La lotta contro il crimine impazza per le vie di Londra. C’è bisogno di uno sforzo maggiore, di qualcuno che possa effettivamente rompere gli equilibri e dare un letterale pugno in faccia ai felloni più cattivi. In Deadbeat Heroes, vestiremo i panni di un improbabile eroe armato di guanto, istruito dalla possente guida di Captain Justice. Non è l’eroe di cui avremmo bisogno, ma è l’eroe che abbiamo.
Chi vuol essere un eroe?
Deadbeat Heroes ci presenta una spassosa versione della lotta alla criminalità, con il nostro eroe intento a mettere i bastoni tra le ruote alle organizzazioni criminali, attirando sempre di più le loro attenzioni. Nonostante la premessa narrativa sia decisamente qualcosa di già visto, è nell’esecuzione che Deadbeat Heroes prova a fare la differenza. Attraverso dialoghi completamente doppiati, verremo immersi in un’atmosfera leggera e spassosa, ricca di personaggi curiosi e gag. E, tutto sommato, nonostante non riescano a brillare in originalità, i vari personaggi incontrati sono riusciti a strappare qualche sorriso con alcuni dialoghi più riusciti di altri. Alcuni dettagli dell’ambiente e dell’hub non bastano comunque per parlare di vera e propria caratterizzazione. Infatti l’impianto narrativo si ferma qui, lasciando intendere il suo ruolo di riempitivo rispetto alla centralità del gameplay.
Il guanto delle infinite botte
Deadbeat Heroes si presenta come un brawler in isometrica caratterizzato da azione frenetica e, almeno inizialmente, da una gran dose di button mashing. Sarà necessario ripulire una serie di stanze, collezionando bonus (ad esempio salvando civili), mentre ci si fa strada verso la stanza finale. Il sistema di combattimento risulta fin da subito estremamente fluido e facile da padroneggiare grazie alla sua grande semplicità: salti, dash a terra e aerei e possibilità di camminare sui muri per riuscire a piazzare colpi alle spalle più efficienti. Se infatti nelle primissime fasi questo verrà utilizzato come semplice sfoggio di stile, nei livelli più avanzati diverse varietà di nemici con relative forze e debolezze ci costringeranno spesso a variare il nostro stile di gioco per riuscire ad abbatterli in modo efficace. Per fare ciò, sarà spesso molto utile riuscire a sfruttare l’ambiente grazie alle possibilità messe in campo dal leggero, ma convincente, motore fisico: ogni oggetto presente in gioco sarà infatti un potenziale bersaglio su cui scagliare il fellone di turno per massimizzare il danno e creare combo sempre più lunghe. Utilizzare strategie del genere è spesso il modo migliore per riuscire a concatenare attacchi, soprattutto considerando che il sistema di combattimento in sè non prevede combo complesse o sequenze particolarmente variegate: del resto, c’è un solo pulsante di attacco. Tuttavia, man mano che proseguiremo nella nostra avventura potremo scoprire nuove mosse, nuove super e un team di eroi che contribuiranno a rendere il tutto un pò più vario. E’ da sottolineare la, quasi vitale, presenza di una co-op a 2 giocatori. Essa è importante perchè riesce a dare ancora più vita ad un titolo che, se affrontato in solitaria, può metterci davvero poco per diventare piuttosto blando e ripetitivo, sebbene in questo caso diverse limitazioni di design non le permettano di essere godibile al 100%. Le sonore mazzate, il tentativo di raggiungere un buon grado a fine livello e la buona dose di humor non bastano per scacciare la frustrazione data da un dettaglio di game design che mi ha lasciato decisamente perplesso. E’ stata inspiegabilmente aggiunta la necessità di ripetere, in caso di sconfitta contro un boss, anche livelli precedenti per riottenere ranghi sufficienti e avanzare. Se questo ha aumentato talvolta l’adrenalina di alcune boss fight che ci facevano temere di dover tornare indietro a ripetere tutto in caso di morte, quando ciò è successo la voglia di giocare si è completamente spenta. Ad aggiungersi a ciò, la sconfitta costringeva anche il ripetersi dello specchietto informativo sui nemici, che tagliava ulteriormente una fase di gioco che già di per sè costituiva qualcosa di già visto e privo di particolare interesse. Insomma, un neo decisamente fastidioso e tutt’altro che trascurabile, soprattutto considerando il tono e la leggerezza che il gameplay vuole trasmettere fin da subito.
Botte e tecnica
Nonostante l’estrema semplicità tecnica, Deadbeat Heroes riesce a proporre uno stile fumettoso riuscito e godibile. Siamo ovviamente di fronte ad un titolo a basso budget, senza particolari dettagli e senza nulla di particolarmente fuori dalle righe, a partire dai livelli che appaiono semplicemente circondati dal nulla. Aiuta molto, come accennato, la presenza di una fisica nel mondo di gioco: vedere i muri perdere gli intonaci quando vi scaraventiamo sopra nemici insanguinati, ad esempio, dà quel piccolo tocco di classe in più . A proposito di botte, gli effetti sonori contribuiscono molto alla sensazione di starle suonando (si, pessimo gioco di parole) mentre, al contrario, i sottofondi musicali appaiono piuttosto sfiziosi, ma finiscono molto presto per risultare ripetitivi. Accettabile il doppiaggio dei dialoghi, soprattutto considerando i toni che il gioco cerca di creare. Considerando il prezzo a cui viene offerto, Deadbeat Heroes può essere considerato un piacevole passatempo per un paio di pomeriggi cooperativi. Ma, purtroppo, non riesce in alcun modo a brillare in nessuno dei suoi aspetti. Si tratta senza dubbio di un’occasione mancata, che riesce tuttavia ad essere un buon diversivo se cercate qualcosa di mindless che possa intrattenere senza troppi grattacapi. Se non altro, saranno 1000G piuttosto accessibili da ottenere.
Pro
- Immediato e fluido
- Stile cartoonesco riuscito
- Molte gag spassose
- Co-op a 2 giocatori
Contro
- Alcune gravi limitazioni inspiegabili
- Diventa ripetitivo piuttosto in fretta
- La colonna sonora è a tratti fastidiosa
Versione Testata: Xbox One