La fantascienza ha sempre avuto un notevole impatto come genere nei media, dal cinema ai videogiochi, per la sua vasta attrattiva, gli scenari sconfinati e incredibili che ci permettono di esplorare con l’immaginazione e un generico “bubbling” – la possibilità di inventarsi idiomi immaginifici e strambi pronti a servire ogni esigenza letteraria e non – ogni tipo di ambientazione, dalla più utopistica alla più malsana. Proprio in questi giorni esce un gioco un po’ attempato già presentato su Steam e appena riesumato per Playstation 4, Xbox One e Nintendo Switch: Deep Sky Derelicts dispinibile con i suoi dlc in un unico pacchetto chiamato Definitive Edition, che comprende il gioco originale ed i suoi ampliamenti. Un gioco che parla appunto di mondi lontani e di mostruosi esseri pronti ad attaccarci, di derelitti dispersi nello spazio profondo e robot dal comportamento umano e accondiscente. Al di là dei contenuti, come nel caso di ogni conversione su console, vi starete domandando in primis come sia questo gioco; nel secondo caso quanto valga la pena di comprarlo, considerati i problemi comuni a tutte le conversioni. Com’è andata secondo voi?
Lasciata all’immaginazione
La trama del gioco è semplice e non occupa molto più di una riga, sebbene lasci tantissimo all’immaginazione del giocatore. In Deep Sky Derelict Definitive Edition siamo catapultati difatti in un futuro oscuro, distopico e a tratti umoristico: come ogni volta l’umanità è andata per i fatti suoi nello spazio e non contenta, si è divisa in due classi sociali percepibili, una fatta di privilegiati semi-cibernetici e l’altra di poveretti che raschiano il fondo esplorando stazioni spaziali abbandonate e navi aliene. I nostri personaggi saranno tre a nostra scelta, tre poveri mercenari obbligati a sopravvivere vendendo e usando i resti ritrovati in questi relitti: assoldati dalle alte schiere con la possibilità di ottenere come ricompensa il diventare cittadini di serie A, questi umani costretti a vivere di acqua, aria e cibo sintetici vengono adescati e spediti a raccogliere dati ed elementi per ritrovare una mitica nave aliena dispersa nello spazio, chiamata astronave madre, “Mothership”. Ovviamente, tutto quello che desiderano una volta iniziato è uscirne vivi.
Imbarazzante… nel senso cattivo.
Deep Sky Derelicts è un videogioco di carte a turni 2D, incredibilmente complesso e semplice al tempo stesso. All’avvio della partita potremo estrarre casualmente una squadra di tre mercenari modificabili per classe e specialità ma a cui non potremo cambiare le statistiche, pronti per una sana gita nello spazio. L’inizio della storia è veramente lasciato del tutto intendere al giocatore tra un testo e l’altro, così come la trama: un breve dialogo ci introdurrà alla nostra prima missione a partire dalla stazione centrale del gioco, il nostro hub, e nient’altro fino all’arrivo degli scavenger sulla prima nave, dove con qualche parola ci verrà vagamente spiegato come gestire l’unico e vero consumabile del gioco – l’energia col quale dovremo muoverci e combattere – e nient’altro. Nessun tutorial, nessuna introduzione, nessuna spiegazione precisa di cosa toccare, come modificare, di dove gestire l’inventario… niet, nada, nothing. E già questo dovrebbe far suonare tutta una serie di primi allarmi rossi e campanelle. Ciònonostante, nel nostro caso il buonsenso da recensore (ed il senso del dovere, anche quello) tamponano il misfatto e quindi la vostra prode si appresta a imparare ad andare a naso in un gioco che appare analogo al più famoso Darkest Dungeon, navigando in infiniti menù pieni zeppi di testo di cui non si capisce bene il contesto. Così, selezionando gli eroi sulla semplice base del senso di ragno tipico del giocatore incallito, partiamo per la prima missione e preghiamo di avere energia, soldi, equipaggiamento ma sopratutto di trovare qualcosa da rivendere per pagare le bollette della nave e coprire le spese mediche in caso gli scontri vadano male. E fin qui non sembra andare neanche così male in quanto possiamo scegliere davvero da un vasto range di classi, che vanno dal cercatore di tesori allo specialista medico, tecnico o al combattente, che variano per statistiche di partenza e vengono poi ridefiniti nel loro contesto dalla specializzazione. Mentre la combinazione classe-specializzazione ci permetterà di accedere all’immancabile albero delle abilità, meccanicamente ben costruito e diviso in due rami di competenza, l’equipaggiamento ritrovato nella ricerca contribuirà enormemente a variare le statistiche ed il bilanciamento della nostra squadra, permettendoci di acquisire mod con carte pescate casualmente dal mazzo via via più potenti e variegate, con diversi effetti diretti e passivi. Qua salta fuori il secondo grosso problema causato dalla mancanza di un tutorial e dalla conversione probabilmente non ottimizzata: l’impossibilità di leggere le minuscole descrizioni delle carte a schermo, ingrandibili una per una, e la sovrapposizione di descrizioni su menù e altre descrizioni, che concretamente ci impediranno sia di comprendere nell’immediato l’effetto delle varie carte, sia di apprendere come funzioni per bene l’inventario costruito ad incastri non impossibile da gestire via pc ma praticamente inconcepibile per un pad. E’ bene essere chiari: servono mouse e tastiera (ma sopratutto mouse) per provare e verificare le varie combinazioni tra armi/strumenti base, le loro mod e se tutto questo è compatibile con la classe di un dato scavenger, senza impazzire nel controllare ogni cosa ripetutamente, evitando anche di comprare oggetti che non ci serviranno e spendere preziosi crediti nel nulla più assoluto. Un aspetto considerevolmente discriminante se unito alla complicatezza del sistema, alla difficoltosa lettura, ai menù sovrapposti e ad un’eccessiva larghezza delle inquadrature, che tagliano fuori parte dell’immagine e delle indicazioni sull’uso dei tasti a schermo, aspetti che avrebbero dovuto essere rifiniti e attentamente controllati nella conversione ma che sono invece stati trascurati in maniera quasi imbarazzante.
A seguito di un sistema d’equipaggiamento straziante, il gameplay risulta essere ancora acerbo, ma godibile e solo superficialmente paragonabile a Darkest Dungeon: abbiamo in entrambi i casi l’uso di una risorsa unica e difficilmente reperibile (nel primo caso la torcia; nel nostro l’energia) dentro e fuori dai combattimenti; ma al netto di tutti gli elementi le somiglianze terminano qui. Deep Sky Derelicts ha più caratteristiche in comune con un classico RPG a turni da mobile difatti, dove al posto dei comandi possiamo trovare un deck di carte suddivise per personaggio e divise in varie tipologie di supporto, attacco e cura, ognuna con effetti e proprietà uniche che verranno estratte a caso durante gli scontri. Difficile quindi estrapolare un’esatta strategia di gioco, dove l’imprevedibilità la fa da padrone: una scelta particolare che potrebbe non piacere a tutti ma che diverte ed entusiasma, coinvolge e invoglia agli scontri, nonostante non risolva nè annulli il problema a cui sono soggetti questi ultimi – un mostruoso level gap che potrebbe risultare frustrante da gestire al primo livello, con nemici che ci lasceranno uscire vivi per puro miracolo dai combattimenti, ma che si andrà a smorzare dopo la prima missione con equipaggiamenti mirati e abilità potenziate.
Come detto prima, i nostri eroi visiteranno relitti in orbita attorno a vari pianeti, generati proceduralmente per nome, aspetto e quest. L’esplorazione dell’ambiente avviene tramite la mappa, suddivisa in una scacchiera dove potremo dirigerci dove vogliamo, tenendo d’occhio le riserve di energia – il carburante di ogni cosa. Ogni azione dentro e fuori dal combattimendo difatti ne consumerà un po’: rimanerne senza significherà non fare ritorno all’attracco verso il nostro hub, e non poter combattere le minacce. Un sistema che promette un game over praticamente automatico, limato solo parzialmente dalla possibilità di riacquistarla dai mercanti, ritrovarla casualmente per la mappa, convertire tutta l’equip ritrovata in energia e perfino di cambiare l’andatura dei personaggi, consumando più energia per movimenti stealth e meno per azioni rocambolesche e affrettate, che risulteranno in un’inevitabile serie di scontri casuali. Anche qui la mancanza di un tutorial risulta pesante, in quanto senza spiegazioni possiamo solamente immaginarci l’effetto del cambio di andatura – prima di andarci a sbattere contro. Allo stesso modo abbiamo solo un’idea dell’area “scannerizzata” attorno a noi, che andremo ad analizzare di quadrato in quadrato e in cui saranno distribuiti negozianti, quest ed eventi, con vari simboli che segnaleranno aree interessanti che ci potrebbero causare anche effetti secondari – ovviamente spiegati a malapena dal gioco. Infine, nella mappa troveremo anche vari punti di attracco, che serviranno per tornare all’hub centrale composto da vari edifici a rifornirci di tutto l’occorrente – dall’energia al ripristinare gli hp dei nostri scavenger, all’oggettistica, a migliori scanner e impianti cibernetici.
Unica e particolare
Se da un lato Deep Sky Derelitcs può essere difficile nel gameplay e risultare indecifrabile per la mancanza di spiegazioni, e divertente solo sotto il punto di vista dell’esplorazione e dei combattimenti, dall’altro a fare da comparto tecnico abbiamo una grafica che eccelle e coinvolge nelle atmosfere sci-fi. Ci troviamo difatti davanti ad un lavoro mostruoso di grafica 2D, piegata al volere dello schermo per dare l’impressione di star giocando un fumetto, con tanto di vignettatura alle scene di combattimento dove i nostri personaggi “urleranno” al cielo i loro poteri e onomatopee varie. Lo stile di disegno è unico, una vera perla buia e contorta seppur colorata, e ci permette di calarci completamente in questo futuro distopico dove l’umanità ha fatto il passo più lungo della gamba. Si avrà l’impressione vivida di vivere nei panni di uno sfortunato scavenger costretto a vagare nei derelitti alla ricerca del suo premio mentre tutto attorno cade a pezzi, e tale vividezza rimane sia che si stia parlando dei nostri personaggi scelti, sia nel caso di PNG, robot, alieni o nemici, davvero resi al meglio – facenti parte di side quest che introducono testi e documenti scritti paradossalmente meglio della trama stessa, anche se senza un minimo di background nè un accenno al loro passato. Si vorrebbe sapere di più di loro e delle loro storie, viene davvero naturale. Nonostante l’assenza delle animazioni, il comparto artistico è fenomenale e la qualità dei disegni non fa sentire la mancanza del 3D: punto di forza così buono da quasi salvare il gioco in tronco, ma c’è di più. Anche se il comparto sonoro è privo di voci, non mancheranno i suoni, i rumori di gioco presenti nel sottolineare alcune vignette o avvenimenti. Oltre a questo, verremo costantemente accompagnati da una musica onirica, sinistra ma anche piacevole, mai stancante, che rievoca antichi orrori dal passato, tragedie ma anche piccoli momenti di gioia (costituita dal poter essere ancora vivi per raccontarlo, principalmente). Le musiche sono l’altro piatto forte di Deep Sky Derelicts e vi assicuro che una volta che le avrete sentire non potrete farne più a meno.
Purtroppo oltre alla storia e alle side quest dovute all’esplorazione, il gioco non vanta molto altro da fare: Deep Sky Derelicts durerà al massimo cinque, sei ore se vorrete starci su parecchio tempo per esplorare tutto l’esplorabile, ma non offre altro. Inoltre non c’è ancora una localizzazione italiana del titolo, per ora presente solo in varie lingue tra cui l’inglese: non un problema, ma di sicuro questa è una particolarità che lo renderà difficile, se non impossibile da affrontare a chi non sia già molto bravo con l’inglese, sia per l’uso di molti termini desueti che per le palate di testo da leggere.
PRO:
⦁ Grafica impressionante
⦁ Sonoro coinvolgente
⦁ Ambientazione unica, intrigante
CONTRO:
⦁ Gestione inventario orripilante
⦁ Mancanza di tutorial
⦁ Level gap fatale per chi si approccia per la prima volta
Versione provata: Ps4
Piattaforma: Pc, Ps4, Xbox One, Switch
Pegi: 18+
Longevità: 5-6 ore
Sviluppatore: Snowhound Games
Editore: 1C Entertainment
Lingua: Inglese, Francese, Tedesco, Spagnolo, Russo (interfaccia e sottotitoli)
Anno: 24 marzo 2020
Tipologia: Strategico, carte, GDR