Se dovessimo prendere un gioco da riproporre dal catalogo dell’Amiga, la scelta sarebbe sconfinata. Tuttavia Gods si distinse grazie a delle caratteristiche a tutto tondo.
Gods non era soltanto un buon titolo, era anche un riuscito tentativo di riproporre principi di game design nipponici sulla scena europea, nella fattispecie quella struttura dei livelli che sarebbe poi a sua volta fiorita nel cosiddetto “metroidvania”. Anche dal punto di vista tecnico si dimostrava robusto, con una grafica ricca e una colonna sonora che denotava uno sforzo compositivo notevole per far stare certe melodie nel chip-tune dei giochi a 8/16 bit.
Ciliegina sulla torta, la copertina venne disegnata da Simon Bisley. L’autore in quegli anni stava illustrando Lobo, fumetto targato DC Comics, famoso per i suoi toni truci e politicamente scorretti, che iniziavano a sottolineare come tale forma espressiva travalicasse il pubblico infantile a cui si soliti associarla. Una copertina firmata Bisley aveva un’ulteriore valenza, liberava il media videoludico dal recinto in cui si trovava, iniziano a riconoscerlo come fenomeno di cultura pop a tutto tondo, al pari di musica e fumetti. Un processo che furono proprio molti studi europei come Team17 e Bitmap Brothers a portare avanti negli anni 90.
Si può quindi comprendere l’importanza di giochi come Gods e sul perché sia un titolo di culto nonostante in retrospettiva sia dedicato troppo poco spazio al parco giochi dell’Amiga. Pertanto l’idea di rimasterizzare Gods e addirittura rifarne la veste grafica poteva essere un’ottima occasione per rimediare, ma che purtroppo è andata sprecata.
Il gioco originale è stato infatti riproposto in tutto e per tutto fedelmente, forse persino troppo e conservando anche uno dei suoi difetti peggiori. La dinamica action forse era l’unica nota incerta, a causa di una gestione dei salti lenta e ingessata, la quale risulta ancora meno pratica ora, che di questo genere videoludico bidimensionale ne abbiamo colto e raffinato ogni sfumatura.
I controlli quindi risultano abbastanza legnosi, con una fluidità dei salti che lascia a desiderare e rende molti passaggi poco dinamici. Il sistema di combattimento comunque funziona discretamente, con un buon arsenale di armi da impiegare per distruggere i molteplici nemici che si annidano lungo i livelli.
La giocabilità sotto questo aspetto è semplice, ma funzionale, senza le raffinatezze dei metroidvania moderni, ma forse più con l’immediatezza degli action puri a 16 bit.
Il level design rimane ricco, con livelli labirintici, dove bisogna reperire chiavi ed oggetti speciali per proseguire nell’avventura, oltre che numerosi segreti nascosti dietro porte e piattaforme che richiedono un minimo di ingegno per essere aperte o raggiunte.
La seconda nota dolente invece risiede nella veste grafica, la quale è si stata interamente ridisegnata, ma con modelli poligonali animati in modo pessimo e con una colorazione alquanto fredda. L’effetto generale è quello di trovarsi di fronte un gioco per cellulari e di quelli brutti per giunta, non rendendo giustizia in nessun modo con lo stile vibrante e accesso con cui invece era stata caratterizzata la veste cosmetica di Gods nella sua prima edizione. Come non bastasse il gioco viene venduto a prezzo pieno per una produzione indie contemporanea anche di fronte un lavoro così malfatto. Se si fosse trattato di un rifacimento che smussava gli spigoli della giocabilità e proponeva una veste grafica migliore, allora la cifra di 15/20 euro sarebbe stata giustificabile, ma non così.
Gods Remastered è disponibile in digitale per PC, Switch, Playstation 4 e Xbox One.
Versione Provata: PC
Voto: 6
Pro
- è presente il Gods originale dell’Amiga
- il level design rimane sempre valido
Contro
- lavoro di rimasterizzazione grafica mediocre, con pessime animazioni
- il sistema di salto è ancora molto rigido