Ogni casa produttrice, nel produrre nuovi capitoli dei propri franchise più famosi, deve per forza correre dei rischi: tra tentativi di innovazione e potenziamento delle meccaniche già viste, i sequel non sempre riescono a conquistare la fanbase di appassionati come i titoli originali. E’ il caso di Age of Empires III, un titolo non perfetto, certo, ma di ottima qualità, che nonostante tutte le innovazioni e migliorie che portava con sè non è mai riuscito a scalzare dal cuore dei fan il ricordo quasi commosso di uno dei titoli strategici più divertenti di sempre, pur nella sua semplicità. Age of Empires II è tornato perciò in versione HD, con supporto all’online di Steam, grazie al sapiente lavoro dei creatori di quella che probabilmente era la miglior mod del titolo originale: Forgotten Empires. Visto il successo di quest’ultima, Microsoft ha pensato di affidare nuovamente a loro un’espansione del tutto inedita. Ne sarà valsa la pena?
Forgotten Stories
L’espansione “Forgotten Empires” aggiungeva al titolo di Microsoft Game Studios molte novità interessanti. Oltre ai nuovi popoli, tra cui ricordiamo Slavi, Magari, Italiani ecc., erano presenti tanti piccoli ribilanciamenti, talvolta poco visibili ad un occhio inesperto ma decisamente migliorativi dell’esperienza generale, soprattutto competitiva. Era inoltre presente una nuova modalità campagna, ben realizzata e interessante, ma ovviamente priva della cura dei dettagli, dei doppiaggi e dei contorni che solo un titolo ben supportato può garantire. Ecco, partendo proprio dalla campagna notiamo la prima differenza del nuovo “African Kingdoms” rispetto al precedente: abbiamo finalmente un doppiaggio completo, e ogni nuovo popolo ha la propria campagna dedicata. In particolare quelle su Tariq ibn Ziyad, legato al popolo dei Berberi; Sundjata, principe del popolo dei Maliani; Francisco del Almeyda, che guiderà i Portoghesi alla conquista delle Indie; infine la principessa Yodit, che sarà leader del popolo Etiope. Le campagne riescono pienamente nell’intento di riaccendere gli epici ricordi legati ai tempi dell’espansione The Conquerors: pur non riuscendo ad emularne in pieno lo stile e l’immersività (probabilmente anche vista la minor fama dei personaggi trattati) riescono ad offrire un gran livello di sfida e molte ore di divertimento, soprattutto a livello di difficoltà elevato. Se poi amate l’accuratezza storica, si tratta di un sistema praticamente perfetto per conoscere aspetti di questi grandi condottieri del passato, ma soprattutto di un modo, anche per i giocatori più esperti, per riuscire a scoprire le peculiarità dei nuovi popoli e imparare a sfruttarle, in attesa di gettarsi nel vero cuore di questo gioco: il PvP e il PvE cooperativo.
Forgotten Friends
La campagna è senza dubbio parte integrante in titoli come Age of Empires: ma dove questi brillano e riescono a intrattenere per mesi è senza dubbio nelle svariate modalità multiplayer che questi mettono a disposizione. Tra infiniti lan party, competizione online e match cooperativi contro la CPU, Age of Empires II era probabilmente il titolo più apprezzato dell’intera saga sotto quest’aspetto. Quest’ultima espansione ne riprende tutti gli elementi essenziali, con qualche novità interessante. Innanzitutto partiamo con una premessa: non è più possibile giocare in LAN come si faceva in passato. Se avete due amici con cui giocare dalla stessa casa, dovrete possedere 3 computer in grado di andare online, 3 account di steam, e 3 copie del gioco. Insomma, pur riunendovi nella stessa casa equipaggiati di pizza e birra, la vostra partita si svolgerà comunque nel meccanismo online di Steam. Un massimo di 8 giocatori, tra umani e CPU, potranno sfidarsi nelle modalità classiche del titolo: troviamo innanzitutto la Mappa Casuale, la modalità probabilmente più giocata e apprezzata, nella quale il nostro scopo sarà, partendo da zero, svilupparci il più velocemente possibile per sovrastare gli avversari. La differenza tra un giocatore esperto e un casual salta immediatamente all’occhio in questo contesto: i player più navigati sapranno esattamente quali azioni svolgere per riuscire ad arrivare all’età successiva nel minor tempo possibile, che sia attirando cinghiali sotto al centro città, o producendo abitanti senza fermarsi. Questa modalità è disponibile anche in una variante Turbo, che velocizza la raccolta di risorse e i tempi di costruzione/produzione/upgrade per fare in modo da risultare giocabile anche se avete poco tempo a disposizione. La vittoria sarà decisa secondo diverse regole, da quelle standard (conquista militare e vittoria per reliquie) a quelle per punteggio, dove allo scoccare dell’orologio vincerà chi è riuscito a fare di più. Tra le altre novità classiche, di cui Sviluppo/difesa meraviglie, Regicidio, Ultimo sangue e Re della Collina, troviamo anche due piccole novità: innanzitutto “Cattura la Reliquia“, una sorta di cattura la bandiera dove vincerà chi sarà in grado di agguantare la reliquia a centro mappa. Poi la modalità “Morte Improvvisa”, strategicamente interessante, visto che pone molta enfasi sulla protezione del proprio centro città iniziale, che sarà l’unico che potremo avere per tutta la partita. Scordatevi quindi rocambolesche fughe in barca abbandonando la propria città iniziale al proprio destino per andare a ristabilirsi in zone della mappa più sicure: difendete la vostra base o perdete. Il limite della popolazione massimo è portato a 500 (sulla nostra configurazione), dunque i PC più potenti potranno avere fino un numero di unità a schermo davvero impressionante. Tra le altre novità gradite in questa versione del gioco, troviamo anche la possibilità di stabilire un trattato di pace, della durata che preferiamo, durante il quale sarà impossibile attaccare i propri avversari. Questo potrebbe essere un validissimo strumento per impedire i fastidiosi rush iniziali, che talvolta colgono impreparati e impediscono di concentrarsi sullo sviluppo economico vista la necessità di creare un minimo di esercito per difendersi. E questo sarà più che necessario, soprattutto quando giocheremo contro le nuove IA: è infatti possibile scegliere se giocare contro la vecchia IA originale di Age of Empires, forte ma facilmente aggirabile con alcuni espedienti, o le nuove IA di Forgotten Empires, modellate sui vari modelli visti nella mod originale di Forgotten Empires (Barbarian, The Horde, Khanate ecc.). Si tratta di un dettaglio all’apparenza insignificante, ma assolutamente decisivo: provando a simulare una partita CPU vs CPU ci si rende immediatamente conto di come la nuova IA sia enormemente più aggressiva e devastante dell’originale. E’ in grado di muovere tutte le proprie unità contemporaneamente, ed è chiaramente modellata sul gioco competitivo. Se quindi volete giocare in tranquillità con i vostri compagni contro la CPU, siete avvisati: se non volete sudare seriamente scegliete le IA originali. Altrimenti, buona fortuna!
Forgotten Balance
I nuovi popoli inseriti hanno subito l’ottimo trattamento di cura del dettaglio che aveva già caratterizzato l’introduzione dei popoli di Forgotten Empires. Ognuno di essi ha una nuova unità dedicata, nuove peculiarità e grandi possibilità tutte da scoprire. Sono inoltre presenti molti bilanciamenti ai popoli già presenti, per fare in modo da rendere l’ingresso delle new entry ancora più bilanciato al contesto. Oltre alle caratteristiche particolari di ogni popolo, vi sono anche tecnologie completamente nuove rese disponibili per tutti, che vanno dalla possibilità di potenziare la fanteria negli attacchi contro gli edifici fino a (finalmente) poter potenziare le costose torri di osservazione per renderle finalmente più valide e letali. Novità interessante nel bilanciamento, inoltre, si rinviene nell’introduzione di galee incendiarie e da demolizione direttamente dall’età feudale: in questo modo le battaglie per il controllo dei mari prima dell’età dei castelli non saranno un semplice Galea classica contro Galea classica, ma avranno finalmente maggiore varietà. Proprio con riferimento alle battaglie navali, è evidente come esse siano stato notevolmente migliorate nella struttura, risultando molto più equilibrate ed appaganti. Lavoro interessante anche per quanto riguarda il comparto mappe, dato che non solo avremo accesso a molte nuove mappe a tema “africano”, ma anche alla possibilità di avere una mappa di dimensioni “ridicole”, davvero enorme e proibitiva da esplorare completamente in una sola partita. Anche le mappe speciali fanno il loro ritorno, sempre autogenerate e sempre varie: saltano all’occhio alcuni veri e propri easter eggs, come una mappa a forma di hamburger e un’altra a forma di anello, con i popoli raggruppati in un piccolissimo spazio a breve distanza gli uni dagli altri. E’ chiaro che la formula originale resta comunque piuttosto legata ai canoni del passato: è infatti evidente come l’intera struttura di gioco, pur con i suoi piccoli e riusciti bilanciamenti, possa talvolta non risultare del tutto appetibile per un pubblico che si avvicina per la prima volta a questa saga. Ma, chiaramente, non è quello il target di riferimento al quale questo titolo punta. E’ ai nostalgici che è chiaramente rivolta l’attenzione, ed essi troveranno certamente pane per i propri denti.
Forgotten Beauty
Sotto il profilo grafico è stato svolto un discreto lavoro di aggiornamento, per rendere il gioco più simile ad una produzione recente. Sebbene siano conservati la maggior parte degli asset del titolo originale, di cui anche il comparto animazioni, a livello artistico il lavoro svolto è davvero eccellente: i nuovi popoli hanno skin degli edifici e di alcune milizie davvero unici, ben caratterizzati e dal feeling davvero convincente. Lo stesso si può dire per il comparto mappe, già accennato, che vede l’introduzione di elementi completamente nuovi nella vegetazione, nelle morfologia rocciosa, nelle presenza di fauna che incontreremo: insomma, nel nostro alto medioevo non avremo solo pecore e tacchini, oltre agli aggressivi lupi, ma anche elefanti, mucche, e tanti altri animali tipici della tipologia di mappa che affronteremo. Dove il titolo lascia qualche perplessità è proprio nelle sue caratteristiche meramente tecniche: non è ad esempio possibile scegliere la risoluzione in game, dato che il titolo si avvierà automaticamente alla risoluzione su cui è impostato il pc. Le nuove effettistiche, anche disattivabili, vanno da un nuovo render 3d dell’acqua (bello da vedere) alla sincronia verticale, ma la personalizzazione grafica e la scalabilità generale sono comunque molto limitate. Sarà infatti impossibile per un computer non troppo recente riuscire ad ottenere prestazioni accettabili, dato che, soprattutto con il limite della popolazione a 200, non appena la mappa sarà minimamente popolata diventerà quasi ingiocabile. Sarebbe auspicabile, ma utopico, ottenere una mod, anche a pagamento, per il vecchio Age of Empires II originale, per permettere anche ai fan di vecchia data di usufruire del titolo senza un pc particolarmente recente. Il problema chiaramente non affligge PC almeno un minimo recenti, ma se volete organizzare qualche classico lan party fate in modo che i vostri colleghi portino un laptop all’altezza. Da segnalare inoltre un piccolo bug, che verrà certamente risolto, legato al pulsante “abitante in attesa” che non sempre funziona a dovere. Accettabile il doppiaggio, sebbene non sia nulla di eccezionale e solo in inglese, e l’effettistica audio, ripresa quasi integralmente dal titolo originale, con piccole novità legate al “parlato” dei nuovi popoli.
Il discorso longevità può essere accennato con riferimento alla campagna, di durata tutto sommato accettabile, e al multiplayer, vero cuore del gioco, che potrebbe letteralmente rapirvi e crearvi seri problemi di dipendenza. Se siete già fan del vecchio titolo di Ensemble Studios andate comunque tranquilli: non vi staccherete più.
Pro:
- Il classico Age of Empires in tutto il suo splendore
- Nuovi popoli ben riusciti
- Buone campagne
- Bilanciamenti validi
- Online abbastanza stabile
- Migliorie grafiche artisticamente valide…
Contro:
- …ma tecnicamente il peso degli anni si fa sentire
- Manca una vera modalità LAN senza online
- Scarsa scalabilità e personalizzazione grafica
- Talvolta il lag è evidente
- Doppiaggio solo in inglese