Dopo aver lasciato il segno nel mondo dei picchiaduro 2D, Dragon Ball ritorna a far visita al mondo dei videogiochi con Dragon Ball Z: Kakarot. Questa volta, grazie ad un tocco più orientato al mondo degli RPG che ai picchiaduro, le avventure di Goku non si concentreranno sul perfezionamento delle combo, dei tempi di risposta e delle parate bensì sulle dinamiche legate alla trama ed all’universo immaginario di Dragon Ball. Dalla matita di Akira Toriyama alle animazioni di CyberConnect2, Dragon Ball Z: Kakarot prende vita e promette di lasciare il segno tra i numerosi titoli dedicati alla saga nel corso della storia.
Kamehameha!!
Tutti noi, una volta nella vita, abbiamo provato a lanciare un’onda energetica o alzato le mani al cielo nella speranza di veder spuntare una Genkidama. Dragon Ball, con buona pace dei detrattori, è riuscito a segnare generazioni di bambini grazie alla sua semplicità al fascino dei suoi personaggi ed alla capacità di rinnovarsi costantemente. Largamente considerata come la migliore espressione della saga, Dragon Ball Z rappresenta per molti il punto più alto raggiunto dalle avventure di Goku e compagni. Partendo dalla saga di Radish fino ad arrivare all’epilogo con Majin-Bu, Dragon Ball Z ha lasciato dietro di sé una scia di personaggi iconici ed universalmente riconosciuti. Dragon Ball non è sicuramente estraneo al mondo dei videogiochi, dalla saga di Budokai Tenkaichi a Xenoverse fino ad arrivare al più recente Dragon Ball Fighter Z. Annunciato durante lo scorso E3, Dragon Ball Z: Kakarot è subito riuscito a destare l’attenzione del pubblico grazie alle sue meccaniche, per la prima volta, non basate sul “semplice” brawler che siamo abituati a vedere bensì a quello che sembra essere un vero e proprio Action RPG basato esclusivamente sulla storia raccontata attraverso i manga/anime.
Bastano davvero pochi minuti di gioco per capire quanto amore e quanta passione i ragazzi di Cyberconnect2 hanno messo all’interno di Dragon Ball Z: Kakarot. Senza tanti giri di parole, il titolo è davvero l’espressione più fedele al mondo di Dragon Ball mai vista in un videogioco. Un tributo all’anime ed al manga che riesce a toccare il cuore degli appassionati raccontando la storia in una trasposizione videoludica davvero incredibile. Dalle animazioni agli scenari, i colpi più potenti, i dialoghi e le immagini che sono rimaste impresse nelle nostre menti durante i pomeriggi passati a guardare l’anime, Dragon Ball Z: Kakarot riproduce fedelmente gli eventi narrati in Dragon Ball Z. L’impostazione macroscopica della narrazione funziona infatti allo stesso modo dell’anime, ogni episodio viene introdotto da una voce fuori campo che racconta gli eventi mentre a far da sfondo alle immagini a schermo scorre la stessa colonna sonora dell’anime, un colpo al cuore che difficilmente lascerà indifferenti gli appassionati.
Dragon Ball Z: Kakarot non è però soltanto fanservice come le malelingue potrebbero trovarsi a pensare, la meticolosità, l’attenzione al dettaglio anche verso il personaggio più marginale e secondario tramettono con grandissima intensità una passione sconfinata per l’universo concepito da Toriyama.
Cha-la Head Cha-la
A rafforzare il concetto di Action RPG a discapito del picchiaduro puro, Dragon Ball Z: Kakarot mette sul piatto una miriade di elementi riconducibili ai classici JRPG, da elementi secondari come la pesca, la cucina e la raccolta di materiali fino ad arrivare alle sinergie tra i personaggi ed i bonus ottenibili. Una delle meccaniche più interessanti del titolo è infatti quella delle “Comunità”, le comunità rappresentano delle vere e proprie categorie di personaggi e forniscono dei bonus su svariati fronti. La comunità dei Guerrieri Z, ad esempio, capitanata proprio da Goku fornisce dei bonus al combattimento, assegnando vari personaggi alla comunità è possibile sia accumulare bonus attraverso le sinergie che incrementare il livello dei personaggi ed ottenere collezionabili, ingredienti ed oggetti di vario genere. Le sinergie sono formate da accoppiamenti di due o più personaggi strettamente legati tra loro da un fattore comune, una sinergia è formata ovviamente da Goku e Gohan ma scopriremo, man mano che andiamo a riempire il roster di personaggi che è possibile concatenare più sinergie.Ad esempio il rapporto padre-figlio tra Gohan e Goku è estendibile aggiungendo Piccolo accanto a Gohan formando un rapporto di allievo-maestro, ogni sinergia fornisce un bonus in base alla comunità.
In questo modo Dragon Ball Z: Kakarot riesce sia a proporre un sistema di vantaggi abbastanza intelligente ed innovativo ma allo stesso tempo riesce a far leva sulla lore della saga per spingere il giocatore a trovare il setting perfetto. Uno degli elementi che va a rimarcare il distacco tra Dragon Ball Z: Kakarot e tutti gli altri titoli dedicati alla saga è sicuramente la componente Open World. In Dragon Ball Z: Kakarot avremo infatti la possibilità di esplorare in lungo ed in largo il mondo di gioco e, tra esplorazioni e missioni secondarie di contorno, la carne al fuoco può diventare davvero tanta. Si, probabilmente fermarsi a pescare quando a meno di un chilometro di distanza vi è la missione principale che deciderebbe le sorti del mondo potrebbe essere inopportuno ma è proprio questo sapore da RPG che rende Dragon Ball Z: Kakarot un titolo davvero interessante e fondamentalmente diverso da quanto visto finora.
Durante il gioco ci ritroveremo a vestire non soltanto i panni di Goku ma anche dei personaggi più importanti della saga, il tutto strettamente legato alle vicende della trama principale. Senza paura di fare alcun tipo di spoiler, avremmo voluto percorrere il serpentone vestendo i panni di Goku ma, forse giustamente, il titolo ha deciso di concentrarsi di più sull’allenamento di Gohan in vista dell’arrivo dei Sayan. Piccole delusioni personali a parte, Dragon Ball Z: Kakarot riesce a stimolare il giocatore nella progressione non soltanto della trama principale ma anche a tutti quegli elementi di contorno che arricchiscono il mondo di gioco. Dal leveling delle abilità fino alle sessioni di addestramento che ci permettono di sbloccare nuove mosse, la sinergia delle componenti di gioco di Dragon Ball Z: Kakarot è davvero incredibile. Durante le fasi di esplorazione potrebbe tuttavia arrivare quella sensazione di “vuoto” in cui spesso si incorre nei titoli Open World, eccezion fatta per le attività secondarie infatti, il mondo di gioco è praticamente impassibile alle nostre azioni.
Il super sayan della Leggenda
Data la natura quasi ruolistica di Dragon Ball Z: Kakarot, il sistema di combattimento passa sicuramente in secondo piano non soltanto perché l’attenzione del giocatore viene inevitabilmente spostata altrove ma soprattutto perché il titolo non propone la profondità immensa che abbiamo trovato nel suo predecessore. Il nostro consiglio è quello di non cadere nell’errore di valutare Dragon Ball Z: Kakarot come un picchiaduro, il sistema di combattimento è infatti a dir poco semplicistico, un tasto per gli attacchi corpo a corpo e le combo, uno per gli attacchi ad energia ed uno per ricaricare l’aura, sono questi i fondamenti del sistema di combattimento. Il pezzo forte ovviamente è costituito dalle trasformazioni e dagli attacchi speciali per i quali basterà premere L1 + un tasto precedentemente assegnato per eseguire l’attacco. Nonostante l’evidente semplicità, i combattimenti di Dragon Ball Z: Kakarot sono tutt’altro che facili da affrontare, soprattutto quelli legati alla storia principale. Ogni personaggio ha infatti un move-set unico ed una serie di attacchi speciali che richiederanno una certa prontezza di riflessi per essere schivati correttamente. Scardinati i canoni del picchiaduro a favore di un action più frenetico Dragon Ball Z: Kakarot adotta dunque degli espedienti di gameplay piuttosto interessanti, rendendo i combattimenti contro i nemici più agguerriti una vera sfida fatta di pattern e previsioni. Prendere sotto gamba il livello di sfida del titolo potrebbe portare il giocatore a dover ripete un combattimento che può arrivare a durare anche dieci minuti, per cui vi consigliamo di fare attenzione. Bastano le prime due ore di gioco per digerire il fatto che non si ha tra le mani un picchiaduro e, una volta assimilato questo concetto, l’esperienza di gioco diventerà più stimolante e divertente.
A corredare tutte le meccaniche di gioco troviamo invece la componente cucina, per alcuni trascurabile, capace di fornire al giocatore dei bonus permanenti ed altri temporanei. Le ricette più prelibate, dal semplice piatto da preparare al falò fino ai menù completi, si ha sempre la possibilità di migliorare le statistiche del nostro personaggio. Tra gli aiuti in battaglia, oltre ai bonus forniti dalla cucina, possiamo utilizzare degli oggetti curativi impostati prima del combattimento e, in diversi casi non ci troveremo a combattere da soli. Capiterà abbastanza spesso di affrontare uno o più nemici con il supporto di un alleato, il nostro compagno può essere un eroe di attacco, difesa o supporto e, in base alla tipologia, potremo godere di benefici differenti e di uno stile di gioco adeguato al ruolo del personaggio. Insomma, Dragon Ball Z: Kakarot si cala sempre di più nei panni dell’RPG e lo fa attraverso delle soluzioni di gameplay davvero interessanti e stimolanti. Le fasi che intervallano i vari combattimenti danno infatti quel respiro che spesso mancava nei titoli precedenti, aprendo un mondo diverso dalla solita sequela di combattimenti ed aprendo le porte verso un mondo da esplorare.
Dalla matita al pixel
L’impatto grafico del titolo è davvero impressionante, dalle animazioni dei personaggi agli effetti particellari, il titolo di CyberConnect2 riesce a rendere l’esperienza di gioco di Dragon Ball Z: Kakarot una vera gioia per gli occhi grazie ad un ottimo cel-shading. Eccezion fatta per il mondo di gioco che, purtroppo, si presenta spesso scarno e poco curato. Le battaglie sono tuttavia rese in modo magistrale e l’ispirazione all’anime dalla sigla iniziale fino ai combattimenti più iconici permea l’intera esperienza di gioco. Durante la nostra prova su Playstation 4 non abbiamo notato problematiche tecniche particolarmente gravi, il titolo riesce a mantenere i 30FPS senza alcuna difficoltà e, fatta eccezione per qualche stuttering occasionale, ci lascia abbastanza soddisfatti. I tempi di caricamento risultano essere invece piuttosto consistenti soprattutto durante le fasi di viaggio rapido o durante il caricamento del salvataggio all’avvio del gioco. Il titolo riesce a difendersi molto bene anche in termini di longevità, proponendo a corredo di una trama principale davvero consistente, una serie di attività secondarie che porterà via diverse decine di ore ai giocatori più incalliti.
L’esperimento condotto da CyberConnect2 con Dragon Ball Z: Kakarot è stato dunque un successo, un punto di partenza sicuramente importante con tantissimi spunti da migliorare ma altrettanti elementi azzeccati. Saremmo sicuramente curiosi di vedere questa impostazione anche in contesti come Dragon Ball GT o Dragon Ball Super con tanto di corredo dei vari OAV. Questa è sicuramente il modo giusto di proporre Dragon Ball nel mondo dei videogiochi, una soluzione scalabile e dinamica che riesce a tenere incollato il giocatore e che tocca il cuore degli appassionati.
PRO:
- Fedeltà al manga/anime davvero incredibile
- Narrativamente imponente
- Meccaniche Open World ancora acerbe ma comunque coinvolgenti
- Ottima resa delle animazioni
CONTRO:
- Il mondo di gioco può risultare scarno
- Qualche tentennamento tecnico sulle textures ambientali
- Attività secondarie trascurabili ma comunque interessanti
Versione Provata: Playstation 4
Voto Finale: 8.5