Prima del genere cinematico, prima ancora di Heavy Rain, di Beyond, dei titoli di Telltale, c’erano le avventure grafiche. Molto simili per via della limitata interattività, ma classificabili come un genere a parte, vuoi per alcuni dettagli ma soprattutto per il forte carisma con cui questi titoli si sono distinti, tra i tanti: Grim Fandango di Tim Schaefer e LucasArts.
El dia de los muertos
Nella letteratura e nelle tradizioni di molti popoli non mancano riferimenti all’ultimo viaggio che attende i defunti. Manny Calavera è un agente di viaggio, inteso proprio come IL viaggio con cui i trapassati raggiungono l’aldilà dopo essere morti. Questo novello Caronte mostra ai suoi “clienti” degli opuscoli che offrono attraenti pacchetti con cui semplificare questa procedura, più o meno veloci, comodi e lussuosi in base a quanto bene si sia comportato l’individuo mentre era vivo. Imbattutosi in una faccenda dalle tinte losche, Manny esplorerà il mondo dei morti per aiutare Mercedes, una cliente di cui si innamora.
L’atmosfera con cui Grim Fandango è composto è un miscuglio molto riuscito di noir polizieschi, umorismo e idee surreali. L’elemento che spicca più evidente è proprio l’aspetto dei personaggi: degli scheletri rappresentati con lo stile dei teschi della tradizionale festa del Giorno dei Morti messicana (i Calaca). Attorno a questo si innestano dialoghi che giocano su questa riproposizione macabra e mortuaria, ma anche ironica, del mondo per strappare spesso un sorriso ai giocatori. Vedere Manny che indossa giacca e cravatta, usa mantello nero e falce come fossero strumenti di lavoro e che parla con la segretaria del Dipartimento della Morte, come fosse un normale ufficio dedito alla burocrazia, è già da solo un’esempio della bizzarra chiave di lettura.
Uno strano agente di viaggio
Graficamente il titolo rappresenta la summa di quello che è stato lo standard del genere negli anni 90: oggetti e personaggi sono modellati tridimensionalmente su fondali renderizzati e grazie allo stile impiegato mantengono un loro fascino e peculiarità anche a distanza di anni. In quanto rimasterizzazione, il lavoro svolto sul gioco ha dovuto mantenersi entro certi limiti, altrimenti sarebbe stato necessario dover ridisegnare da zero tutti quanti gli sfondi. In tal caso il progetto si sarebbe trasformato in un rifacimento, con tutto il lievitare di costi e tempi che ciò comporta, oltre che cambiare profondamente il progetto originale, cosa che Schafer non ha voluto fare, per riproporre l’esperienza più somigliante possibile. Non sorprenda quindi trovare lo schermo impostato a 4:3 per maggiore fedeltà, utilizzare l’impostazione che converte in 16:9 non fa altro che storpiare i modelli su delle proporzioni in cui non calzano, un pò come stiracchiare la tela di un quadro per farlo entrare in una cornice più grande sperando che l’immagine complessiva ne guadagni.
In compenso sono stati aggiunti degli effetti di illuminazione dinamica, le texture dei personaggi sono state ridisegnate in alta definizione, la colonna sonora è stata re-incisa impiegando un’orchestra dal vivo e sono stati aggiunti i commenti degli sviluppatori attivabili, durante il gioco, con il tasto L1.
La colonna sonora di Peter McConnell accompagna molto bene l’avventura, adattandosi ad ogni ambiente, situazione, omaggiando da un lato le pellicole di ispirazione con musiche swing e jazz, dall’altro i teschi Calaca con occasionali venature provenienti dalla tradizione musicale messicana, spesso acuendo le tinte fosche e cupe.
A rendere più fluidi i movimenti è stato aggiunta la modifica per aggiungere il movimento analogico in contrapposizione al sistema “tank” che non permetteva di (come il primissimo Resident Evil, per intenderci) girarsi e muoversi avanti in contemporanea. Gli enigmi proposti nel corso del gioco spesso richiederanno una soluzione non banale e scontata, in grado di stuzzicare il giocatore anzichè ridursi ad un semplice “chiave rossa in porta rossa”. Tuttavia in alcune parti avanzate le associazioni e le soluzioni seguiranno principi forzosi e poco intuitivi rendendo preferibile l’utilizzo di una soluzione.
Il guazzabuglio macabro
Grim Fandango Remastered è una delle avventure grafiche migliori di sempre, dotato di una direzione artistica ispirata come pochi, con una trama e dei personaggi in bilico tra macabro, umoristico e sentimentale che contribuiscono a rendere ottimo questo titolo.
Nonostante possa sembrare esiguo il numero di miglioramenti introdotti da questa rimasterizzazione, è sempre bene ricordare i limiti insiti nei titoli molto datati (precedenti all’era Ps2, per intenderci), a causa di cui non è possibile cavarsela con un facile upscaling o aggiungendo qualche dettaglio alle texture come si fa con i giochi odierni. Questa operazione quindi va più intesa come una riproposizione dell’originale GF, tirato a lucido per l’occasione, più che un rinnovamento ampio.
Il voto finale tiene in considerazione pertanto il valore di Grim Fandango come gioco in sè e non come Remastered. Se non avete mai giocato a questo titolo allora potete recuperarlo e trovare un’avventura molto particolare, ricca di identità, originalità e con una narrativa di altissimo livello, superiore a quella di molte avventure cinematiche odierne.
Pro
- narrativamente molto intenso
- ambientazione originale e intrigante
Contro
- enigmi non sempre chiari
- miglioramenti nella rimasterizzazione piuttosto esigui