Personalmente adoro da sempre il genere delle avventure grafiche punta-e-clicca. Lo ritengo un genere estremamente intrigante poichè mette al centro della scena la narrazione e l’estetica: non quella “rozza” che affida tutto alla grafica, ma quella decisamente più artistica e piacevole che si mette nelle mani di fondali statici ricchi di dettagli. L’epoca d’oro di questo splendido genere è certamente stata quella degli anni ’80 e ’90, complice la dedizione di due software house celebri come Sierra e Lucasart che hanno portato su PC un gran numero di storie spettacolari supportate da personaggi indimenticabili. Al giorno d’oggi questo genere vive ancora, seppur quasi sempre lontano dai riflettori delle produzioni AAA, nei cuori degli appassionati e grazie all’impegno di sviluppatori indipendenti: il gruppo svizzero Stelex Software ha avviato una collaborazione con lo scrittore emergente ticinese Sebastiano B. Brocchi, creando un’avventura grafica basata sulla saga fantasy da quest’ultimo creata. Spicca anche la partecipazione del celebre “menestrello” della musica italiana Angelo Branduardi, cantautore che ho sempre personalmente apprezzato e che entra per la prima volta nel mondo dei videogiochi prestando la sua voce a Re Helewen. Un viaggio in una terra fatata ci attende in Eselmir e i cinque doni magici.
CAPPA E SPADA
Benchè il titolo sia ambientato all’interno dell’universo narrativo della saga fantasy Pirin creata da Brocchi, Eselmir è un personaggio del tutto nuovo così come nuove sono le sue peripezie. Un mondo fantasy nel più classico degli stili, formato da enormi città scolpite nella pietra e dominate dallo sguardo di benevole divinità che incarnano le principali virtù. Eselmir è un devoto sacerdote della Dea del Tempo, manifestazione della pazienza qui indicata come la più nobile caratteristica dell’animo umano: la Dea si rivolge ad Eselmir per affidargli una missione, una ricerca dall’esito incerto che potrebbe rappresentare una vera svolta per tutto il mondo. Eselmir, armato di coraggio e buone intenzioni, dovrà mettersi alla ricerca dei cinque doni magici perduti del defunto Re Theoson: il nostro eroe non è un comune umano, bensì un membro della razza Pirin scaturita dall’unione di un uomo ed una fata. Re Theoson è stato sepolto in una tomba sconosciuta insieme ai suoi magici tesori, ed Eselmir dovrà ritrovare la saggezza perduta dei Pirin per cambiare le sorti di tutti i regni. Una storia complessa benché associabile a molti generi conosciuti, un mondo dettagliatamente ricostruito che segue gli eventi narrati nei libri di Sebastiano B. Brocchi. Il mondo Pirin è ricco di sfumature e di dettagli: una complessa cosmologia di divinità, nomi altisonanti e civiltà fantastiche accompagnano il giocatore ad ogni passo. Sfortunatamente, se si esclude l’ottima colonna sonora di cui parleremo più avanti, questo è praticamente l’unico vero pregio di Eselmir e i cinque doni magici.
Si tratta appunto di un’avventura grafica punta-e-clicca tradizionale sotto tutti i punti di vista: controlleremo i movimenti di Eselmir grazie al tasto sinistro del mouse, mentre con il destro potremo cambiare l’icona del puntatore per interagire in vari modi con elementi dello scenario e personaggi secondari. Molti sono i luoghi da esplorare, ma salta quasi subito all’occhio un difetto di level design che fa capolino fin troppo spesso: ci sono stanze da esplorare, spesso molto grandi o lunghe, prive di qualsivoglia oggetto interessante. Sono semplicemente lì, ma non servono praticamente a nulla se non a farci perdere anche mezzo minuto ad avanzare, considerato che la telecamera ai bordi dello schermo si sposta lentamente solo quando Eselmir si avvicina.
LIBRI E VIDEOGIOCHI: NON SEMPRE FUNZIONA
Il mondo di gioco è realizzato in modo accettabile, anche se “non da me”: intendo dire che lasciare appositamente tracce grezze di matita sui fondali renderizzati potrebbe essere una scelta stilistica dell’autore. E’ uno stile che può piacere o non piacere (personalmente non mi fa impazzire) ma è il minore dei problemi: il dramma arriva quasi immediatamente osservando le terribli animazioni del protagonista, degli altri personaggi e degli elementi in movimento dei fondali. Le animazioni sono basilari, quasi irricevibili sia per qualità che per varietà: sembra che Eselmir stia costantemente “levitando” incollato su un fondale, ed il discorso purtroppo peggiora se si tratta di personaggi secondari. Un’avventura grafica dovrebbe accarezzare il senso estetico del giocatore, dovrebbe catturare l’occhio con scenari di buon impatto e non presentare una simile accozzaglia di disegni rozzamente realizzati ed altrettanto rozzamente animati. Paradossalmente sarebbe stato meglio, vista anche la volontà degli sviluppatori di restare sul classico, utilizzare la vecchia strategia del personaggio “dietro alla telecamera” e presentare esclusivamente i fondali con i quali interagire ed utilizzare cutscenes a schermata fissa prive di animazioni. Forse con questi escamotage sarebbe stato possibile salvare capra e cavoli, ovvero narrazione ed estetica.
Parlando appunto di narrazione, la complessa ambientazione della saga Pirin forse funziona se si deve leggere un libro ma trasportare lo stesso feeling in un videogioco si rivela poco funzionale. Il gioco è infarcito di dialoghi lunghissimi e terribilmente verbosi, pieni di terminologie altisonanti del tutto fuori luogo in un dialogo credibile: ogni volta che si interagisce con un personaggio anche solo lontanamente importante inizia un dialogo pieno di “messeri” e “sia lode agli Dei”. Se inizialmente la faccenda potrebbe inserire adeguatamente il giocatore nel contesto narrativo, dopo un pò ci si ritrova a pigiare senza pietà il tasto del mouse per far avanzare il dialogo rapidamente e schivare l’ennesima sbrodolata medievaleggiante. Fortunatamente parte della narrazione (e dell’atmosfera) viene salvata dall’ottimo comparto sonoro, forte di melodie molto interessanti e del bellissimo main theme: buon doppiaggio, seppur non eccelso, arricchito dalla voce di Angelo Branduardi che si conferma possessore di una voce suadente e piacevole che pecca giusto in termini di recitazione. Il “menestrello” ha un timbro vocale inconfondibile, ma sembra che stia leggendo un testo scritto considerata la cadenza con la quale si esprime. Eselmir e i cinque doni magici è un titolo traballante, che si salva esclusivamente grazie ad un buon accompagnamento sonoro e ad un setting molto dettagliato che purtroppo non riesce a risaltare come dovrebbe a causa di una narrazione eccessivamente prolissa e realizzazione tecnica fin troppo grezza.
PRO:
- Colonna sonora di grande impatto, piacevole sotto tutti i punti di vista
- Ottima longevità
- Storia complessa, ricca di dettagli…
CONTRO:
- …che purtroppo si scontra con una narrazione inutilmente prolissa e verbosa
- Esteticamente grezzo, le animazioni sono al limite del tollerabile
- Level design con molte sbavature
Versione Testata: PC
Voto: 6