forza della sua originalità. Octahedron è uno di quei titoli che ci ricordano quanto sia importante mantenere un approccio innovativo anche nei generi consolidati.
Tron incontra i platform
Il mondo di Octahedron è un luogo immaginario composto da luci e suoni psichedelici, stagliati sullo sfondo di un nero imperante che ricorda l’ambientazione di Tron. Questa pellicola, così come la sua colonna sonora, sono le influenze artistiche più evidenti, grazie a linee colorate che scorrono sullo schermo buio al ritmo di una musica elettronica di “daftpunkiana” memoria.
Il protagonista è un omino stilizzato composto da poche linee e con un ottaedro al posto della testa. Le piattaforme che deve raggiungere sono anch’esse tratteggiate al minimo essenziale, composte interamente da selezioni di colore fluorescente, senza il minimo fronzolo.
La particolarità però non risiede solo nella grafica, l’uscita infatti è posta in cima ad un percorso verticale, in cui bisogna scalare i livelli evitando gli ostacoli e raggiungendo le piattaforme, creandole persino laddove non ve ne siano.
Il nostro ottaedro vivente ha a disposizione un numero limitato di rettangolini da creare, i quali possono essere attivati durante un salto e mantenuti per pochi secondi, anche mentre ci si muove in aria verso destra o sinistra.
In questo modo la bravura del giocatore non si applica solo nell’eseguire i salti ed evitare le cadute o le trappole, ma anche nell’utilizzare attentamente uno strumento limitato per aggiungere pezzi mancanti all’ambiente. Piazzare una piattaforma a caso non è di aiuto, ma per renderla efficace va posizionata nei punti giusti. Un’operazione che nei livelli avanzati andrà eseguita con grande tempismo, a causa del complicarsi delle strutture e del numero di ostacoli presenti.
La longevità di Octahedron non è da meno rispetto la sua corposa giocabilità. Il titolo di Demimonde infatti è costruito attraverso decine di livelli, i quali una volta completati, risultano comunque ancora molto rigiocabili al fine di ottenere voti alti e migliorare le prestazioni. La caccia al record infatti è quel genere di compito che, in questo tipo di gioco, si presta bene ad allungarne la durata.
Unica pecca, la mancanza di un tutorial o di una legenda che spieghi il ruolo di alcuni interruttori o di alcuni bonus raccoglibili. Nonostante il funzionamento di questi elementi sia facilmente comprensibile dopo poco tempo, nelle prime fasi è poco chiaro a cosa servano i vari oggetti, causando una leggera confusione.
Pro
- estetica e musica minimali ma ispirate
- molto giocabile e originalissimo come platform
Contro
- manca un tutorial o una legenda chiara