Ci sono i Battle Royale, lo sappiamo tutti e sono il fulcro del multiplayer di quest’epoca. Poi ci sono i reality show, altro fulcro di qualcos’altro… anche se non so ben dire di cosa. Ma mescolare battaglie e spettacolo è un’usanza in voga dai tempi antichi: i “ludi” nell’Antica Roma erano combattimenti (spesso mortali) organizzati dallo Stato per il piacere della folla festante. Nel modo videoludico, se devo proprio citare un caso specifico, quando sento parlare di “combattimenti” e “reality show” non posso non pensare al fantastico Madworld, perla semi-nascosta in esclusiva per Wii sviluppata da Platinum Games. Il team indipendente Tribetoy si getta nella mischia con Bow to Blood: Last Captain Standing, titolo che ci porta in un futuro lontano durante il quale i combattimenti in arena tra navicelle pesantemente armate rappresentano il fulcro di un reality show seguito da moltissime persone.
GLADIATORI STELLARI
In realtà le navicelle menzionate non viaggiano nello spazio ma si tratta di mezzi progettati per funzionare sulla superficie dei pianeti. Degli “hovercraft” se vogliamo, estremamente maneggevoli e pesantemente armati, che possono ospitare diversi membri di un equipaggio che si rivelerà fondamentale per portare a casa la vittoria. La vittoria di cosa? Ma del campionato ufficiale ovviamente, un reality show appassionante che offre ricchi premi all’unico vincitore rimasto in campo. La cosa divertente è che non si tratta solo di combattimenti, ma anche di sotterfugi e relazioni specifiche da costruire. In Bow to Blood: Last Captain Standing infatti è anche presente una meccaniche molto interessante in stile “visual novel” che ci metterà di fronte a scelte multiple atte a costruire relazioni utili per sbaragliare i nostri avversari.
Ma andiamo con ordine: si inizia a bordo di una navicella armata con due membri dell’equipaggio ai quali dare ordini per sfruttare al massimo il potenziale del mezzo. Una battaglia ordinaria, una sfida di qualificazione per mettere alla prova le nostre abilità: la cosa incredibile è che già da questi primi momenti di gioco saltano immediatamente all’occhio i difetti principali (alcuni eclatanti) di questo titolo indie.
E’ un gioco basato su comunicazione con i membri del team, micromanagement delle strumentazioni a disposizione e tattica. Considerato questo, non ci sono sottotitoli (il gioco è interamente in inglese doppiato) l’interfaccia utente è talmente incasinata e poco “user friendly” da non capirci nulla e sembra che basti sparare un po’ qui ed un po’ là per portare a casa le vittorie. Pesante vero? In effetti scoprire nel 2019 un titolo basato sulla comunicazione e la gestione di un “team virtuale” senza nemmeno la possibilità di leggere un sottotitolo (non sono uno di quelli che frigna per la mancata localizzazione in italiano di solito) è quasi imbarazzante.
NON E’ MOLTO MA E’ UN LAVORO ONESTO
Come se non bastasse, l’interfaccia che dovrebbe permetterci di manovrare la navetta è qualcosa di così mal concepito che potrebbe far pensare ad una strategia volutamente messa in campo dagli sviluppatori. Rotella del mouse per accelerare/decelerare (!!) rotazione mouse per mirare, mix di tasti e mouse per dare ordini durante il movimento ai membri del team che (mancando i sottotitoli) faranno/diranno cose spesso incomprensibili anche perché saremo occupati a non farci sparare addosso. Gli sviluppatori hanno mostrato durante il trailer di lancio svariati commenti di entusiasti redattori che lodavano le meccaniche di gioco, e sinceramente non riesco a spiegarmi tali valutazioni: l’idea alla base di Bow to Blood: Last Captain Standing è pure buona, così come la meccanica che mescola combattimenti a sezioni novel con scelte multiple e la generazione randomica di ogni playthrough.
Il connubio, sulla carta, è interessante e variegato ma si rompe il muso scontrandosi a velocità supersonica con il “muro” dei difetti di gameplay. Un gioco che vorrebbe essere complesso e ricco di sfaccettature che alla fine si rivela semplicemente un confusionario guazzabuglio di “roba” difficile da comprendere e da utilizzare.
Se a questo sommiamo uno stile grafico non particolarmente ispirato che ricorda svariati titoletti da smartphone ed un comparto sonoro decisamente poco intrigante, le cose non possono migliorare. Cel-shading pulito (almeno quello) ma poco interessante visivamente con livelli quasi monocromatici ed artwork di media qualità ad arricchire il contesto. Personalmente detesto vedere buone idee come quelle presentate in Bow to Blood: Last Captain Standing e poi notare come vengano realizzate in modo confusionario, rendendo vano il concept originale pur buono. Il gioco si salva per un pelo: un giocatore abbastanza interessato potrebbe sorvolare sui numerosi difetti di questo gioco e godersi ciò che ha di buono.
PRO:
- Interessante idea di base, sia a livello di trama che di concept
- Ottima l’idea di aggiungere una componente “novel” con tradimenti e scelte multiple
- Titolo stratificato e variegato nelle meccaniche…
CONTRO:
- … ma il combat system e l’interfaccia sono fondamentalmente incomprensibili
- Zero sottotitoli nei dialoghi, incredibilmente
- Stile grafico piatto e poco intrigante
Voto finale: 6
Versione provata: PC