Le storie di Obsidian Entertainment e Bethesda Game Studios sono interconnesse in vari modi. Molti degli sviluppatori di Obsidian hanno lavorato ai primi due capitoli di Fallout, ad esempio, prima che Bethesda acquisisse il franchise e lo trasformasse in un RPG a mondo aperto in prima persona. Molti di questi stessi sviluppatori sono poi tornati sulla serie lavorando su Fallout: New Vegas, sempre pubblicato da parte di Bethesda.
Dopo essersi allontanata da Bethesda, Obsidian ha cominciato a sviluppare la propria IP satirica sci-fi chiamata The Outer Worlds, e ora stanno sviluppando anche l’RPG fantasy in prima persona Avowed, dalle similarità con The Elder Scrolls V: Skyrim. Nonostante i due team abbiano avuto un passato interessante, una recente mossa da parte di entrambi rimane ancora una grande sorpresa per i loro fan. Il portale GameRant ha provato a fare un’analisi di questa situazione in cui si troverebbero i due team di sviluppo, ora proprietà di Microsoft e Xbox Game Studios.
Obsidian e Bethesda sono conosciute entrambe per i loro giochi open-world. Fallout: New Vegas di Obsidian è considerato dai fan come uno dei migliori Fallout di sempre, mentre Bethesda ha continuato a contare sulla stessa formula open-world per tutti i capitoli di Fallout e anche di The Elder Scrolls, sin da Morrowind. Mentre il portfolio di Obsidian si presenta con più varietà, i fan potrebbero essere rimasti sorpresi dal fatto che le due compagnie si stiano occupando ora dell’RPG ambientato nello spazio, anche se Bethesda Game Studios rimane un’azienda molto più grande.
Il successo di Skyrim, Fallout 3 e Fallout: New Vegas ha rappresentato il perno su cui si è mossa l’intera industria degli RPG, con giochi come ad esempio Dragon Age: Inquisition che hanno fatto loro la formula open-world anche se prima la serie non presentava elementi open-world fino a quel punto. Comunque sia, nonostante l’impatto delle due aziende nel corso dell’ultimo decennio, entrambe sembrano essere intenzionate a portare la loro formula a un livello successivo, o quasi, nel corso degli anni 2020.
The Outer Worlds permette ai giocatori di esplorare il sistema di Halcyon nel modo che più o meno si preferisce, una volta ottenuta la loro nave spaziale, ma il gioco non risulta essere un vero e proprio titolo a mondo aperto. La galassia di The Outer Worlds non è proprio esplorabile in maniera open-world. Ogni pianeta permette al giocatore di esplorare liberamente un’area relativamente piccola, e usando la loro navetta i giocatori hanno accesso a quello che è la mappa di gioco, essenzialmente non un sistema solare intero come si potrebbe pensare.
Infatti, è difficile capire come Obsidian possa sviluppare questo RPG ambientato nello spazio nella stessa maniera in cui ha realizzato New Vegas o nel modo in cui Bethesda ha realizzato Skyrim. Non solo ciò necessita di numerosi pianeti che possano suddividere in vari pezzi il mondo di gioco, ma sarebbe anche difficile permettere agli utenti questa esplorazione senza far sembrare ogni pianeta eccessivamente piccolo. Alla fine, The Outer Worlds non è più di un RPG open world esattamente come non lo era il primo Mass Effect, il quale offriva un certo grado di libertà ma le aree esplorabili era divise in funzione dei livelli di gioco sparsi tra il sistema solare.
The Outer Worlds 2 è stato annunciato all’evento E3 2021, anche se con un trailer in stile parodia, forse per far capire che lo sviluppo si trova attualmente ancora ai primi stadi. E’ possibile che The Outer Worlds 2 offrirà una struttura più open-world rispetto al precedessore, ma almeno che Obsidian non abbia intenzione di ambientarlo su un solo pianeta, sarà difficile vedere come lo studio riuscirà a renderizzare diversi pianeti liberamente esplorabili.
Bethesda, in maniera molto simile, sta per far uscire un gioco che potrebbe spingere i confini del genere open-world oltre lo spazio esattamente come Obsidian. Starfield è infatti la nuova IP di Bethesda Game Studios dopo 25 anni ed è stato descritto da Todd Howard come uno “Skyrim nello spazio“, ma finora lo studio è stato molto silenzioso sulle meccaniche di viaggio tra un pianeta e l’altro.
Come per The Outer Worlds, sembra essere difficile anche per Bethesda creare un gioco a mondo aperto simile a quello di Skyrim quando le aree esplorabili dovrebbero essere suddivise attraverso diversi pianeti. Molto probabilmente i giocatori saranno in grado di esplorare molte più location, in diverso ordine, ma sembra anche probabile che le aree esplorabili saranno più piccole e isolate rispetto a come siamo stati abituati con i suoi giochi open world precedenti, come Fallout e Skyrim.
Se diamo un’occhiata infatti ai video pubblicati dal design director Emil Pagliarulo, ci sono diverse città presenti all’interno dell’universo di Starfield, tra cui “pleasure city” su Neon. Questa città sarebbe stata fondata su una piattaforma di pesca dopo la corporazione avrebbe scoperto un pesce con proprieta psicotrope vivente nel grande oceano del pianeta. Il fatto che questa città sia completamente isolata dal resto del pianeta acquatico fatto essenzialmente di oceano, fa suggerire che molto probabilmente questa sarà l’unica area esplorabile del pianeta, raggiungibile non a piedi dal mondo di gioco, ma con la navicella e un caricamento, ad esempio. Questo mette in evidenza che il mondo di Starfield potrebbe essere suddiviso in diversi e piccoli pezzi di aree esplorabili, più come The Outer Worlds che come Fallout o Skyrim.
Tuttavia, potrebbero anche derivare diversi benefici dall’abbandono della completa formula open world tipica di Bethesda. Per cominciare, il setting di Starfield e The Outer Worlds ha forse il potenziale di far sentire al giocatore l’ambiezza dell’ambientazione, rispetto a quanto visto ad esempio su Skyrim. La mappa di gioco in Skyrim è molto grande, effettivamente, ma non se il giocatore realizza che, mentre dovrebbe rappresentare una provincia essenzialmente grande come una nazione, il mondo risulta essere grande soltanto qualche chilometro quadrato.
Focalizzandosi su piccole aree isolate su ogni pianeta potrebbe aiutare Bethesda e Obsidian a creare location più curate nel dettaglio e immersive. Creare città ancora più grandi era tra l’altro uno dei desideri di Todd Howard e renderle separate da un mondo aperto potrebbe essere utile per risparmiare e riutilizzare risorse hardware.
Il problema rimane invece sempre quello del gameplay e del senso di esplorazione, già criticato al tempo del primo capitolo di Mass Effect. Ora i giocatori si aspettano almeno da The Outer Worlds 2 una libertà di esplorare decisamente maggiore rispetto al primo capitolo, soprattutto considerando l’espansione del team e il budget di Microsoft.
Ricordiamo che Starfield sarà disponibile all’acquisto a partire dall’11 novembre 2022 per le piattaforme PC e Xbox Series X|S, mentre per The Outer Worlds 2 sappiamo poco e nulla.