Ninja Gaiden: Ragebound è un fulmine a ciel sereno per gli amanti dei giochi d’azione a scorrimento laterale. Sviluppato da The Game Kitchen (già noti per la serie Blasphemous), e pubblicato da Dotemu, questo titolo riporta in vita una delle saghe più leggendarie del panorama videoludico, quella di Ninja Gaiden, ripartendo da uno stile che ricorda i suoi albori. La missione? Probabilemente quella di riconquistare i cuori dei fan di lunga data e attirare una nuova generazione di giocatori con un mix di nostalgia e modernità. Disponibile dal 31 luglio 2025 su PC, Nintendo Switch, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One e Xbox Series X|S, Ragebound si presenta come un action-platform 2D che omaggia i classici degli anni ’80 e ’90, ma con un tocco di freschezza che lo rende unico. È un viaggio bidimensionale che alterna momenti di pura esaltazione ad altri di pura frustrazione, ma riesce a catturare l’essenza di ciò che ha reso Ninja Gaiden una presenza importante nel panorama videoludico intergenerazionale. La formula segreta ha degli ingredienti molto semplici: brandire la katana, saltare tra piattaforme insidiose e affrontare demoni senza pietà, il tutto costruito per testare i nostri riflessi e la nostra pazienza.
Questo gioco non si limita ad essere un semplice revival. È un ponte tra passato e presente, un’ode ai giorni in cui i cabinati ingoiavano monete e i giochi NES sfidavano anche i giocatori più esperti. Ma non è solo nostalgia: The Game Kitchen ha infuso il proprio DNA, fatto di pixel art mozzafiato e gameplay affilato come una lama, per creare un’esperienza che si sente al contempo familiare e nuova. In questa recensione cercheremo di non scivolare troppo tra i ricordi (per quanto lo scrivente ne senta una necessità impellente), ma esploreremo il comparto narrativo, il gameplay, l’aspetto artistico per poi concludere con i saluti di rito, mettendo in luce cosa ha reso Ragebound un titolo merita sicuramente il giusto interesse (al netto di una riserva circa il “poteva fare di più”).
Storia e personaggi
La trama di Ninja Gaiden: Ragebound si colloca come un capitolo stand-alone, parallelo alle avventure del leggendario Ryu Hayabusa. Questa volta il protagonista è Kenji Mozu, un giovane ninja del clan Hayabusa, addestrato proprio da Ryu. La storia inizia con un prologo drammatico: Joe Hayabusa, padre di Ryu, cade in una missione, lasciando il villaggio ninja vulnerabile. Mentre Ryu parte per l’America per onorare le ultime volontà del padre, una barriera tra il mondo umano e quello demoniaco si infrange, scatenando un’orda di mostri sul villaggio. Kenji, ancora inesperto ma determinato, si ritrova a dover difendere il clan. La svolta arriva quando è costretto a stringere un’alleanza improbabile con Kumori, una kunoichi del clan rivale del Ragno Nero, il cui spirito è intrappolato in una dimensione demoniaca. Insieme, combinando le loro abilità, devono fermare i Kurai Shugenja, un culto oscuro intenzionato a risvegliare un demone primordiale attraverso i misteriosi Nexus Stones.
La narrazione non è il punto focale di Ragebound, proprio come nei classici Ninja Gaiden. Tuttavia, rispetto alla trilogia originale per NES, qui la storia ha un ruolo più prominente, con filmati e dialoghi che arricchiscono il contesto senza mai rallentare il ritmo. I fan troveranno numerosi riferimenti alla mitologia della serie, come il negozio di Muramasa e il clan del Ragno Nero, che aggiungono un sapore nostalgico. Kenji è un protagonista solido, anche se non raggiunge il carisma di Ryu. La sua crescita da apprendista insicuro a ninja determinato è ben delineata, ma non aspettatevi un arco narrativo complesso: è un eroe d’azione, non un personaggio da romanzo. Kumori, d’altra parte, aggiunge un tocco di mistero e profondità. La sua presenza come spirito che supporta Kenji in battaglia e nelle sezioni platform crea un dinamismo interessante, anche se la sua backstory rimane un po’ troppo abbozzata.
Analisi del gameplay
Il cuore pulsante di Ninja Gaiden: Ragebound è il suo gameplay, un mix di azione frenetica e platforming che richiama i classici ma con una sensibilità moderna. Il gioco si basa su una formula collaudata: livelli lineari, nemici da abbattere, boss epici e segreti da scoprire. Ma ciò che lo rende speciale è la fluidità e la reattività dei comandi, che fanno sentire il giocatore un vero ninja. Kenji Mozu può correre, saltare, attaccare con la katana e utilizzare un attacco rotante in volo che serve sia per combattere che per superare ostacoli (una sorta di doppio salto, giusto per intenderci). I comandi sono semplici da imparare ma difficili da padroneggiare come si deve. Per quanto strano a dirsi, questo è il vero marchio di fabbrica di Ninja Gaiden.
Una delle meccaniche più interessanti è l’Ipercarica, un colpo speciale che si attiva in due modi: sconfiggendo nemici contrassegnati da un’aura (blu per Kenji, porpora per Kumori) o sacrificando una piccola porzione di salute (a seguito di pressione prolungata del tasto attacco normale). Questo sistema aggiunge un elemento strategico: scegliere quando e come usare l’Ipercarica può fare la differenza tra la vittoria e un game over. Kumori, come spirito alleato, introduce un ulteriore livello di complessità. Può lanciare kunai per attacchi a distanza e, in momenti specifici, prendere il controllo per superare sezioni platform in una dimensione demoniaca, spesso contro il tempo. Queste sezioni sono tra i momenti più esaltanti del gioco, con piattaforme invisibili e teletrasporti che richiedono precisione millimetrica. Una scelta che stratifica il livello di multidimensionalità del level design, in un gioco che all’apparenza si presente “solo” in due dimensioni.
I livelli sono un mix ben bilanciato di combattimento e platforming. Ogni stage introduce nuovi tipi di nemici, da ninja rivali a demoni corazzati, che costringono il giocatore a variare le proprie regole di ingaggio. Alcuni nemici possono essere usati come trampolini per raggiungere aree sopraelevate, mentre altri richiedono combo rapide per essere abbattuti. I checkpoint sono posizionati con cura, rendendo la progressione impegnativa ma (quasi) mai punitiva. I boss, veri protagonisti del gioco, sono un punto di forza: ognuno ha pattern unici e richiede studio e riflessi. Sconfiggerli è immensamente soddisfacente, anche se alcuni scontri possono risultare frustranti a causa di un bilanciamento non sempre perfetto (soprattutto verso la parte finale del combattimento).
Il gioco offre anche una discreta rigiocabilità. Ogni livello include collezionabili (scarabei d’oro) e sfide opzionali che migliorano il punteggio finale, sbloccando nuovi oggetti nel negozio di Muramasa. Questi includono armi secondarie, come ventagli a ricerca o granate, che aggiungono varietà al combattimento. Tuttavia, la modalità Difficile, sbloccabile solo dopo aver completato il gioco, può sembrare un’aggiunta tardiva per chi cerca una sfida immediata. Inoltre, la durata complessiva, di circa 6-8 ore per la campagna principale, potrebbe lasciare alcuni giocatori affamati di contenuti extra.
Dimensione artistica
Dal punto di vista visivo e sonoro, Ninja Gaiden: Ragebound è un vero spettacolo. The Game Kitchen, con la sua esperienza in Blasphemous, ha creato un capolavoro di pixel art in stile 16-bit che cattura l’essenza dei classici Ninja Gaiden, ma con un livello di attenzione ai dettagli che appartiene a questa epoca. Ogni sprite – dai nemici ai boss – è curato nei minimi particolari, con animazioni fluide che danno vita a ogni fendente e salto. Gli sfondi, che spaziano da templi ninja a città futuristiche infestate da demoni, sono ricchi di atmosfera e dettagli, senza mai distrarre dall’azione. Il gioco riesce a bilanciare un’estetica retrò con una modernità che si percepisce in ogni frame.
La colonna sonora è un altro trionfo. Composta da Sergio de Prado, già acclamato per Blasphemous, insieme a veterani della serie come Keiji Yamagishi, Ryuichi Niita e Kaori Nakabai, la musica di Ragebound è un’ode all’adrenalina. Le tracce, che mescolano ritmi elettronici a melodie ispirate ai classici NES, accompagnano perfettamente l’azione, amplificando l’emozione di ogni combattimento. Gli effetti sonori, dal clangore delle lame al ruggito dei boss, sono altrettanto impeccabili, contribuendo a un’immersione totale.
Tuttavia, non tutto è perfetto. Alcuni ambienti, pur splendidi, tendono a ripetersi, con palette di colori e layout che non sempre si distinguono. Inoltre, la varietà delle tracce musicali, pur eccellente, non è vastissima, e dopo alcune ore si potrebbe desiderare qualche tema in più per spezzare la monotonia.
In conclusione
Ninja Gaiden: Ragebound è un ritorno trionfale per una serie che ha fatto la storia dei videogiochi. The Game Kitchen e Dotemu hanno preso un franchise leggendario e lo hanno riportato in vita con un action-platform 2D che cattura l’essenza dei classici, aggiungendo un tocco di modernità che lo rende accessibile e appagante. Il gameplay, con i suoi comandi precisi e le meccaniche innovative come l’Ipercarica e la dinamica Kenji-Kumori, è il cuore pulsante del gioco, capace di far sentire il giocatore un ninja inarrestabile. La pixel art e la colonna sonora sono un omaggio perfetto al passato, pur con qualche piccola sbavatura in termini di varietà. La storia, pur non essendo il fulcro, offre un contesto solido e ricco di riferimenti per i fan.
Tuttavia, il gioco non è privo di difetti. La durata breve e il bilanciamento altalenante della difficoltà possono lasciare qualche giocatore insoddisfatto, così come la ripetitività di alcuni schemi di level design e ambientazioni. Nonostante ciò, Ragebound riesce a essere un’esperienza densa e coinvolgente, che premia la precisione e la dedizione. È un titolo che si rivolge sia ai nostalgici della trilogia NES sia a chi cerca un action-platform moderno e ben realizzato.
Per chi ama i giochi che richiedono riflessi pronti e un po’ di sana frustrazione, Ninja Gaiden: Ragebound è una gemma da non perdere. Non è perfetto, ma è un viaggio che vale la pena intraprendere, katana alla mano. Con un prezzo accessibile e una rigiocabilità che invita a perfezionare le proprie prestazioni, questo gioco è un’aggiunta preziosa al catalogo di ogni appassionato di action 2D. Il 2025 si conferma un anno d’oro per i fan di Ninja Gaiden, e Ragebound è solo l’inizio di quello che promette di essere un ritorno epico per la serie. Un bel antipasto, in vista dell’attesissima uscita di Ninja Gaiden 4.
La recensione in breve
Un revival che colpisce nel segno, con qualche piccolo passo falso ma un cuore ninja che batte forte.
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Voto Game-Experience