Era il 1987 ed i giochi che andavano per la maggiore erano RPG puri, platform, action o un mix di questi ultimi due generi. Il coraggio di sperimentare era necessario al cambiamento e fu proprio in quel periodo che videro la luce quattro titoli che personalmente ritengo incredibilmente innovativi. Sto parlando di Zelda II: The Adventure of Link, Castlevania II: Simon’s Quest, Wonder Boy in Monster Land e Faxanadu. Erano tra i primi titoli di un certo spessore (principalmente commerciale) a cambiare alcune regole: mescolare action/platform ed alcune meccaniche RPG più o meno spiccate per creare titoli più variegati, più liberi nel movimento, più ampi nel gameplay. Su queste basi hanno lavorato i ragazzi del team francese Storybird Games per realizzare un’avventura dal piglio classico che promette di rinverdire i fasti di un’epoca videoludica ormai lontana ma mai dimenticata, soprattutto dai vecchietti del settore come il sottoscritto. Diamo un’occhiata ad Aggelos.
LINK BOY IN FAXANADU QUEST
Per cominciare è necessario precisare che Aggelos è (a quanto pare) la versione greca del più noto nome proprio maschile Angelo o Angelus. Si presume che sia il nome del protagonista ma considerato che quest’ultimo non parla mai (protagonista muto nella miglior tradizione dei titoli old-school) non è dato saperlo. Fatto sta che il giovane, un giorno, sente un misterioso richiamo verso la foresta poco distante dalla sua casetta e si reca sul posto per capire cosa stia accadendo: incrocia però la principessa del regno di Lumen, presa con la forza tempo addietro da un misterioso e malvagio rapitore che minaccia tutto il regno. A quanto pare il cattivo di turno è intenzionato a mettere le mani sugli elementi della natura (aria, terra, acqua e fuoco) al fine di ottenere il controllo sui due elementi “definitivi”, ovvero luce ed ombra, che gli permetterebbero di avere il dominio assoluto sul mondo. Il nostro si mette quindi di buon grado alla ricerca degli elementi, così da battere sul tempo il signore del male e salvare donzella, regno e relativi abitanti. Nulla di nuovo sotto il sole, ma proprio nulla neppure in termini di gameplay: eppure Aggelos riesce nel suo intento egregiamente.
Gli sviluppatori sembrano spingere sul concept di rivisitazione del titolo Wonder Boy in Monster Land e successive incarnazioni simili, eppure il gioco somiglia in tutto e per tutto a Zelda II: The Adventure of Link e Faxanadu, due titoli per NES di altissimo pregio per l’epoca. Sia a livello sonoro, sia a livello grafico (alcuni tiles sembrano davvero “rippati” da Zelda II) sia a livello di meccaniche il gioco ricalca fedelmente i giochi citati nell’introduzione. Ma veniamo al gameplay: Aggelos è un action/platform con alcuni abbozzati elementi RPG. Il titolo vuole intenzionalmente somigliare ai classici metroidvania che tanto successo riscuotono attualmente tra gli sviluppatori indipendenti, ma si differenzia per la spinta decisa sul concept action/platform piuttosto che sulle meccaniche RPG. Ci ritroveremo quindi a saltare, menare fendenti con l’immancabile spada e combattere con ogni genere di mostri pur esplorando e soprattutto tornando sui nostri passi grazie ad un pò di sano (e mai esagerato) backtracking.
IL BELLO DEL GIA’ VISTO
Come nella miglior tradizione dei metroidvania, il personaggio dispone inizialmente di pochissime abilità che andranno man mano incrementandosi nel corso del gioco ottenendo specifici oggetti. Nel caso in questione si tratta di anelli dotati dei poteri di ogni elemento che permetteranno di trasformare i nemici in piattaforme, muoversi liberamente in acqua e così via. Sono anche presenti alcune side quest interessanti come quella che darà al protagonista la possibilità di parlare lingue sconosciute. Ogni cosa in Aggelos ha un riferimento ad opere passate, e qui sta la sua forza e la sua debolezza: è un gioco davvero divertente, ma non “per merito suo” poichè attinge a piene mani da giochi del passato ricalcandone fedelmente la struttura. Gli unici due difetti personali del titolo sono incarnati da alcuni bug presenti qui e là, (nello specifico nemici che arrivano improvvisamente dai bordi dello schermo fluttuando a mezz’aria) e dall’impossibilità di giocare usando il direzionale a croce del joypad, che dovrebbe essere SEMPRE presente quando si ha a che fare con giochi dal chiaro stampo retrò.
Comparto tecnico di gran classe, in particolar modo quello sonoro. Sprites tondeggianti di chiara ispirazione nipponica, grandi e colorati su schermo con animazioni più che buone. Il comparto sonoro è decisamente intrigante: le melodie messe in campo hanno vari richiami che (personalmente) riportano alla memoria temi in stile Megaman e Zelda II. In definitiva Aggelos è certamente un ottimo gioco sotto più punti di vista: ampio, divertente, semplice da padroneggiare e con un buon livello di difficoltà che non scade mai nel frustrante. Forse manca un pò di reale ispirazione, ma ciò che il gioco offre è un bel pò di sano divertimento con uno sguardo ai fasti di epoche videoludiche passate. Ottimo lavoro.
PRO:
- Gameplay solido, rodato, divertente e senza particolari sbavature
- Ottimo comparto sonoro, ricco di melodie dal gusto classico
- Longevo quanto basta
CONTRO:
- Non inventa nulla, resta saldamente ancorato su binari già ampiamente testati
- Alcuni bug qui e là
Versione testata: PC
Voto: 8