Alder’s Blood non è certo l’inventore assoluto degli strategici, nè il primo ad utilizzare atmosfere molto Lovecraftiane per avvicinarsi ai giocatori e a storie oscure e personali. Sviluppato da Shockwork Games, Alder’s Blood si rifà molto alla celebre avventura del gioco da tavolo L’horrore di Eldritch e di conseguenza ai Miti di Cthulhu, che hanno fatto da sfondo a tantissimi titoli prima di questo, tra cui il celebre Bloodborne. Quindi in cosa sarebbe speciale o innovativo?
Sangue chiama sangue
Intanto definiamo bene il titolo: Alder’s Blood è uno strategico a turni con elementi GDR che si incentra sull’esplorazione del mondo dannato in cui ci ritroviamo. I nostri personaggi sono dei Cacciatori, esseri non del tutto umani che portano nelle vene la corruzione che rischia di annientare tutti nell’oscurità, uomini e donne rifiutati da ogni insediamento che vengono spediti a vagare nelle lande in esilio. A causa della corruzione non godono difatti di buona fama, ma la loro particolare natura li rende l’unico rimedio contro il male dilagante, dal momento che possiedono capacità naturali più ampie dei semplici uomini: percepiscono i mostri con molta più efficacia, sanno resistere alle tentazioni della marcescenza che cresce nel mondo e possiedono tutta una serie di rituali propri con cui “passarsi” i poteri nel caso uno di loro ceda alla follia. In questa ambientazione a tratti western, incontreremo dapprima Duke, separatosi dai compari per seguire una causa superiore, e poi controlleremo Chief e il resto della squadra sulle sue tracce. La premessa è che Dio è morto e non ci sono speranze di recuperarlo, il leif motiv che ha condotto le creature ed i mostri sul nostro cammino. Al contempo non essendio Dio nè un essere umano nè mostruoso, il suo cadavere dovrebbe star marcendo da qualche parte (nesso logico che non comprendo appieno…), ancorando l’emisfero alla speranza di ritrovarlo e riuscire a combinarci qualcosa.
Complicato solo superficialmente
Come detto, Alder’s Blood è uno strategico a turni con elementi da GDR il cui gameplay fin da subito si spezzerà in due parti: da una parte la mappa con la sua progressione, i suoi punti di interesse da raggiungere per iniziare missioni, dialoghi o fare compere ed il campo base tramite cui gestire i nostri “avventurieri”, dall’altro i combattimenti a turni piuttosto intriganti nella loro complessità, che ci spingeranno a intraprendere decisioni rischiose e potenzialmente mortali per i nostri prodi. Ma il gioco, sebbene considerato “difficoltoso” non rientrerà mai nell’impossibile a meno che non abbiate occhi e non leggiate i tutorial: se quindi siete una persona che li salta in tronco, non strabuzzate gli occhi quando otterrete una moltitudine di game-over (meritati).
Come nei canoni del classico, durante le missioni ed il combattimento muoversi per la mappa consumerà una certa quantità di Stamina che servirà anche a compiere azioni come sparare o distrarre, e che una volta finita costringerà il nostro personaggio a riposare sul posto, ovunque sia. La stamina si rigenera automaticamente e la mappa è sparsa di nasconsigli dai nemici: dovremo usarli bene sia per recuperarla al momento giusto, sia perchè affrontare a viso aperto gli avversari sarà una scelta affrettata e a volte anche mortale, laddove il gioco invece ci invita ad un approccio pienamente stealth con assalti alle spalle.
Gli avversari possiedono di loro alcune formidabili capacità, tra cui avvertire il nostro odore che verrà segnalato da una scia che penderà da una parte o dall’altra a seconda del vento, cui dovremo fare attenzione perchè cambierà non solo di stage in stage, ma perfino di turno in turno. Questo elemento di rilievo ogni tanto sbilancerà un po’ troppo il gioco dalla parte delle nostre mostruose amenità, permettendo agli avversari di vederci nonostante le nostre precauzioni, ma comunque non si rivelerà un problema esagerato da sormontare: esistono infatti modi per ridurre la scia con equip in inventario. Rimanendo sulla mappa, viaggiando per il mondo di gioco incontreremo più individui appartenenti a diverse fazioni che dovremo gestire (o per cui dovremo fare missioni), i quali avranno un peso narrativo notevole, anche nel merito di alcune scelte morali che saremo chiamati a fare. Alder’s Blood non è punitivo, ma è realistico e quindi simula le difficoltà che i nostri compari dovranno affrontare ogni giorno: accamparsi nella mappa per recuperare punti ferita, risorse, craftare nuovi oggetti o cercare cibo potrebbe portarci ad una certa percentuale d’imboscata, sempre che nel suddividere i ruoli tra i compagni tramite l’apposito menù non mettiate qualcuno di guardia. Ovviamente qualche scontro casuale potremo recuperarlo anche percorrendo la mappa, ma nel complesso niente che se gestito a dovere affligga particolarmente il gioco.
Ora passiamo alla gestione del party, accurata e molto semplice: possiamo avere un massimo di tre cacciatori in campo (ma quattro nell’accampamento) e quanti ce ne riusciamo a permettere nella roccaforte, da dove potremo andarli a prelevare una volta comprati in caso di bisogno. Un cacciatore comprato rimpolpa immediatamente il nostro numero nell’accampamento e ci metterà un giorno a spostarsi fino alla roccaforte. I cacciatori sono equipaggiati con svariati charme che funzionano da armatura con vari effetti di aumento statistiche o buff, con equipaggiamento da lancio per fare danno o per piazzare trappole, qualche benda (in dipendenza dalla capienza dell’inventario del singolo cacciatore) e sopratutto disponiamo di due armi: una di grosso calibro ed una leggera. Tra le armi pesanti possiamo avere pistole, fucili o pesanti lame a due mani, mentre come armi leggere pugnali o spade di ogni tipo. La differenza principale tra le due categorie è che le armi da fuoco tendenzialmente fanno rumore rivelando la nostra posizione al nemico, anche se di contro risultano formidabili, mentre le armi leggere ci permettono di non attirare l’attenzione e – se ben utilizzate – di mettere letteralmente in ginocchio i nemici con attacchi a sorpresa. Nel caso l’azione sia effettuata con successo, i poteri latenti dei cacciatori ci permetteranno anche di “bandire” l’avversario dalla realtà del nostro mondo, di fatto uccidendolo. Questa azione ha i suoi pro ed i suoi contro: avremo un avversario in meno, ma rinvigoriremo le forze dell’oscurità che ci stanno attorno (anche quelle dello stesso stage) aumentando la difficoltà dei nemici. Completando le missioni accumuleremo esperienza per potenziare i nostri personaggi con abilità attive e passive, che ci concederanno svariati bonus. Anche il fattore tempo conta molto: mano a mano passeranno i giorni, i nostri cacciatori saranno sempre più suscettibili alla corruzione, guadagnando malus e tendendo alla follia che ci verrà indicata tramite una caratteristica che da verde passerà a gialla, arancione e rossa. Una volta corrotti, i nostri cacciatori si trasformeranno in bestie senza volontà: per evitarlo potremo sacrificare il personaggio folle al campo, per potenziare un singolo cacciatore di più basso livello. Una meccanica interessante che ovviamente innesca un certo riguardo nell’investire risorse e soldi sui personaggi, che potrebbero morire in battaglia (perdendo comunque tutto) o che dovremo ripulire per bene dagli equipaggiamenti prima del sacrificio, in quanto il gioco non li recupera in automatico.
Per quanto ci sforziamo, il mondo ed il gioco stesso ci daranno filo da torcere e comunque, come in ogni ambientazione Cthuliana, le cose possono finire solo nel sangue: sarà comunque divertente esplorare la trama e vedere come la storia si andrà ad infittire, prima di eventuali piogge di fuoco ed evocazioni di Grandi Antichi.
Abitudinari della follia
Alder’s Blood è una vera gioia per gli occhi dal punto di vista artistico, specialmente durante le cutscene che ricalcano il modello fumettistico privo di baloon o parole, con disegni e palette cromatiche pesantissime, contrastanti ed evocative, e durante le animazioni 2D ben fatte che si intrecciano bene con lo stile complesso ed oscuro del titolo. Anche nel resto rimane di ottima fattura, dal confezionamento dei modelli dei protagonisti ai nemici, alle ambientazioni. Queste ultime sinceramente avrebbero potuto essere più varie in quanto tutti i luoghi sottoposti a meteo ostile tendono ad assomigliarsi, e la qualità del modello 2D dei personaggi cala improvvisamente durante alcune zoomate, ma il gioco non ne soffre troppo rimanendo un’interpretazione di Lovecraft in salsa western squisitamente autentica e unica.
Anche il comparto sonoro è valido: non risulta originalissimo o enormemente vario, ma non inficia nell’esperienza di gioco e risulta godibile, con colonne sonore azzeccate che rendono giustizia al titolo, tenendoci costantemente in tensione, ad attendere l’ineluttabile.
La longevità è una tra le più buone di quelle viste negli ultimi tempi: Alder’s Blood si può davvero vantare di avere all’incirca 10 ore di trama principale (con più di 70 missioni da giocare) e altre 40 ore di gioco da spendere in tutta libertà nelle side quest: sicuramente il titolo appassionerà gli amanti del genere e ci permetterà di investire molte ore nelle sue meccaniche, senza mai tormentarci con bug improvvisi, crash o problemi d’avvio. L’unica pecca è la mancanza di una traduzione italiana del gioco, che però risulta comprensibile anche a chi mastica poco l’inglese, specie per la presenza di tutorial sintetici e ottimamente spiegati che non mancano di dirci cosa fare o come funzionano determinate attività.
PRO:
⦁ Originale e unico nel suo stile
⦁ Difficile ma stimolante
⦁ Ottimamente spiegato
⦁ Storia intrigante che non abusa dei racconti di Lovecraft
CONTRO:
⦁ Per chi è alle prime armi può risultare troppo lento, o troppo difficile, addirittura frustrante
⦁ Non è un gioco per principianti
⦁ Alcuni ambienti e sonoro ripetitivi
Piattaforma: Pc (steam)
Pegi: 18+
Longevità: 10-12 ore
Sviluppatore: Shockwork Games
Editore: No Gravity Games
Lingua: inglese (intefaccia, voci e sottotitoli)
Anno: 10 aprile 2020
Tipologia: Strategico, indie, GDR, 2D