Giocando a Stalker è facile sentirsi immediatamente smarriti, in balia di un mondo anomalo, pericolosamente fuori controllo. Essere un esperto della Zona richiede piena conoscenza di questa instabilità, voglia di esplorare – quasi una wanderlust maledetta – e di immergersi in situazioni ansiogene per vivere il brivido dell’ignoto. Escape From Tarkov e altri shooter immersivi hanno padroneggiato questa tecnica, riprendendola dal capolavoro di GSC Game World. Pacific Drive, invece, prova a interpretare diversamente il “picnic sul ciglio della strada”.
Questo indie a quattro ruote è un viaggio complesso che spesso non perdona, risultando immediatamente intrigante, ma infine forse non riesce a soddisfare a pieno quella bramosia di ignoto e terrore che la Zona sa dare. Soddisfate la vostra curiosità leggendo la nostra recensione di Pacific Drive.
Un picnic sul ciglio della strada?
Pacific Drive non perde tempo e ci catapulta immediatamente – forse anche con troppa fretta e tante domande per la testa – in un’ambientazione chiaramente ispirata al Picnic sul ciglio della strada dei fratelli Strugackij. Un territorio rurale e industriale, caratterizzato da campagne e foreste, piccole colline e una natura che sembra riprendere il controllo di relitti artificiali. Anomalie attorcigliano resti di veicoli, case e centri di ricerca.
A guidarci in questa Zona è anzitutto una station wagon stranamente funzionante, con degli acciacchi e delle peculiarità tutte sue. Non si può dire che si tratti di un Herbie sotto mentite spoglie, eppure l’umorismo non manca. Compagni di avventure via radio impostano una storia non proprio coinvolgente, addolcendo e caratterizzando un setting che altrimenti risulterebbe uno Stalker – o un survival game tipico – poco distintivo. La dinamica del rapporto tra giocatore e veicolo, dove è proprio la station wagon a fare da protagonista assoluta, è molto curiosa ma non tanto singolare quanto qualcuno si potrebbe aspettare da tale concept.
L’idea che l’automobile sia migliore amica e casa del giocatore è chiara e ben trasmessa: i fari accesi nella nebbia sono un segno del luogo sicuro, mentre le portiere rinforzate ci salvano dalle pericolose anomalie che inondano la Zona. Uscire dal veicolo significa esporsi a mille pericoli pur di sopravvivere, alla caccia di risorse per potenziare la vettura stessa e trasformarla come opportuno. Ma si può parlare davvero di “mille pericoli”?
Il gameplay: molto promettente, ma…
Ogni sessione di Pacific Drive si compone di tre step: pianificazione della missione e manutenzione del veicolo, viaggio alla ricerca di risorse (e risposte esaustive ai quesiti posti da una manciata di superstiti della Zona via radio), e infine fuga verso il proprio garage. In quest’ultimo luogo dovremo inizialmente prenderci cura della station wagon: ripararla, rifornirla, sostituire la carrozzeria e decorarla. La quantità di modifiche applicabili non è ai livelli di un My Summer Car o Car Mechanic Simulator, naturalmente. Anzi, risulta profonda al punto giusto ed evita di sfociare in una pesantezza simulativa che non appartiene a questo concept survival (anche se l’avremmo gradita).
Il viaggio vero e proprio ci porta nelle strade della Zona, a caccia di rottami dai quali recuperare risorse e strutture dove si trovano ancora cibo e altri materiali essenziali. Le anomalie sono gli unici nemici presenti, che si tratti di fessure/geyser, aree radioattive o antenne pronte a fulminarci appena ci avviciniamo ad esse. Infine, raccolti dei “nodi di stabilità”, si attiva un portale per ritornare alla casa base e, in stile battle royale, un’anomalia divora la mappa invitandoci a scappare il più velocemente possibile.
A volte le avventure richiedono l’esplorazione di più località differenti, ovvero la manutenzione quasi improvvisata della station wagon nel mezzo della Zona, e la collezione di risorse sempre più rare e utili alla sopravvivenza. Il gameplay resta comunque questo loop non del tutto soddisfacente. Le minacce non si fanno veramente sentire fino alla fuga effettiva dall’area in cui ci si trova. La sensazione di ansia è in fondo limitata a poche circostanze. La storia come viene esplicata dai personaggi nostri compagni, al contempo, non cattura come potrebbe.
Il potenziale inespresso di Pacific Drive
In definitiva, quindi, Pacific Drive non espande le sue componenti come avrebbe potuto e dovuto. Si guida, si raccolgono risorse, si scappa, ascoltando a targhe alterne le preziose parole dei sopravvissuti alla radio. Si tratta davvero di un “picnic sul ciglio della strada”, ovvero di un altalenante “mordi e fuggi” per raccogliere quanto serva al crafting di nuovi oggetti e strumenti. L’ansia è pressoché permanente durante il viaggio, ma viene accompagnata da pericolosi momenti di rilassamento che indeboliscono l’esperienza di gioco anziché renderla più completa.
Per le prime cinque ore di gioco è facile farsi catturare dall’idea di Ironwood Studios. Successivamente, il rischio è proprio quello di non trovare quanto ci si poteva aspettare. Ci teniamo a specificare che Pacific Drive non annoia, bensì si rivela una piccola delusione per il suo potenziale inespresso.
Esteticamente è azzeccato sotto ogni punto di vista, come anche nel comparto sonoro. Tecnicamente è un ottimo debutto, tra mappe estese al punto giusto e un gameplay che nelle fondamenta funziona bene. I dialoghi sono ben realizzati e caratteristici, forse a volte difficili da capire. Il fascino quindi non manca: è la completezza a non essere stata raggiunta e a corrompere quello che poteva rivelarsi un gioiello indie da provare, vivere e custodire.
Versione testata: PC
La recensione in breve
Pacific Drive è un’avventura che fa belle promesse e infine non le mantiene a pieno. I viaggi sanno offrire la giusta mescola tra ansia e divertimento, ma diventano rapidamente noiosi a causa di una formula ripetitiva, senza gli spunti giusti per un maggior coinvolgimento. È un puzzle sfortunatamente incompiuto, che trasmette la natura della Zona senza però restituire un senso di completezza. Poteva essere di più? Indubbiamente, però resta un debutto buon debutto per Ironwood Studios.
-
Voto Game-eXperience