In tantissimi si ricorderanno anche solo vagamente di Abe, debole ed iconica figura dei primi giochi per PlayStation, proveniente dallo strano ed inquietante mondo di Oddworld. Dopo Oddworld: New ‘n’ Tasty, che ha svecchiato il primo capitolo della serie, ci si prepara a riprendere in mano i gamepad per il secondo capitolo, sequel diretto del remake. Iniziati ufficialmente i lavori nel 2014, è da ben cinque anni che attendevamo l’arrivo di Oddworld: Soulstorm. Fortunatamente sembra che l’attesa finita: rivanghiamo quindi un po’ della storia di Oddworld con questo speciale, per prepararvi ad accogliere al meglio il nostro suonatissimo Mudokon preferito!
Un po’ di introduzione su Oddworld: Abe’s Oddysee
Era il 1997 ed alcuni di noi non erano altro che vivaci pensieri nella mente dei loro genitori, mentre per qualcun’altro quella era l’età dell’infanzia o dell’adolescenza. Comunque fosse, Oddworld: Abe’s Oddysee si presentò con timidezza alla nostra porta, facendo capolino dal parco titoli per PS1 e PC come un platform a scorrimento laterale in 2D dall’aria stravagante. Sviluppato dal team di Oddworld Inhabitants, fondato nel 1994 da due veterani degli effetti speciali e della computer grafica (Sherry McKenna e Lorne Lanning), il gioco ci catapultava su Oddworld, un pianeta immaginario pieno di razze aliene e pericoli grande dieci volte la Terra, nei panni del gracile Abe.
Abe, come la maggior parte dei suoi compagni Mudokon, è uno schiavo che lavora nel più grande impianto di lavorazione della carne di Oddworld noto come RuptureFarms o Mattatoio Ernia, sostenuto dagli investimenti di una razza superiore chiamata Glukkon. Recentemente insignito del titolo di “impiegato dell’anno” e adesso bloccato davanti ad un enorme tritacarne, la storia prende il via quando il nostro mesto protagonista decide di raccontarci tutto l’accaduto del giorno precedente. Procediamo quindi con un ricordo: Abe sta pulendo i pavimenti a notte fonda nella fabbrica, camminando davanti a diversi manifesti con le pubblicità dei prodotti più noti – ottenuti macellando la carne di altre razze aliene, equivalenti ai nostri animali – quando improvvisamente viene annunciato un nuovo prodotto etichettato come “Something New ‘n’ Tasty”. Dato che la fauna locale si sta estinguendo poco a poco e c’è scarsità di materia prima, Abe si chiede da dove possa provenire la carne del prodotto: malauguratamente, scopre che la nuova fonte di cibo prevede una ricetta a base di Mudokon – gli schiavi del mattatoio – ovvero da lui e dai suoi compagni. Appreso questo, Abe decide quindi di scappare prima che vengano tutti macellati, liberando sul percorso quanti più Mudokon possibile. Nel panni di Abe, ci avvieremo quindi alla risoluzione di enigmi e alla liberazione dei nostri amici, non senza incontrare ostacoli.
Mine, barriere elettriche, fosse, pattugliamenti nemici ed anche animali selvaggi ci impediranno di proseguire o di portare con noi altri “dipendenti”, che dispongono della resistenza fisica di un passerotto in pausa pranzo. Lo stesso Abe morirà all’istante ogni qual volta dovesse entrare in contatto con uno degli avversari, facendoci ricominciare dal checkpoint più recente. Fortunatamente, abbiamo a disposizione un numero illimitato di tentativi per provare e riprovare a navigare tra gli enigmi, nel tentativo di salvare più colleghi possibile: proprio loro saranno l’elemento fondamentale di tutto il gioco, influendo sul finale in base al numero di morti o sopravvissuti. Per aiutare gli altri Mudokon, Abe può parlargli usando un sistema chiamato Gamespeak – costituito da una serie di comandi vocali preimpostati – chiedendo loro di seguirlo, di fermarsi in un punto o di avviarsi verso determinati portali (segnalati da uccellini che volano in cerchio) che consentiranno ai poveretti di fuggire dalla fabbrica. Abe, oltre a sfornare peti ogni secondo, dispone anche della peculiare capacità di “possedere” le guardie di sicurezza Slig della fabbrica, attraverso una sorta di canto mistico proprio della sua gente. A meno non ci siano sopressori di canto nelle vicinanze, Abe potrà quindi prendere il controllo di uno Slig, esplorando in anticipo parte dei livelli e risolvendo così enigmi fuori dalla portata del nostro protagonista. In presenza dei sopressori, il canto rimane comunque utile per fulminare i nemici per qualche secondo, mossa utile a toglierci dalla loro area d’effetto. Nelle fasi successive del gioco e salvando un certo numero di Mudokon, Abe riceverà anche la capacità di trasformarsi in uno Shrykull, una semi divinità in grado di sparare raffiche di fulmini e di distruggere oggetti ostili e nemici. Come ogni “forma speciale”, questa trasformazione può essere usata solo per pochi secondi e potenziata solo nel caso in cui riuscissimo a salvare più Mudokon contemporaneamente.
Per via delle sue scelte nel design e nel gameplay, della ripida curva di esperienza e della bontà dei checkpoint – ma sopratutto grazie alla storia particolare che toccava in maniera scanzonata ed ironica temi molto delicati come lo sfruttamento delle popolazioni indigene ed il lavoro dell’industria alimentare – Oddworld: Abe’s Odysee venne ottimamente accolto dalla critica e dal pubblico. Nella sorpresa generale, la buffa e debole figura di Abe entrò ben presto nell’immaginario collettivo e nel cuore dei giocatori, affascinati dal mix di astuzia e divertimento offerti dal titolo. Il nostro sindacalista dal cuore d’oro, che lottava strenuamente per la libertà del suo popolo, divenne l’icona inconsapevole di una metafora che parlava della nostra realtà, di popoli schiavizzati privati della terra, di un’identità e di una storia da invasori in cerca di profitto. Il designer Lorne Lanning ammise in seguito di essersi ispirato alle storie dei minatori di diamanti del Sud Africa, proponendo la sua personale riflessione sui pericoli della globalizzazione nell’oscuro mondo di gioco.
La saga, originariamente composta da una pentalogia di titoli, proseguì quindi con un secondo capitolo, un gioco bonus ed uno spin-off, oltre che con un port per GameBoy ribattezzato Oddworld Adventures, sviluppato da Saffire Corporation e pubblicato da GT Interactive nel 1998. Come vedremo in seguito, la pentalogia ufficiale non venne mai completata, ma il rilancio del titolo del 2014 ha fatto tornare a sperare i molti appassionati.
Oddworld: Abe’s Exoddus
Grazie al successo del primo capitolo, un sequel venne pubblicato in brevissimo tempo. Nel 1998 esce quindi Oddworld: Abe’s Exoddus, il secondo gioco sviluppato da Oddworld Inhabitants per PS1 e PC, che funge da capitolo “bonus” di Abe’s Oddysee. Anche di questo titolo venne fatto un porting per Game Boy Color dal nome “Oddworld Adventures II”, realizzato sempre da Saffire e pubblicato da GT Interactive nel 2000. Sempre da questo seguito prende vita il remake Oddworld: Soulstorm, che nella sua forma originale tornava a seguire le vicende di Abe espandendo il gameplay di Abe’s Oddysee. Pur rimanendo sostanzialmente identico al suo predecessore, Abe’s Exoddus introduceva nuove funzionalità, come l’essere in grado di chiamare più Mudokon alla volta ed il salvataggio libero, non più limitato dai checkpoint – rimanendo comunque un capitolo a parte rispetto alla saga. L’idea del designer Lanning era infatti quella di trattare un personaggio diverso in ogni capitolo della pentalogia, personaggi che si sarebbero riuniti in una banda di rivoluzionari potenzialmente in grado di porre fine allo sfruttamento dei loro popoli.
Oddworld: Abe’s Exoddus si svolge subito dopo gli eventi di Abe’s Oddysee considerando canonico il finale buono. Abe, scampato alla macellazione con altri 99 Mudokon, viene accolto alla Monsiac Lines con grandi celebrazioni ed una festa: purtroppo un suo compagno chiamato Big Face gli dà una pacca un po’ troppo forte, e cadendo dalla piattaforma Abe sbatte la testa. Mentre è incosciente, viene contattato da tre spiriti conosciuti come I Tre Stranieri, che gli rivelano del nuovo, inquietante piano dei Glukkon: pare che questi stiano estraendo ossa dagli antichi cimiteri dei Mudokon per produrre un nuovo tipo di prodotto. Gli spiriti quindi chiedono l’aiuto di Abe, che si sveglia dalla sua missione pronto a partire per una nuova avventura, stavolta con qualche compagno in più.
In questo titolo, Abe è in grado di possedere anche altre creature oltre agli Slig, inclusi i suoi acerrimi nemici Glukkon. Dopo aver assaggiato il nuovo prodotto diviene persino in grado di controllare i suoi fenomenali peti, che gli permettono di affrontare puzzle appositamente creati ed ancora più articolati del predecessore.
Oddworld: Munch’s Oddysee
Oddworld: Munch’s Oddysee è il terzo gioco sviluppato da Oddworld Inhabitants, nonchè il secondo vero capitolo della pentalogia Oddworld. Originariamente ideato per essere un titolo per PlayStation 2, alla fine venne lanciato per Xbox. Un port per Game Boy Advance, anche in questo caso, venne sviluppato dalla Art Co., Ltd, prevedendo un gameplay vecchio stile dall’alto verso il basso. La particolarità di Oddworld: Munch’s Oddysee è quella di essere il primo gioco completamente strutturato in 3D della casa di sviluppo, e di presentare finalmente al pubblico diversi personaggi e luoghi dai precedenti capitoli, in linea con l’idea originale della saga. Munch’s Oddysee venne rilasciato nel novembre del 2001 e solo dopo dieci anni arrivò finalmente anche su PC e Mac, nel 2010, quando venne rilasciato in un pacchetto esclusivo contenente anche il capitolo successivo dal nome di “OddBox”. Purtroppo il passaggio dall’ideazione per PS2 alla pubblicazione per Xbox (sotto editore Microsoft) portò non pochi problemi al progetto, sotto forma di arresti e scadenze ristrette durante lo sviluppo, causando il ridimensionamento e il taglio completo di molte delle idee originali. Microsoft voleva commercializzare il gioco in larga scala, per cui propose un nuovo nome per il titolo, “Abe & Munch’s Fun Adventures” – che alla fine venne rapidamente riconvertito al vecchio nominativo.
Questo perchè la storia del gioco ci parla di un tripedonte Gabbit e non di un Mudokon stavolta, un certo Munch che ci racconta gli ultimi eventi della sua vita. In passato pare ci fossero molti altri Gabbit come lui, ma la pesca commerciale a opera delle popolazioni industrializzate di Oddworld ne ha fatto drasticamente scendere la popolazione: le uova di tripedonte sono difatti ricercatissime, ed i polmoni di queste creature sono compatibili col trapianto in sostituzione di quelli Glukkon, solitamente avvelenati dall’eccessivo consumo di tabacco. Quando una notte Munch parte alla ricerca di altri Gabbit è quindi sorpreso di sentire una risposta al suo richiamo. Dirigendosi alla fonte del suono, cade in una trappola ben confezionata: la voce di un tripedonte proviene da un marchingegno che inizia immediatamente ad emettere un segnale, avvisando un piccolo dirigibile nelle vicinanze, che rapisce Munch. Finito nella fortezza volante nota come Laboratori Saddik, gli abitanti innestano quindi un sonar sulla testa del nostro protagonista, con lo scopo di costringerlo a catturare animaletti per i loro esperimenti. Munch riesce comunque a fuggire dalla fortezza, e nello stesso momento Abe lo ritrova, guidato dall’Onnipotente Oracolo Zibibbo che li informa a proposito della loro missione: recuperare l’ultima lattina di uova di tripedonte e salvare anche le uova di Mudokon presenti nei Laboratori.
Oddworld: Stranger’s Wrath
Oddworld: Stranger’s Wrath è il titolo più vario e strano della saga, rilasciato nel 2005 per Xbox e nel 2010 per Steam, che tratta la storia di un misterioso cacciatore di taglie di nome Stranger e dei suoi viaggi attraverso i Mudos (i continenti) occidentali. Il gioco è sia uno sparatutto in prima persona che un action 3D in terza persona, e lascia al giocatore la scelta di passare da un punto di vista all’altro, a seconda delle preferenze. Il nostro protagonista è molto più tosto e ben preparato di Abe e Munch stavolta, quindi dispone di molte più abilità tra cui salti, doppi salti ed armi. In ogni momento si può accedere al menù di pausa, all’inventario e alle munizioni. Ha anche una barra di salute ed una barra per la resistenza, che può sacrificare per curarsi. Stranger è molto più ciarliero dei suoi compagni, e può commentare il mondo di gioco e parlare con gli NPC attraverso il sistema di Gamespeak, già implementato per far interagire Abe con altri Mudokon. Inoltre la visuale in terza persona ci permette di far correre Stranger a tutta velocità e offre due attacchi in mischia,mentre in prima persona il cacciatore può usare la sua balestra ad una mano, un’arma a doppia canna che può contenere due diversi tipi di munizioni in ogni bocca da fuoco. Stranger caccia e usa le creature del mondo di gioco per forgiare munizioni con effetti diversi.
La storia del nostro Straniero dal passato oscuro e dal temperamento bizzoso, che caccia per ottenere quanti più Moolah possibile, è particolare: Stranger difatti è uno Steef, una razza molto ricercata, e guadagna per pagarsi un’operazione chirurgica che prevede la rimozione di due delle quattro zampe posteriori. L’operazione gli permetterebbe di passare inosservato a predatori più forti e con meno scrupoli, ma purtroppo il nostro eroe si caccia nei guai per sbaglio, finendo per essere cacciato. Da questo momento in poi finirà coinvolto in una guerra tra Grubb e Wolvark, soldati guidati da Sekto – una seppia Oktigi, parassita e succhiateste, famigerata cacciatrice di Steef.
La rinascita della saga con Oddworld: New ‘n’ Tasty
Finalmente arriviamo al 2014, quando al mondo viene presentato il remake di Oddworld: Abe’s Oddysee, chiamato Oddworld: New ‘n’ Tasty, uscito su PS4 e successivamente rilasciato per PC, PS3, Xbox One, PS Vita, Nintendo Wii U, Nintendo Switch e cellulari.
New ‘n’ Tasty è un platform con gameplay a scorrimento 2D e grafica 3D che segue principalmente il modello del titolo originale. Come tutti i giochi della serie Oddworld, è ambientato sul pianeta Oddworld e nel continente di Mudos e riprende quasi interamente le vicende del primo titolo, dove Abe è uno schiavo Mudokon nell’impianto di lavorazione della carne RuptureFarm, sfruttato dagli avidi Glukkon. Tuttavia, il gioco non è una remaster, ma un remake costruito da zero, descritto dal creatore Lanning come un Abe’s Oddysee rifatto con il motore grafico Unity. Qualche innovazione rispetto all’originale è stata comunque introdotta: il sistema di saluti è stato incrementato, portando Abe ad evolvere i discorsi con gli altri Mudokon man mano che il giocatore avanza nel gioco. Inoltre anche la funzione di quicksave è stata reintrodotta accanto ad un numero più sostanzioso di checkpoint, assieme alla modalità cooperativa che consente a più giocatori di assumere il controllo del gioco con controller separati. Grossomodo, le aree segrete e gli enigmi si trovano nella stessa posizione del primo titolo, anche se modificati per adattarsi ad uno schermo a scorrimento molto più fluido. Alcuni ambienti sono stati ridisegnati, mentre altri sono stati ampliati con sostanziose aggiunte. Oddworld: New ‘n’ Tasty è stato ampliato nel 2015 con un DLC dal titolo Alf’s Escape, un’espansione contenente un titolo extra dalla durata ridotta.
Oddworld: Soulstorm
Arriviamo quindi a Oddworld: Soulstorm, nuovo capitolo della serie che riprende le meccaniche del gioco originale e svecchia il gameplay oramai datato di Oddworld Inhabitants. Oddworld Soulstorm è una peculiare commistione di platform e cenni rpg, che evolve il sistema da scorrimento 2D ad un 2.5D che permette ai personaggi di spostarsi attraverso i mondi tridimensionali con molta più dinamicità. Proprio per questo motivo diversi livelli tra cui quelli riguardanti la RuptureFarm sono stati stratificati meglio, popolati da più creature, oggetti e dettagli. Ovviamente rimangono gli enigmi, ma non solo: in questo capitolo ci si troverà anche davanti a più abilità, assieme ad un gruppo più nutrito di Mudokon da portarsi dietro.
Dopo questa lunga retrospettiva, speriamo di avervi dato un’idea più chiara sulla lunga saga di Oddworld e la sua incredibile e duratura storia, che ha segnato gli anni d’oro del videogioco. Se siete interessati al nuovo titolo, potete trovare tutto quello che riguarda Soulstorm nella nostra recensione!