Il tema della protezione dei giocatori dalla tossicità nei giochi multiplayer e dal cyberbullismo è sempre più pressante anche nel mondo dei videogiochi. I sistemi di controllo e di segnalazione a disposizione degli utenti sono sempre più sofisticati, ma ciò non toglie che si guardi sempre avanti per continui miglioramenti.
Un nuovo brevetto di Sony, ripreso anche da Game Rant, parla di un sistema per l’identificazione di uno spazio personale degli utenti in videogiochi multiplayer in realtà virtuale nel quale le interazioni con altri giocatori potenzialmente tossici vengano inibite. Si tratta di un meccanismo molto particolare e che, come sempre, potrebbe non trovare applicazione pratica, ma che dimostra come il tema sia caldo e centrale per le compagnie di gaming.
Uno schema descrittivo della tecnologia parla della valutazione della presenza di altri avatar in prossimità del giocatore principale. Il sistema di controllo andrebbe ad elaborare un punteggio di compatibilità tra il giocatore principale e quelli in sua prossimità.
A questo punto, se il punteggio dimostra che due utenti sono incompatibili e che potrebbero verificarsi eventi di discriminazione, bullismo e molestia, il sistema crea una zona personale che non può essere attraversata dagli utenti dannosi. Le interazioni sarebbero così evitate, mantenendo la sicurezza del giocatore principale ed evitando eventi di tossicità.
Non è chiaro perché il brevetto parli specificamente di realtà virtuale, cisto che un sistema analogo avrebbe senso anche in un normale gioco multiplayer. In ogni caso, come dicevamo, l’esistenza del brevetto non si traduce necessariamente in una sua applicazione, anche se è interessante confermare l’attenzione per la creazione di un ambiente di gioco sempre più sano.