Azure Reflections è solo uno dei tanti giochi legati al Touhou Project, serie giapponese a base di ragazze carine sviluppata dal one-man developer ZUN, nata come danmaku shooter (shoot ‘em up verticali) e poi declinata in svariati generi (dal rogue-lite fino all’RPG) dai fan e da piccoli studi indipendenti. Titoli che hanno raggiunto, negli ultimi anni, anche il mercato occidentale per merito di Sony e del suo programma “Play, Doujin!”, piattaforma per la distribuzione di giochi indie nipponici.
Azure Reflections, dicevamo, è un bullet hell a scorrimento orizzontale, nato su 2012 su PC grazie al lavoro di Souvenir circ. e che solo nel 2018 ha raggiunto le PS4 sul mercato occidentale con un anno di anticipo rispetto alla versione Nintendo Switch, rilasciata pochi giorni fa sul Nintendo e-Shop.
Danmaku caos
Come da prassi nella serie, anche in Azure Reflections la storia è solo un mero pretesto per vestire i panni di Reimu Hakurei, sacerdotessa da sempre impegnata nella distruzione degli yokai. In questa nuova iterazione del franchise, però, potremmo contare su altre due eroine, non disponibili da subito, con cui intraprendere il breve viaggio che ci porterà a scontrarci con Remilia Scarlett, “giovane” vampira (ha più di 500 anni!) che manovra i fili della narrazione. Parliamo di due volti noti ai fan della serie, cioè la streghetta Marisa Kirisame e la fata del ghiaccio Cirno. Ognuna di esse ha una propria identità di gameplay, con mosse speciali, attacchi e tecniche di difesa specifiche, adatte a seconda del modo in cui approcceremo il gioco: Reimu è il classico personaggio intermedio; Marisa ha un approccio offensivo; Cirno sacrifica la potenza di fuoco a fronte di una maggiore mobilità.
L’azione, in ognuno dei cinque livelli di gioco, si svolge su un piano orizzontale con fondali statici, nel quale verremo accerchiati da una schiera di yokai e fatine che inizieranno a fare fuoco verso il nostro personaggio. Si tratta di una fase estremamente breve, preludio allo scontro con il boss di turno: Tsundere o lolita girls che, seppur non abbigliate con abiti succinti e provocanti o dalle forme prorompenti, incarnano alcune delle tante fantasie del popolo giapponese. Comunque, la fase preparatoria allo scontro ha come unico scopo quello di preparare il personaggio consentendoci di potenziare, attraverso la raccolta di piccoli quadratini rossi, i colpi della nostra eroina. A differenza dei classici shoot ‘em up, però, gli sviluppatori di Azure Reflections hanno introdotto una meccanica interessante che lega indissolubilmente attacco e difesa. Raccogliere i potenziamenti, oltre ad aumentare la potenza di fuoco, dota la protagonista di bocche di fuoco ulteriori, fino a un massimo di tre, i cui proiettili seguono una traiettoria differente a seconda della tipologia scelta; ogni personaggio ha una propria selezione, che va dai colpi diagonali fino a quelli a ricerca. Nei momenti più concitati, invece, è sempre possibile ricorrere a una barriera difensiva che produce, anche qui, effetti differenti a seconda del personaggio scelto. Ogni uso, però, ha un costo che incide sull’ammontare di potenza accumulata: prevenire un danno potenzialmente mortale equivale quindi a sacrificare potenza e bocche di fuoco. In compenso, è possibile personalizzare ciascuna eroina acquistando accessori nell’apposito menù che, tra le altre cose, possono ridurne il consumo di potenza o il tempo di stordimento una volta subito un colpo. Tale status, in particolare, paralizza il personaggio per qualche secondo e se la sua hit box viene raggiunta da un proiettile durante tale condizione, perde una vita. Anche in questo caso ci troviamo di fronte una meccanica peculiare per il genere che sostituisce il classico parametro della salute con un sistema alternativo.
Ultima peculiarità di Azure Reflections è rappresentata dal Danmaku Rush, una condizione temporanea che consente al nostro personaggio di assorbire i proiettili nemici per poi scagliarsi in un attacco fisico frontale contro il nemico. Una tecnica che, contro alcuni yokai, può essere usata solo dopo aver azzerato le loro difese o accumulato abbastanza colpi da prevaricarlo. I boss, in particolare, possono essere sconfitti solo ricorrendo al Danmaku Rush per un certo numero di volte, indicate a schermo. A ogni uso, però, il loro pattern di attacchi cambia radicalmente, costringendoci a studiare il loro movimenti di volta in volta.
La difficoltà generale è, come impone il genere, tarata verso l’alto ma è comunque possibile selezionare tra quattro livelli differenti, seppur inizialmente limitati a tre. Il tasso di sfida è sempre altissimo, sia se si giochi da solo sia in compagnia di un amico. In tal senso la versione Nintendo Switch di Azure Reflections è quella che dispone della modalità co-op locale più veloce e immediata: basta condividere un Joy-Con della console con un amico e il gioco è fatto. Purtroppo manca una modalità online e l’infrastruttura di rete viene utilizzata soltanto per condividere i punteggi nel ranking mondiale. Al di là di questo il titolo dispone di un’ampissima selezione di extra per allungare la sua longevità, che vanno dalla selezione dei BGM ai modelli 3D dei personaggi da sbloccare completando il gioco più e più volte.
A fronte di tutte queste peculiarità, però, la semplicità e la ripetitività dei setting, l’esiguo numero di tipologie di nemici dalla realizzazione incerta, un comparto grafico claudicante e la breve durata inficiano il risultato finale, rendendo Azure Reflections un buon bullet hell, ma nulla più. Nota positiva, infine, il doppiaggio, interamente in lingua giapponese con sottotitoli in inglese.