Parlando di strategici e trappole il primo titolo a venire in mente è Dungeon Keeper; eppure un anno prima che Peter Molyneux presentasse il suo “simulatore di dungeon”, Tecmo pubblicò il primo Deception su Psx, caricando il suo titolo con una venatura di crudeltà inedita. Dopo quasi vent’anni e 5 titoli è il turno di conoscere la Principessa dell’Incubo in questa versione espansa di Deception 4: Blood Ties.
Non esattamente due principesse da fiaba
Il nuovo personaggio, Valguirie, ha il compito di mietere le vite dei cavalieri che entrano nel suo castello con lo stesso scopo della sorella Laegrinna. Per fare questo la protagonista deve disseminare il castello di trappole facendo in modo che gli invasori ne cadano vittima e ingegnandosi per inanellare combo articolate e complesse. Il repertorio a disposizione attinge da qualunque tradizione storica, ispirandosi all’immaginario “filmico” composto da tombe sudamericane, piramidi egizie e castelli medievali. I nemici possono essere colpiti a tradimento da una freccia scoccata da un buco posizionato lungo la parete, essere schiacciati da macigni giganti presi in prestito da Indiana Jones, cadere in botole, oppure essere imprigionati da tagliole che precedono lame affilate in caduta dal soffitto, giusto per citarne alcune. In aggiunta alle trappole posizionabili a piacimento dal giocatore, le combo potranno essere estese interagendo con trappole “fisse” a seconda della sala del castello, per ottenere risultati ancora più letali. La protagonista in tutto questo ricoprirà anche il ruolo di esca, oltre che di carnefice, muovendosi per il castello per attirare i nemici e dovendo schivarne gli attacchi (oltre ad evitare di cadere nei suoi stessi tranelli).
Dungeon Keeper in salsa di soia
Le due fasi dell’azione vengono gestite in maniera diversa: per posizionare le trappole si utilizza un menù a scacchiera, mentre la fase di fuga e combattimento viene gestita in terza persona. Diversamente dai canoni della serie Valguirie però può attaccare fisicamente i nemici, calciandoli verso le trappole o calpestandoli per infierire su di loro, assumendo un’interazione più attiva, mentre Laegrinna può solo scappare in attesa che le trappole piazzate siano cariche. I nemici, dal canto loro, utilizzano armi e abilità di ogni tipo, costringendo il giocatore a imbastire attacchi, trappole e combo su misura; i classici cavalieri corazzati non verranno immobilizzati dalle tagliole e non vengono danneggiati dalle frecce, richiedendo l’ausilio dell’artiglieria come macigni o lame giganti per spezzare le armature e renderli vulnerabili. Gli incursori sono decisamente più agili a schivare e devono essere storditi per diminuire la loro evasione, gli arceri o i maghi invece tendono ad attaccare a distanza rendendo preferibile usare pareti mobili o rampe nascoste nel pavimento per proiettarli verso zone più letali.
La modalità “Quest” di Valguirie inoltre presenta varie sotto-sfide, non tutte necessarie per proseguire nella trama, ma molte indispensabili per ampliare il proprio arsenale di tranelli, aumentando la difficoltà della componente strategica. L’intelligenza artificiale difatti non brilla per tattiche elaborate, limitandosi ad attaccare secondo schemi abbastanza ripetitivi o schivando le trappole già usate. Questa scelta sembra contrasto con l’impostazione in terza persona, da cui si aspetta sequenze più incentrate su azione e riflessi ma in realtà riflette l’intenzione degli sviluppatori di concentrare la sfida sull’aspetto strategico e sull’uso sequenziale di trappole.
Cenerentola, sei tu?
Queste vengono divise in categorie riguardanti il posizionamento come il soffitto, il pavimento o le pareti oppure la natura del danno inflitto come sadistico, umiliante o sofisticato. Precipitare un cavaliere dentro una gabbia per imprigionarlo darà molti punti “umiliazione”, invece quando un pavimento a molla proietta un arciere in un cannone che lo spara contro la parete avrà un elevata ricompensa “sofisticata”. La divisione per categorie di danno diventa centrale per distinguere lo stile di gioco, diversificando gli attacchi e fornendo materiale per le sotto-sfide.
Un piccola chicca è anche la presenza-cameo delle altre principesse protagoniste dei passati Deception, utilizzabili nella modalità a missioni dopo essere state sconfitte nella campagna di Valguirie.
La vera nota dolente di Deception 4 però è la componente grafica: palesemente pensata per girare su Playstation3 e Ps-Vita e anche su queste console decisamente al di sotto della media. In Europa la sua unica uscita retail è limitata al mercato Playstation 4, su cui rischia di sfigurare maggiormente al confronto grafico con la concorrenza (mentre per Ps3 e Ps-Vita è disponibile unicamente in versione digitale).
La longevità delle due campagne si mantiene su buoni livelli intrattenendo per una quindicina di ore e anche oltre se si utilizza la modalità “Editore” per creare livelli e nemici e scambiarli con altri utenti.
Pro
- molto originale
- offre molte possibilità e combo per variare la giocabilità
Contro
- graficamente arretrato
- più che un capitolo nuovo è un’edizione espansa del predecessore