Quando si parla di porting illustri, di norma, nel 90% dei giocatori scatta automaticamente “il chi va là”. Vuoi perché “chi sentiva davvero il bisogno dell’ennesima versione del gioco prevista pure per lo schermo del bancomat”, vuoi perché “sti porting sono sempre versioni castrate dell’originale, e saranno inesorabilmente un fallimento”, l’accoglienza media del pubblico alle nuove versioni di illustri capolavori, magari – manco a fare apposta – per una console Nintendo coincide raramente con il trenino dell’ultimo dell’anno. Eppure, e negli ultimi mesi stiamo quasi sfiorando la regola, tra le quattro pareti di Kyoto non se ne sbaglia una: The Witcher 3 per Nintendo Switch è una mezza bomba clamorosa (nonostante alcuni innegabili limitazioni tecniche), Overwatch se la cava più che egregiamente, mentre Alien: Isolation, poche storie, è semplicemente clamoroso. E con “clamoroso” intendiamo qualcosa che va ben oltre le nostre aspettative più rosee: una conversione che straborda epicità sotto ogni punto di vista, persino migliore delle versioni PS4 e Xbox One che cinque anni fa ci hanno terrorizzato. Potremmo dirvi già da ora che non sono serviti nemmeno 10 minuti di playthrough per amare nuovamente alla follia The Creative Assembly, la giovane Ripley e – chiaramente – quel dannato Xenomorfo che ci da la caccia per una dozzina gagliarda di ore: e potremmo dirvi pure che, nonostante gli anni sul groppone, quella riproposta in queste settimane su Switch potrebbe essere la bomba di fine anno che gli amanti del genere non dovrebbero lasciarsi sfuggire. Ma fate finta di non aver letto nulla, che ora vi raccontiamo tutto nel dettaglio.
Alieno a bordo
Chiunque si professi amante del survival horror e della saga di Alien e, tuttavia, non abbia mai giocato in vita sua ad Alien Isolation, potete starne certi, è una persona orribile. Quello uscito nel lontano 2014 rappresenta (assieme a Dead Space, seppur quest’ultimo in modo indiretto) l’omaggio più meraviglioso, fedele e inquietante che l’universo del videogioco potesse mai fare alla creatura sempiterna di Ridley Scott. Un titolo mastodontico e maestoso, capace oggi come allora di iniettare nelle vene del giocatore un surrogato gelido di terrore e angoscia, in un costante gioco del gatto e topo dove anche solo il minimo errore può significare la morte. Avete presente quel filone di horror alla Outlast, per intenderci? Benissimo, Alien: Isolation fonde l’icona del terrore spaziale in quel gameplay sadico dove si spara pochissimo, ci si nasconde ogni 15 secondi e, irrimediabilmente, si finisce per pregare per la propria anima ad ogni minimo rumore sentito in lontananza. Un survival horror in prima persona che non necessita di presentazioni, questo Alien: Isolation, che raccoglie la pesantissima licenza lasciata in eredità da quell’abominio di Colonial Marines consacrandosi a paradigma del genere. Ok, l’avete capito, chi vi scrive sta abbastanza in fotta con Alien…
Al che, la secolar domanda: sentivamo davvero il bisogno di Alien: Isolation su Switch? Beh, forse prima dell’annuncio ufficiale non ci aveva pensato nessuno: il titolo ha i suoi anni e, seppur invecchiato benissimo, ha già fatto due cicli di console. Poi siamo davveri sicuri che un caposaldo del genere come questo possa rendere al meglio sull’ibrida Nintendo? Ebbene, il risultato finale è così inaspettatamente strepitoso che difficilmente potremmo essere più felici di così. Magari un prezzo inferiore rispetto a quello di lancio, per un titolo con cinque anni sul groppone, non ci avrebbe dato fastidio: ma poche storie, questo “nuovo” Alien: Isolation potrebbe essere comodamente definito un must buy 2019 per l’ibrida di Kyoto. Quindi sì, anche se non lo sapevamo, ne sentivamo il bisogno.
Tale madre, tale figlia
Trattandosi di un porting illustre, ci limiteremo ad elencare i punti forti di questa conversione per Switch, dando per assodati paradigmi e meccaniche del gameplay (che dai, dovreste conoscere oramai a menadito) e riservando solo una manciata di righe al comparto narrativo, che offre un interessante spaccato “esterno” (beh, più o meno) agli avvenimenti della Nostromo, collocandosi tra i primi due capitoli della saga cinematografica. Protagonista sarà Amanda Ripley, figlia della ben più celebre Ellen, alla ricerca della madre in seguito al ritrovamento della scatola nera della Nostromo. Il tutto è custodito nella stazione spaziale Sevastopol, enorme agglomerato orbitante attorno al gigante gassoso KG348, nel tentativo sempre più effimero di recuperare preziose informazioni sulla disastrosa spedizione che ha visto protagonista il celebre terzo ufficiale di bordo. Peccato che, al momento, nessuno sa cosa sia davvero successo a Kane, Lambert, Parker, Brett, Ash e al comandante Dallas: nessuno sa ancora dell’esistenza di una letale minaccia aliena, che si muove silenziosa nei corridoi delle navi cargo seminando grida strazianti e cadaveri. La stessa minaccia che, nell’ombra, attende Ellen proprio a Sevastopol: ma non sarà quello l’unico pericolo a cui la nostra eroina dovrà cercare di sopravvivere.
La versione Switch di Alien: Isolation mette a disposizione, oltre al gioco base, i DLC Equipaggio Sacrificabile e Unica Superstite, accessibili sin dall’inizio – e giocabili indipendentemente dai progressi nell’avventura principale. Come prevedibile, non ci sono variazioni di sorta nel gameplay, che ricalca gli stilemi dell’hide&seek alternando sequenze di esplorazione ad altre, decisamente più risicate, di matrice shooter. Inutile dire che sparare “alla cieca” in molti casi si traduce in un invito a nozze per lo Xenomorfo, al cui udito sopraffino difficilmente si sfugge. Certo, l’Alien non sarà l’unica minaccia, e tra umani poco disponibili e androidi capricciosi, in alcune occasioni, sarà fisiologico estrarre l’arma e fare fuoco: sarà dunque fondamentale conoscere la geometria di Sevastopol, in modo da trovare facilmente eventuali nascondigli e tirare un po’ il fiato. Ma attenzione: il nostro letale nemico non è stupido, e reiterare gli stessi pattern di fuga o riutilizzare uno stesso nascondiglio, nemmeno troppo alla lunga, potrebbe essere letale. Al netto della vibrazione offerta dai Joy-Con in corrispondenza di specifiche azioni contestuali (come il crafting dei medikit o di altri oggetti, o l’hacking alle stazioni elettriche per dirottare la corrente a proprio vantaggio), le peculiarità hardware di Switch non vengono sfruttate, se non nei modi tradizionali. Dove però avviene la magia, amici miei, è nel comparto tecnologico.
Bello da morire…
Sappiamo che può sembrare incredibile, ma la versione Switch di Alien: Isolation è oltre ogni ragionevole dubbio la migliore, almeno per console. Migliore anche delle sorelle PS4 e Xbox One, per capirci, sia in termini di risoluzione che di stabilità. Certo, l’effetto blur nell’ibrida Switch è ridotto sensibilmente, ma già dai primissimi minuti di gioco vi sembrerà assurdo che, quel cosino che sfreccia sul vostro televisore a 60 fps e a 1080p sia un semplice porting per Switch. La gestione degli effetti è senza dubbio strepitosa, con un set di particellari realizzati in modo impeccabile che si traduce in fumo volumetrico, esplosioni e fiamme varie pressoché mai visti nel panorama Nintendo. Ottima la gestione dell’illuminazione, fiore all’occhiello del titolo Cretive Assembly e, ancor più in questa versione, capace di trasmettere ansia e inquietudine una volta stretto il pad tra le mani. Potremmo dilungarci sulla carrellata tecnica ancora per svariate righe, lodando la modellizzazione dei personaggi e – soprattutto – dello Xenomorfo, la ricchezza dei dettagli di quelle ambientazioni asettiche soltanto prima del nostro arrivo, persino del comparto sonoro che, a differenza di molti altri giochi Switch, offre un supporto al Dolby multicanale. In modalità docked, insomma, non esiste un solo aspetto che lo sviluppatore abbia tralasciato, riesumando nel migliore dei modi immaginabili un autentico capolavoro. Che, inutile dirlo, mantiene inalterata la propria giocabilità senza compromessi.
Ma la vera magia, e qui scattano gli applausi al team di sviluppo, è quando si passa alla modalità portatile: cala la risoluzione, che si assesta ad un invidiabile 720p, e si dimezza il frame rate, che non scende tuttavia al di sotto dei 30fps nemmeno nelle situazioni più concitate. Quanto di buono elencato al paragrafo precedente permane immutato anche nella variante handheld, resa ancor più convincente dall’utilizzo astuto del rumble dei Joy-Con (che, inutile a dirsi, inizierete a temere quasi quanto l’Alien che ci da la caccia). Alien: Isolation, in portabilità, è un’esperienza unica e agghiacciante: difficilmente avremmo potuto immaginare un tale coinvolgimento su schermo ridotto, ripensando ai fasti della produzione originale. Ma la realtà è che anche comodamente sdraiati sotto il piumone, con un paio di auricolari a dar supporto all’ottimo audio del titolo, la sensazione di essere perennemente braccati e in pericolo non cala mai. L’unico limite, a voler essere davvero pignoli, potrebbe coincidere con la dimensione dei testi troppo risicata, ma è davvero nulla di fronte allo stupore nel veder sfrecciare un gioco complesso (e, per gli amanti della fantascienza, semplicemente estasiante) come Alien: Isolation. Luci intermittenti, fumo, esplosioni e ombre fugaci che sfrecciano in fondo ad un corridoio silenziosamente letale: ogni emozione, ogni tassello di quell’atmosfera malata viene riprodotto con una cura certosina a prescindere dalla modalità con cui vi appresterete a rigiocare questa avventura. Che, l’avrete sicuramente capito, paga solo il dazio di un prezzo forse troppo alto rispetto all’attuale mercato: ma ignorare la richiesta d’aiuto di Ellen Ripley, in questo Natale 2019, potrebbe essere un errore imperdonabile. Forse persino peggiore di muoversi lungo i corridoi di Sevastopol senza mai guardarsi le spalle.
PRO
- Stiamo parlando di Alien: Isolation. Serve aggiungere altro?
- Tecnologicamente, siamo alle punte di magnificenza raggiunte su Switch.
- In modalità portatile è qualcosa di grandioso.
- Comparto sonoro strepitoso, non c’è nulla di fuori posto.
- Contiene i due DLC già sbloccati sin dall’inizio
CONTRO
- Il prezzo di vendita è troppo alto, considerando l’età anagrafica del titolo.
Versioni disponibili: PC, PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch
Versione provata: Nintendo Switch