Eccoci nuovamente con quello che è ormai diventato un appuntamento fisso con i giochi di Artifex Mundi. Ormai li conosciamo bene e, nonostante essi continuino ormai da molto tempo a riproporre la stessa struttura, è sempre un piacere ritrovarsi a risolvere enigmi e a cercare oggetti in mondi fantastici. Ma, come spesso accade, nell’ormai innumerevole quantità di titoli di questo genere, talvolta la qualità rischia di essere persa di vista. E’ il caso del terzo capitolo di Lost Grimoires, oppure quest’ultimo riesce ad ergersi su un gradino superiore?
Artifici
Avevamo già avuto a che fare con Lost Grimoires in passato, con il primo capitolo che avevamo recensito proprio su queste pagine. Ogni titolo di Artifex Mundi ha un filo conduttore che li caratterizza e li distingue dagli altri in termini di contesto. Dai pirati non morti fino allo steampunk di Clockwork Tales, abbiamo attraversato mondi variegati caratterizzati da magie ed enigmi legati al sovrannaturale. Il marchio distintivo di Lost Grimoires riguarda invece l’alchimia: nonostante non sia legato ai precedenti capitoli in modo netto, resta la componente alchemica tra formule, statue animabili e fenici. Il tono di quest’ultima storia si è rivelato fin da subito interessante e tutto sommato anche più coinvolgente rispetto alla media di questi giochi. Nonostante la qualità delle animazioni e della recitazione resti comunque nello stesso limbo di mediocrità, abbiamo provato curiosità nell’avanzare della storia, soprattutto per cercare di capire cosa avesse mosso determinati personaggi a compiere scelte apparentemente cosi inspiegabili. Insomma, la trama riesce a fare da concreto ed essenziale accompagnamento alla solita montagna di enigmi presenti. A proposito di enigmi…
Alla ricerca della formula giusta
Se la storia, nei titoli di Artifex Mundi, fa spesso da semplice collante alle situazioni di gioco, lo stesso non può dirsi invece degli enigmi, vero cuore pulsante di questo genere di produzioni. Diversamente dalle avventure grafiche più classiche, qui i vari quesiti sono posti a ripetizione, con intermezzi brevissimi a separarli. Nel caso di Lost Grimoires 3, essi sono apparsi indubbiamente ancora stimolanti e in grado di aguzzare l’ingegno del giocatore, pur senza richiedere alcun particolare sforzo. Quello che è sembrato tuttavia piuttosto mancante, soprattutto rispetto ad altri franchise eccellenti degli stessi Artifex Mundi, è quel pizzico di caratterizzazione e originalità che riusciva a rendere unici alcuni quesiti, pur non eccessivamente complessi. Ed è forse l’aspetto che più ci ha frenato nel goderci appieno quest’avventura: la sensazione di già visto è apparsa davvero pesante in alcuni punti, nonostante chiunque si avvii a giocare un titolo come questo sappia ormai benissimo a cosa va incontro. Anche la fase dei minigiochi, che di solito è quella che si distingue in ogni gioco di Artifex, ha lasciato qui un pò perplessi. La fase della costruzione di ricette alchemiche è risultata non del tutto ispirata, cosi come il minigioco “alla Azkend” necessario per la creazione di nuove pozioni. Insomma, se cercate un more of the same, Lost Grimoires 3 saprà accontentarvi, andando a battere su tutti quei punti che sicuramente vi saranno già piaciuti, come la ricerca di oggetti nascosti nei relativi scenari. Ma se siete nuovi a questo genere di giochi, che sia su PC, Tablet o console, probabilmente conviene partire da saghe che ci sono apparse molto più ispirate, su tutte Nightmares from the Deep e Grim Legends.
I colori dell’alchimia
I giochi di Artifex Mundi sono sempre riusciti a proporre panorami bellissimi e coinvolgenti senza l’utilizzo di alcun particolare espediente tecnico. I paesaggi, pur se essenzialmente statici, erano caratterizzati in modo cosi colorato e vivace da sembrare veri e propri quadri in movimento. Anche sotto quest’aspetto, Lost Grimoires 3 riesce a non sfigurare riproponendo lo stesso stile, ma non riuscendo a proporre nessuna visuale davvero in grado di strappare un’esclamazione di stupore. Insomma, la gioca sul sicuro, trovandosi anche a riproporre animazioni facciali dei protagonisti che ormai appartengono a una tradizione di legnosità che difficilmente verrà mai abbandonata. Un buon comparto sonoro e un doppiaggio ormai classico e sempre leggermente al di sotto della media, completano un gioco che riesce ancora una volta a proporre un’esperienza appagante per i fan, ma che difficilmente farà cambiare idea a chi non ama enigmi e ricerche di oggetti. A proposito di queste, importante la presenza dei sottotitoli in italiano, utile per non dover capire meglio quali oggetti cercare senza dover giocare con un vocabolario in mano, sebbene non manchi qualche strafalcione tutto sommato non troppo fastidioso.
Pro
- Ripropone una formula ormai consolidata
- La storia incuriosisce
- Il gameplay risulta magnetico come sempre
Contro
- Enigmi, minigiochi e scenari peccano un pò di originalità, stavolta
- Le novità sono ridotte al minimo
- Animazioni dei volti sempre estremamente legnose
Voto 7.0
Versione Testata: PC Steam
Configurazione di Prova
CPU: Intel Core i3 7100
RAM: 8GB DDR4
GPU: nVidia GeForce 1050ti
Riassunto per dispositivi mobili
Lost Grimoires 3: il pozzo perduto va a confermare tutte le buone caratteristiche dei titoli di Artifex Mundi, riproponendone però anche diversi difetti storici. Se cercate un’avventura grafica scorrevole, con una storia interessante e che vi spari addosso una vera e propria pioggia di enigmi e scene “hidden object”, come al solito andate sul sicuro. Tuttavia, se è il primo gioco del genere che volete affrontare, probabilmente converrebbe puntare su altri titoli di Artifex Mundi precedenti (e, di fatto, anche meno costosi) come Nightmares from the Deep, Grim Legends ed Eventide. Questo perchè Lost Grimoires non riesce a brillare in quanto ad originalità di enigmi e situazioni, senza neanche riuscire a riproporre quella sensazione di stupore data da alcune splendide ambientazioni dei titoli sopra citati, talvolta veri quadri in movimento.