Il 2017 non poteva terminare (almeno per me) in maniera migliore, videoludicamente parlando: l’annuncio da parte di Nintendo del lancio di Bayonetta e Bayonetta 2 su Switch è stato superato solamente dall’ulteriore annuncio dell’arrivo di Bayonetta 3 a data da definirsi. Una notizia davvero eccellente per me che, personalmente, ho sempre adorato le avventure della strega sexy creata da Hideki Kamiya: action games frenetici fatti davvero a regola d’arte, tant’è vero che il primo Bayonetta ormai è arrivato su qualunque piattaforma possibile nonostante le vendite totali non facessero gridare al miracolo. Proprio per questo motivo temevo che dopo il secondo episodio le avventure di “Bayo” si sarebbero fermate su Wii U per non tornare mai più. Invece a quanto pare la grande N ha deciso di continuare ad investire su questi ottimi prodotti videoludici e non potrei essere più felice di tornare a spaccarmi le dita con due grandi classici in attesa del terzo episodio: come si comporta la streghetta su Nintendo Switch? Esaminiamo nel dettaglio Bayonetta 1 e 2.
SCULACCIATE PARADISIACHE
Non mi soffermerò sulla trama dei singoli titoli più di tanto: se siete tra quei miscredenti che ancora non hanno abbracciato l’assurda epicità/comicità delle avventure di Bayonetta vi basti sapere che si tratta di una strega immortale con pistole al posto dei tacchi e che prende a schiaffi/calci gli angeli del paradiso, da sempre nemici della sua setta. Sembra “una cafonata”? Restereste sorpresi da quanto divertente sia gettarsi a capofitto in quest’ambientazione così surreale e così terribilmente ispirata: gli angeli, rappresentati come mostruose creature che di celestiale hanno solo i colori e qualche dettaglio estetico, sono nemici perfetti per questa apoteosi dell’action “fast paced” che mescola situazioni al limite del grottesco con una trama generale decisamente più seria.
Bayonetta si muove elegantemente in numerosi livelli con grande variazione di setting: si passa da città antiche a paesaggi celestiali, abissi fiammeggianti ed ancora rovine o castelli. Un’osservazione è purtroppo doverosa a questo punto: l’originale Bayonetta risale al 2009, il secondo capitolo al 2014. Benchè al tempo su Wii U, console tutt’altro che performante a livello hardware, Bayonetta 2 risultasse ancora più che gradevole ora siamo nel 2017 ed entrambi i giochi iniziano a mostrare qualche segno di invecchiamento. Fortunatamente il problema è in parte mitigato dall’ottimo lavoro di conversione ad opera del team di sviluppo: entrambe le versioni Switch presentano infatti un dettaglio grafico leggermente più definito, colori più vividi e chiaro/scuro più accentuato. Tutto gira alla perfezione a 60 fps granitici in qualunque situazione, anche la più concitata e “popolata” di nemici ed effetti su schermo.
Una vera chicca della versione attuale si ritrova nella modalità portatile: nonostante la drastica riduzione delle dimensioni a schermo tutto funziona a meraviglia e la sensazione di potersi portare Bayonetta ovunque si voglia è certamente appagante. Un titolo come questo in modalità portatile promette ore ed ore di divertimento anche “in trasferta”, con l’unico ostacolo rappresentato dall’impratichirsi con i comandi a mani separate al posto del ben più comodo joypad. L’aggiunta in questa versione dei comandi touch rappresenta forse la novità più inutile in assoluto: titoli come questi, che fanno della velocità e della precisione il loro fulcro, necessitano di un sistema input egualmente preciso e rapido. I comandi touch, per quanto possano risultare utili in qualche strana situazione (non mi viene in mente quale sinceramente) non hanno ragion d’essere.
CHI VUOLE UN LECCA-LECCA?
Lasciando da parte le faccende puramente tecniche, Bayonetta 1 e 2 su Switch trovano la loro dimensione ideale in termini di godibilità: se la versione PC del primo capitolo è probabilmente la migliore in termini tecnici, Nintendo ha ormai fatto suo questo brand e può offrire entrambi gli episodi ad eguale livello qualitativo. Sono ovviamente presenti tutte le funzioni dei titoli originali inclusa la modalità co-op in Bayonetta 2, collezionabili a non finire e tutte le modalità aggiuntive con sfide e livelli di difficoltà maggiori con i quali misurarsi ed ottenere l’agognato trofeo di platino. Avere tutto questo bagaglio di gameplay, azione di qualità e divertimento sulla piccola ibrida targata Nintendo è sicuramente intrigante, con l’aggiunta delle funzioni Amiibo ormai classiche di qualunque produzione “nintendara” che si rispetti.
Un plauso al comparto sonoro che propone l’ormai classica soundtrack di entrambi gli episodi e che si assesta ad altissimi livelli. E’ presente anche il graditissimo doppiaggio giapponese per tutti e due i titoli: un’aggiunta sicuramente gradita per chi non avesse avuto modo al tempo di apprezzare il lavoro svolto dalle voci nipponiche. In generale si tratta di Bayonetta 1 e 2 arricchiti della possibilità di essere trasportati ovunque grazie all’unicità della console Nintendo: due titoli eccellenti sotto tutti gli aspetti che riescono, nonostante la durata media di circa dieci ore, a farsi giocare e rigiocare un numero davvero elevato di volte. Giochi come questi non invecchiano mai davvero, se non un poco a livello grafico per i palati più visivamente esigenti. Nintendo sta dimostrando di voler dare fiducia a questo genere di giochi nonostante i risultati non propriamente esaltanti in termini di vendite: un plauso alla grande N per questo coraggio, il coraggio di investire sulla qualità durante un’epoca in cui spesso si investe solo sul guadagno sicuro. Ora non ci resta che attendere Bayonetta 3!
PRO:
- Entrambi i titoli rimangono tra le migliori esperienze action disponibili sul mercato
- Colonna sonora di grandissimo pregio, doppiaggio giapponese implementato e funzioni Amiibo
- La modalità portatile è una sostanziosa aggiunta, grafica sensibilmente migliorata…
CONTRO:
- …ma nonostante questo inizia a mostrare i primi segni d’invecchiamento
- I comandi touch implementati sono praticamente inutili: sempre meglio un buon joypad
Versione testata: Nintendo Switch
Voto: 9