Il primo Knack consisteva in una buona idea con poca sostanza attorno. Come non bastasse lo scarso spazio dedicatogli durante la conferenza E3 di quest’anno lasciava il timore che gli sviluppatori lo avessero lasciato volutamente in un angolo per motivi di scarsa qualità. Non si partiva da buone premesse insomma; invece, pad alla mano e senza particolari aspettative, Knack 2 ha saputo rimediare alla cattiva impressione del suo predecessore.
The Knack – My Sharona
Nonostante appaia imponente sulla copertina, Knack in realtà è un esserino molto piccolo. Una creatura sintetica e senziente che però ha il potere di agganciarsi a frammenti di artefatti e ad altri materiali per crescere di statura e sfoggiare abilità speciali. In qualsiasi momento però può sganciarsi dai pezzi che compongono la sua armatura e ritornare alla grandezza originaria per entrare in cunicoli o sfruttare passaggi o piattaforme altrimenti inaccessibili. La sua forma gigante gli permette una migliore efficienza in combattimento potendo sferrare pugni, calci più diverse altre tecniche che ampliano il parco mosse rispetto al primo capitolo. Queste meccaniche non sono complesse, ma quanto basta per essere funzionali al gioco. Il titolo dei Japan Studio difatti si pone a metà strada tra un action e un platform e dosa in modo attento ogni singolo ingrediente. Nonostante una partenza un pò lenta, Knack 2 si lascia giocare con piacere risultando decisamente scorrevole. La struttura dei livelli rimane lineare e non permette un’esplorazione di tipo open-world, ma una simile impostazione, se riempita con i giusti elementi, può essere comunque funzionale e valida. Per fare un paragone, anche in Crash Bandicoot la linearità non pesa ai fini del divertimento dato che la giocabilità riesce ad appagare con il solo fattore platform puro, gestito a ritmo serrato. Qui, pur seguendo un percorso stabilito, non si incappa nella noia grazie ad una buona alternanza tra salti, battaglie, esplorazione alla ricerca di segreti e risoluzione dei puzzle.
Per tutte le età
Gli sviluppatori però sembrano aver voluto lasciare l’esperienza aperta ad un pubblico trasversale, forse coscienti che nel panorama odierno il genere platform è seguito da due diverse categorie di giocatori opposti: gli esperti e i novizi. Su questo aspetto si spacca quindi anche la curva di difficoltà. Per un veterano persino il livello Difficile non rappresenta un grosso ostacolo, rendendo le cose davvero impegnative solo qualora affrontate impostando la sfida al massimo. Al tempo stesso nonostante il level-design sia apprezzabile, si sente la mancanza di quei colpi di genio che rendevano memorabili e positivamente impegnativi certi passaggi, così come il reperimento delle stelle nascoste, all’interno di Super Mario Galaxy (come esempio).
Non parliamo però di meccaniche spoglie, tutt’altro. Anche qui c’è un miglioramento significativo grazie all’uso creativo dei poteri del piccolo esserino, sfruttabili per interagire con l’ambiente, sia per combattere. Le abilità risultano perfettamente funzionali almeno in una delle due anime del gioco, quando non addirittura in entrambe. Il game-design ha quindi maturato la giusta identità e permette al gioco di di svilupparsi stilisticamente ed essere divertente nel farlo.
Ti piace la Pixar?
Il pubblico alle prime armi con i platform può apprezzare di più diverse cose che invece possono lasciare indifferenti gli altri. Non temendo di ammorbidire ulteriormente la difficoltà si può affrontare l’avventura in cooperativa con due esserini di diverso colore, abilitando delle mosse combinate. La modalità a due giocatori è disponibile in locale, segno di come questa scelta punti all’utenza famigliare, così come il taglio da cartone Pixar delle sequenze filmate che portano avanti la trama. La storia infatti vede come protagonisti il piccolo robottino e il suo amico adolescente Lucas, circondati da diversi comprimari mentre cercano di salvare il mondo da un’antica razza di goblin pronta alla conquista grazie ad un esercito di robot dall’aspetto futuristico-medievale. Il canovaccio tratteggia i personaggi alla stregua di un cartone disney o di uno dei tanti lungometraggi in computer grafica di scuola americana, ricalcandone atmosfere, sentimenti e umorismo allo stesso modo. Bisogna anche specificare che in media i platform non imbastiscono grandi storie e che anzi, i colleghi illustri non provano neanche ad offrire qualcosa di più del semplice pretesto, quindi i più smaliziati possono limitarsi a saltare i filmati e lasciare questo lieve intrattenimento ai più giovani.
Meno indovinati invece quegli elementi di game-design che ormai appaiono in maniera forzata in sempre più giochi, ma il cui inserimento spesso complica inutilmente dei passaggi che possono benissimo essere semplici. Nello specifico le abilità sbloccabili con i punti esperienza (un pò come avvenuto per Mirror’s Edge Catalyst) e la creazione di oggetti. In Knack 2 sono presenti entrambe le cose, ma davvero non se ne sente il bisogno. Del primo in particolare perché l’albero delle abilità procede secondo uno schema rigido e fissato, quindi è davvero insensato il suo inserimento se il giocatore non può personalizzare le prestazioni del suo robottino ma deve limitarsi semplicemente a comprare potenziamenti in ordine determinato (uno sblocco automatico al salire di ogni livello avrebbe avuto lo stesso effetto, per dire). Il secondo invece non aggiunge davvero nulla alla giocabilità e negli scontri non si sente quasi mai la necessità degli oggetti confezionati con i collezionabili raccolti. Entrambi gli aspetti comunque non comportano un peggioramento, risultando tuttalpiù superflui in questo caso.
Rapporto prezzo-qualità
La grafica del gioco è buona ma non eccellente. In particolare si coglie diversità di dettaglio tra alcune aree con livelli curati di più e altri di meno, così come i personaggi, più curati Knack e i robot, mentre i personaggi umani e i goblin appaiono abbastanza scarni. Forse il prezzo basso di lancio può aver influito costringendo la produzione a non investirci troppe risorse, specie trattandosi di un seguito che non è particolarmente atteso, tuttavia sarebbe ora di tornare a puntare in alto con un platform tripla-A anche nel motore grafico.
Le ambientazione invece spaziano dalle rovine antiche a deserti aridi, che richiamano molto Uncharted, passando per città moderne, ma sempre secondo un’estetica tradizionale da platform senza particolari trovate creative.
Oltre alle dieci ore circa necessarie per completare il gioco ci sono degli incentivi per aumentare la longevità. E’ presente una modalità NewGame+ con cui ripartire mantenendo tutti i potenziamenti di Knack ottenuti nel corso della partita precedente, un Time Attack, delle sfide con cui ottenere medaglie bonus e un Colosseo in cui concentrarci sullo sbaragliare ondate di nemici. Considerando che il gioco è venduto al lancio al prezzo ridotto di 40 euro il rapporto costo-qualità è decisamente positivo e riuscirà ad intrattenere sufficientemente a lungo.
Pro
- numerose migliorie sotto ogni aspetto del gioco (fasi platform, combattimento, game e level design)
- progressione del gioco sempre varia e scorrevole
- prezzo ridotto
Contro - gli manca ancora quel pizzico di genio nel level design per poter competere con i platform migliori
- livello di difficoltà piuttosto basso