Dopo una campagna Kickstarter di successo, l’indie di Snowcastle Games è stato accolto praticamente su tutte le piattaforme di gioco possibili ad eccezione delle console Nintendo.
Ma come ignorare la ibrida Switch, sede per numerosissimi titoli indie, anche di enorme successo come Celeste, Axiom Verge, Shovel Knight e Super Meat Boy? Earthlock non si lascia sfuggire l’occasione e dopo un primo momento di esclusività Microsoft riesce a ritagliarsi un piccolo spazio anche sull’ultima console best-seller della casa di Kyoto, arricchendo il catalogo di giochi di ruolo a turni.
Traendo esempio dai grandi del passato
Earthlock fa tesoro delle esperienze maturate con saghe come Final Fantasy, Chrono Trigger e Dragon Quest per convogliare al proprio interno quanto abbiamo trovato di indimenticabile nei suddetti franchise: un sistema di gioco che consente di cambiare ”classe” in qualsiasi momento nel corso della battaglia senza sprecare un singolo turno, un sistema di crescita che offre infinite possibilità di potenziamento delle statistiche dei propri compagni e un sistema di crafting che mediante una specifica hub di gioco permette di ottenere in maniera mediamente veloce ed indolore gli ingredienti necessari alla creazione di oggetti e Talenti. In tutto ciò, non abbiamo accennato alla storia: proprio perché non risulta tra i pro esposti finora.
Impersonando un giovane scavatore cresciuto da un pesce-martello antropomorfo di nome ”zio Benjo”, Amon nutre da sempre una forte passione per l’esplorazione e nel corso di un approfondito setacciamento di alcune rovine scopre un antico artefatto che minaccia di sconvolgere per sempre il mondo da lui conosciuto. Con l’avanzare dell’avventura, il ragazzo e l’inseparabile zio faranno la conoscenza di nuovi personaggi, che per un motivo o per un altro decideranno di unirsi alla vostra squadra carichi dei relativi problemi, come un mago di nome Gnart insicuro delle proprie azioni e dalla bassa autostima (strizzatina d’occhio a Vivi di Final Fantasy IX). Da tali premesse si può dedurre che Earthlock in termini di storia, per quanto possa ricalcare il modello di Final Fantasy IX ed il suo magnifico viaggio, manca decisamente di creatività data la spiccata sensazione di déjà vu che pervade ciascuna vicenda, e infatti per tutto il corso dell’avventura vi sentirete per lo più dei semplici viaggiatori in un mondo reso poco ospitale a causa di un cataclisma.
Un RPG spiccatamente old-school
Se la trama non rappresenta un incentivo per proseguire l’esperienza di gioco, probabilmente lo costituirà il gameplay e l’esplorazione della world map: caratterizzato da un sistema di gioco a turni alquanto insolito per un RPG di produzione occidentale che consente di cambiare in qualunque momento approccio alla battaglia che vi si porrà davanti attraverso armi a distanza, magie e attacchi melee, proprio come se si stesse ‘switchando’ job, Earthlock è pervaso da uno spirito old-school che lo rende accattivante per gli amanti del genere. Potrete spostarvi da un’area all’altra di gioco attraverso una world map strutturata nella maniera più classica possibile (telecamera fissa, nemici su schermo, la pressione di uno specifico tasto permette la priorità in battaglia), tuffandovi in dungeon composti spesso da enigmi di facile risoluzione, e incrociando nel cammino NPC a cui potrete prestare ascolto (e magari anche una mano per dare il via a missioni secondarie).
In termini di grafica e colonna sonora, Earthlock è l’ennesimo indie costituito da un comparto artistico dimenticabile. Per sopperire a modelli poco definiti dei propri personaggi, troveremo una telecamera che astutamente proporrà precise inquadrature, in particolar modo nei momenti di dialogo, immancabilmente accompagnati da un balloon di testo data l’assenza di doppiaggio. Le ambientazioni, poco ispirate al pari del design del cast di gioco, condividono il medesimo meccanismo di inquadrature fisse da cui traspare solo ciò che gli sviluppatori vogliono mostrare. A rendere la resa grafica un po’ più vivace, troviamo fortunatamente delle colorazioni accese, idonee allo stile ”cartoon” del titolo, in grado di offrire linfa vitale alle varie location che andremo a visitare. Vita che tuttavia si spegne completamente con il comparto sonoro, totalmente anonimo e incapace di donare pathos ai (pochi) momenti significativi dell’avventura.
PRO:
- Un RPG old-school accattivante per gli amanti del genere
- Sistema di crafting ingegnoso
- Possibilità di cambiare in qualunque momento nel corso degli scontri stile di combattimento
CONTRO:
- Decisamente dimenticabile in quanto a trama
- Colonna sonora anonima e per nulla incisiva
- Graficamente poco ispirato
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La versione Nintendo Switch non presenta la localizzazione in italiano a differenza delle controparti Sony e Microsoft
Versione provata: Nintendo Switch
Voto: 6