Il mondo dei platform game sta vivendo un momento di grande rinascita negli ultimi anni. Senza contare i grandi produttori come Nintendo e il contributo eccellente dato da titoli come Rayman Legends e Origins, molti sviluppatori indipendenti stanno sfornando piccole perle che molto spesso rischiano di passare inosservate. E’ il caso di Celeste, platform game in pixel-art che è riuscito davvero a catturare la nostra attenzione.
Far over the misty mountains
Ci capita spesso, nelle recensioni di titoli puramente platform, di ritrovarci a parlare della trama come qualcosa di accessorio, di non indispensabile: un mero contorno in grado di fare da collante tra un livello e l’altro. E, in molti casi, è certamente cosi: sono infatti molto rari i giochi del genere che tentano di raccontare storie in modo più approfondito. Ebbene, Celeste può certamente essere inserito tra questi. Nonostante l’assenza di un vero e proprio doppiaggio (sostituito da classiche vocine), ciò che il gioco riesce a comunicare durante l’intera partita è davvero speciale. Non solo grazie alla grande caratterizzazione della protagonista, con le sue ansie e le sue paure, ma soprattutto grazie alla freschezza con la quale vengono affrontati determinati dialoghi con altri personaggi che incontreremo sulle vette, sia buoni che malvagi. Temi spesso molto seri, come l’ansia e la depressione, alleggeriti con cadenza eccellente da tante piccole chicche legate al mondo di oggi, a partire dai selfie con filtri da postare sulla rete. Pur non sapendo, in un primo momento, cosa spinge la nostra protagonista nella sua personale missione, saremo inevitabilmente tentati di aiutarla per scoprirlo. Però, come il gioco spesso ci dice più volte, il viaggio è duro ma possiamo farcela.
Muori, ritenta, vinci
La semplificazione dei giochi è stata un argomento decisamente presente nelle discussioni in tema videoludico degli ultimi anni. Da Dark Souls a Cuphead, abbiamo visto arrivare al successo titoli considerati più difficili e in grado di fornire al giocatore il livello di sfida che forse mancava da troppo tempo sui nostri schermi. Anche Celeste segue questa filosofia, proponendo un tipo di esperienza certamente molto impegnativa, ma assolutamente mai banale nel suo svolgimento. E’ questa la differenza tra un gioco difficile per il gusto di esserlo, e un gioco in grado di stimolare il giocatore, di rispettare la sua intelligenza e insegnargli a migliorarsi, superando man mano nuove difficoltà. Il platforming di Celeste è estremamente basilare sulla carta: c’è da sopportare un gran numero di morti che serviranno a farci capire come superare determinate fasi ricche di ostacoli. Le vite infinite e le morti ripetute sono infatti elementi portanti del sistema di gioco. Soprattutto nelle fasi avanzate, sarà difficilmente ipotizzabile riuscire a superare alcune zone in scioltezza al primo colpo. La versione testata, su PC, si è dimostrata estremamente fluida e caratterizzata da una grandissima risposta ai comandi, indispensabile per la buona riuscita del gameplay. Un gameplay che metterà alla prova riflessi, capacità di concentrazione e nervi, e che non mancherà di portarvi a cercare soluzioni su Youtube o addirittura di mollare. Ma, del resto, è il gioco stesso ad invitarvi a prendere una pausa quanto non riuscirete a superare determinate zone per molto tempo. La presenza di collezionabili opzionali durante l’avventura aggiunge un ulteriore tocco di sfida, dato che molti di essi saranno davvero difficili da raggiungere. Peccato che servano però solo a far bella figura con la vostra lista di amici o ad aumentare il vostro senso di soddisfazione, dato che di fatto non hanno alcun altro tipo di utilità. Ma i quadri opzionali che li contengono sono un vero e proprio trionfo di game design, che puzzle che saranno spesso davvero stimolanti da risolvere.
Nel blu, dipinto di pixel
A dire il vero, personalmente non sono mai stato amante della pixel art. Ho sempre preferito titoli magari visivamente semplici, ma che quantomeno tentassero di uscire dalla nostalgica marea di pixel che aveva caratterizzato molti giochi della nostra infanzia. Ma si tratta di un gusto totalmente personale, che riesce ad essere completamente obliterato dalla grande qualità generale di giochi come Celeste. Ciò che davvero mi ha stupito in positivo è inoltre il design dell’audio: la colonna sonora a 8 bit è a tratti davvero eccezionale, e si sposa perfettamente con molti dei momenti di gioco che accompagna. La gestione eccellente delle musiche rende determinate situazioni decisamente più adrenaliniche e ricche di atmosfera, dando un valore aggiunto di estrema importanza a tutta l’esperienza. Insomma, ci sono troppi buoni motivi per non lasciarsi scappare questo piccolo gioiello. E probabilmente rende ancora meglio su Switch, dato che si tratta di un gioco perfettamente adatto ad una portatile.
Pro
- Design dei livelli eccellente
- Gran colonna sonora a 8-bit
- Comandi fluidi e reattivi
- Estremamente stimolante e impegnativo
- Trama sorprendentemente profonda
Contro
- La pixel art potrebbe non piacere a tutti
- Richiede comunque una buona dose di pazienza
Voto 9.0
Versione testata: PC
Riassunto per dispositivi mobili:
Celeste è un platform in pixel art davvero sorprendente sono ogni suo aspetto. Il gameplay è reso davvero eccellente dall’altissima qualità del level design: ogni livello è estremamente stimolante e complesso, rispetta l’intelligenza del giocatore e lo spinge a proseguire migliorandosi man mano. A contorno del gameplay troviamo una qualità di trama decisamente fuori dal comune nel genere dei platform: sono trattati temi molto seri con estrema personalità, scanditi da momenti più leggeri e da una generale sensazione che ogni personaggio sia curato estremamente bene nella sua caratterizzazione. Insomma, una piccola perla che non ci aspettavamo di poter consigliare a tutti, ma che riesce ad unire il vecchio e il nuovo creando qualcosa di davvero speciale. Ottimo davvero.