Era l’ottobre del 2013 quando Cosmic Star Heroine, Sci-Fi RPG con combattimenti a turni firmato Zeboyd Games raggiunse il goal su Kickstarter grazie al contribuito di quasi 6,500 baker e alla bellezza dei 132,689 dollari raccolti. Una cifra di tutto rispetto se si pensa che l’obiettivo che si erano prefissati Robert Boyd e William Stiemberg, co-fondatori del sopracitato studio americano, venne ampiamente raggiunto con un margine di ben trentamila dollari. I “giochi”, insomma, sembravano fatti: ottenuto il finanziamento e con un titolo già in fase avanzata di sviluppo la pubblicazione sembrava ormai imminente. Ma, la realtà era ben diversa e furono necessari ulteriori quattro anni per rifinire e perfezionare le meccaniche alla base di questo RPG che si ispira, senza farne troppo mistero, a capolavori del genere come Chrono Trigger e Suikoden. La paura, ovviamente, memori dei numerosi rinvii, era quella di non vedere mai Cosmic Star Heroine sugli scaffali digitali di PS4 e Steam, piattaforme di riferimento per questa produzione. Così fortunatamente non è stato e alla fine della nostra prova su strada possiamo dire che l’attesa, una volta tanto, è stata ampiamente ripagata.
EROI(NE) DALLO SPAZIO
Alyssa L’Salle, protagonista dell’intera vicenda, è un’agente speciale membro di una agenzia governativa che si occupa di combattere la criminalità e sventare, ricorrendo a metodi più o meno ortodossi, cospirazioni e attacchi di natura terroristica. L’obiettivo perseguito, come è facilmente intuibile, è uno soltanto: preservare la pace e lo status quo. Ma questo non è che il breve incipit di una narrazione fluida e piena zeppa di colpi di scena che porterà la nostra eroina ad abbandonare il proprio “posto di lavoro” per fronteggiare il folle progetto messo in moto da Steele, capo di questa avvenieristica agenzia: un Gendo Ikari – non solo nelle fattezze… – di Evangeliana memoria.
Per quanto i presupposti narrativi siano affascinanti, la storia di Cosmo Star Heroine non è esente da difetti e sovente capiterà di affrontare situazioni al limite del surreale che poco hanno a che fare con il contesto di gioco, seppur dal forte sapore citazionistico. Il titolo di Zeboyd Games, infatti, non nasconde in nessun modo il proprio amore per i grandi classici del videogioco, addirittura ambientando un’intera missione secondaria all’interno di una stazione di polizia infestata da zombie. Sì, quella di Racoon City vista in Resident Evil 2 e riprodotta, tra l’altro, in maniera più o meno fedele alla controparte originale. Altro tasto dolente sul fronte della storia, purtroppo, riguarda le (pur piacevoli) cutscene in 16-bit: perfettibili nella realizzazione e a volte introdotte fuori tempo rispetto allo svolgersi della vicenda.
Ma la vera anima di Cosmic Star Heroine risiede tutta nel sistema di gioco, un RPG con combattimenti a turni che trae spunto, anche nella mancanza di transizioni tra esplorazione e scontri, da quel capolavoro del genere che porta il nome di Chrono Trigger.
Partiamo subito col dire che il cast di personaggi selezionabili è estremamente numeroso (undici in totale) e variegato sia in termini di statistiche, sia in termini di abilità. Il che, come è ovvio che sia, amplia enormemente le possibilità di personalizzazione del party divenendo un fattore imprescindibile per la buona riuscita di qualsiasi scontro. Affrontare un mostro debole agli status alterati e non avere nel gruppo alleati come Loren o Dave, debitamente equipaggiati, potrebbe complicare non poco l’esito del combattimento. Ogni battaglia richiede, da parte del giocatore, un sapiente uso delle proprie risorse e del proprio arsenale suddiviso nelle canoniche categorie di armi, accessori e scudi. Sono quest’ultimi, però, la vera chiave di volta del gameplay, grazie ai quali è possibile dotare i propri compagni di peculiari abilità, chiamate Programmi, diverse per ognuna di queste particolari difese. Ma non basterà equipaggiare un determinato scudo affinché il proprio team possa usufruire delle sue potenzialità: ogni tecnica per essere temporaneamente acquisita, necessita infatti che il personaggio goda di un determinato valore Hackitude, per lo più incrementabile semplicemente salendo di livello.
Senza approfondire eccessivamente il sistema di combattimento col rischio di rendere la lettura estremamente tediosa, basterà sapere che ogni scontro non può essere affrontato col pilota automatico. La maggior parte degli attacchi e delle abilità, infatti, sono monouso e sarà necessario posizionarsi in difesa per ripristinarle pagando un prezioso turno che potrebbe risultare vitale nell’economia dello scontro. Al contrario, invece, i sopracitati Programmi così come gli oggetti (che continueranno a permanere nell’inventario del giocatore) potranno essere utilizzati esclusivamente una sola volta per combattimento. Pertanto, diverrà fondamentale valutare ogni singola mossa, pena finire in balia dell’offensiva nemica. Così come è fondamentale incrementare il più possibile la percentuale Stile prima di portare a segno un colpo: maggiore è il suo valore, infatti, maggiori saranno i danni inflitti al nemico. Ma non solo: se la suddetta percentuale è pari o superiore al 50%, ciascun membro del party potrà continuare a combattere, per un ulteriore turno, anche se i suoi HP hanno raggiunto lo 0. Viene da sé la necessità di provvedere a prestare le dovute cure prima che la morte incomba impietosa sul proprio compagno.
Discorso a parte merita invece la modalità Hyper, raggiungibile automaticamente da ciascun personaggio dopo tot. turni e che gli garantisce temporaneamente un ulteriore boost alle statistiche. Elemento che ribadisce la necessità di ponderare ogni singola mossa, non solo sul momento ma soprattutto in prospettiva futura. Volendo ridurre il tutto a dei semplici numeri, è molto meglio infliggere diecimila punti danno dopo aver giocato di astuzia qualche mano piuttosto che attaccare senza sosta e strappare al nemico poco più di quattro mila HP. Come si suol dire: “La pazienza è la virtù dei forti” e basteranno un paio di ore di gioco per rendersene conto.
Tenendo a mente anche i diversi livelli di difficoltà selezionabili, raramente ci si imbatterà in Boss Fight che richiedano, come spesso succede nei titoli appartenenti al genere RPG, di ricorrere al tanto amato/odiato grinding. Anzi, nella prima parte di Cosmic Star Heroine il giocatore verrà condotto man mano attraverso una progressione lineare con un numero di nemici ben determinato in ciascuna area. Il che, ovviamente, aggira in maniera intelligente l’annoso problema della ripetitività degli scontri a turni, creando un’esperienza estremamente godibile. Questo non significa che non sia possibile, comunque, affrontare nemici a piacimento: a tale scopo Zeboyd Games ha introdotto un’interessante feature, accessibile dal menù di gioco, che consente di ripetere quante volte si vuole la battaglia appena conclusa. Ma posso assicurare che, salvo rarissimi casi, non ne avrete assolutamente bisogno.
BACK TO THE 90’S
Come si era già accennato in precedenza, Cosmic Star Heroine è un vero e proprio tuffo negli anni ‘90, a partire dallo stile grafico: corpi e fondali rigorosamente in 16-bit immersi in un mondo squisitamente cyberpunk, omaggio alle glorie di un passato recente che permane, indelebile, nella storia del videogioco.
Seppur splendido ed elegante nei suoi momenti più alti, però, il titolo non è esente da difetti con una direzione artistica a volte non all’altezza delle aspettative, animazioni imperfette e frequenti compenetrazioni poligonali che difficilmente lasceranno impassibile il giocatore.
Lo stesso dicasi per il character design che a tratti fatica a brillare, con personaggi influenzati dalle icone videoludiche del genere ma lungi, purtroppo, dall’essere altrettanto rappresentativi; cosa che risulta particolarmente evidente proprio durante le cutscene.
Discorso a parte merita invece la colonna sonora, sontuosa e capace di calare perfettamente il giocatore in quel mood tipico dell’epoca a cui questo titolo si ispira. Sassofoni, chitarre e musica elettronica dominano la scena in ogni singolo frame, con una varietà di tracce quasi impressionante. Impossibile in tale contesto non menzionare il theme di Lauren, un mix di elettronica in lingua inglese e giapponese, ennesimo omaggio alla patria pioniera del videogioco moderno.
PRO
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Colonna sonora eccezionale
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Gameplay divertente e incredibilmente strutturato
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Comparto tecnico in 16-bit
CONTRO
- Qualche animazione imperfetta di troppo
- Direzione artistica non sempre all’altezza
- Storia poco incisiva
Versione Testata: PC