Che Mortal Kombat 1 fosse riuscito far scorrere nuova linfa vitale nelle vene di uno dei franchise più longevi e iconici della storia del medium beh, era cosa nota non solo ai kombattenti più audaci, ma pressoché a tutti. Inutile nascondere però come, da un paio di mesi a questa parte, i primi stessero attendendo con spasmodica ansia un’espansione non solo capace di ampliare il ricco universo narrativo della saga NetherRealm, ma che gettasse sul piatto della bilancia nuovi personaggi, meccaniche di gioco e, perché no, qualcosa di davvero capace di lasciare il segno. La risposta a questa chiamata alle armi è a carico di Kaos Sovrano, prima espansione in senso stretto (e non “banale” Kombat Pack) sulle cui spalle pesano le aspettative di milioni di giocatori. Un’espansione che sì, offre alcuni momenti di esaltazione pura difficili quasi da spiegare, ma non riesce ad eccellere a causa di alcune problematiche strutturali che, inesorabilmente, ne minano il pieno potenziale.
Il regno del Kaos Sovrano è più breve del previsto
Kaos Sovrano non si dilunga eccessivamente in inutili preamboli narrativi, catapultando da subito il giocatore in quello che sarà il vivo dell’azione. Ci si ritrova nuovamente immersi nelle tumultuose vicende del multiverso di casa MK, stavolta con la figura del terribile titano Havik intento a lacerare i sottili fili del destino. Havik rappresenta per ovvi motivi l’incarnazione suprema del caos, spinta dalla volontà di mettere fine al sempre più delicato equilibrio tra i regni ordito da Liu Kang ed i suoi alleati – che, volenti o nolenti, saranno nuovamente costretti a menare le mani per evitare che l’intero multiverso collassi sulla propria struttura.
Non certo una premessa narrativa hollywoodiana, questo è abbastanza palese, ma quanto basta a rendere – almeno sulla carta – un po’ più fresca l’esperienza di Mortal Kombat 1: un cattivo molto carismatico, affiancato dall’arrivo di nuovi (e vecchi) volti e dal ritorno delle Animality… cosa potrebbe mai andare storto in questa ricetta gustosa a base di sangue, frattaglie e schegge di cranio?
Il primo tasto davvero dolente, inutile girarci attorno, è la longevità generale. Kaos Sovrano, questa lotta epica tra il bene (Liu Kang e soci) da un lato e il male (Havik) dall’altro, non richiederà più di due ore per essere portata a termine. Due ore, combattimenti inclusi. E considerando l’ottima partenza di questa espansione, la sensazione di essersi lasciati scivolare tra le mani un potenziale narrativo comunque ragguardevole, minuto dopo minuto, si trasforma in una certezza.
Questo perché, in termini di ritmo, pochi franchise tengono testa a Mortal Kombat. L’azione è frenetica e costante, ma in due pre è pressoché impossibile trovare un minimo spazio per approfondire le new entry: ed ecco che lo stesso Havik, vero protagonista di Kaos Sovrano, è un ottimo cattivo con pochissimo background. Il suo arco narrativo, lo ripetiamo, avrebbe tutte le carte in regola per colpire ed appassionare, ma viene inesorabilmente ridotto ad una sere di scontri e cutscene (spesso molto brevi) da cui è impossibile desumere appieno le sue motivazioni, o addirittura il suo vero legame con quel caos che egli stesso tenta di scatenare. Ottima la sua scrittura, che ne sottolinea l’elevata potenza scenica e la pericolosità, ma anche in questo caso il background narrativo rappresenta più un collante tra i vari combattimenti, anziché essere il vero perno essenziale dell’espansione.
Un nuovo roster ad alte potenzialità… e non solo
Se, messa in questi termini, la performance di Kaos Sovrano sembra essere un po’ al di sotto delle aspettative (a fronte, a onor del vero, di un prezzo non propriamente popolare), è impossibile non ammettere che dietro quest’espansione ci sia più di qualcosa per cui valga la pena kombattere. Il roster, innanzitutto, ne rappresenta il cuore pulsante (almeno per i tre personaggi attualmente disponibili, con un secondo terzetto pronto nelle prossime settimane a invadere le nostre console). Noob Saibot ha uno stile di combattimento che si fonda letteralmente sull’imprevedibilità, con mosse spettacolari e combo chilometriche, ma senza dubbio molto più complesse da padroneggiare rispetto ad un personaggio tradizionale qualsiasi. Sicuramente, la sfida offerta da Saibot è rivolta a chiunque cerchi un personaggio tutto tranne che equilibrato, dalle meccaniche anticonvenzionali e, dopo il giusto rodaggio, capace di chiudere un incontro in un letterale battito di ciglia.
Al suo fianco, Sektor e Cyrax, il combattente più versatile del terzetto equipaggiato con un moveset che gli permette di menare le mani con naturalezza sia nel corpo a corpo ravvicinato, sia quando la distanza tra i duellanti si fa sentire. Nel complesso sì, un ottimo roster che garantisce al giocatore anche un approccio strategico ulteriore al combattimento, specie nelle sessioni online. Punto dolente, tuttavia, da non sottovalutare, è quello relativo al bilanciamento generale dei personaggi: in mani sapienti ed allenati, la potenza degli ultimi arrivati rischia di essere esageratamente devastante rispetto a quanto disponibile tra i personaggi presenti nel roster base.
Tuttavia, in termini di mero gameplay Kaos Sovrano mantiene le promesse. Gli stili delle new entries sono indubbiamente unici, capaci di dare ulteriore profondità alla lotta e, entro certi limiti, dare piccoli scossoni alle meccaniche di MK1. Noob Saibot ne è ovviamente l’esempio più lampante, con un approccio non lineare al combattimento e un set di mosse, all’apparenza illogiche ma figlie di un’attenta strategia, che rischiano addirittura di risultare inaspettate per chiunque prediliga uno stile di gioco più tradizionale.
Ma, senza dubbio, una delle componenti più attese di Kaos Sovrano è il ritorno delle Animality, quelle esecuzioni spietate ad altissimo tasso scenico che trasformano i lottatori in animali feroci, pronti a dilaniare il malcapitato di turno nel peggiore dei modi. Un ritorno nostalgico per la gioia degli appassionati, che alza ulteriormente (e non di poco) l’asticella della violenza che da sempre contraddistingue il franchise. La brutalità di ogni esecuzione (da non confondersi con le Brutality, ovviamente presenti già nel titolo base e anch’esse abili nel rendere il tutto ancor più “sanguinolento”), unita ad una qualità impressionante delle animazioni e al taglio registico di alcune scene (vedi quella di Cage, a metà tra il folle e il ridicolo) rappresentano un valore aggiunto di sicuro impatto nell’economia globale del titolo.
Certo, se da un lato le Animality sono poco più di un esercizio di stile in un contesto che non lesina brandelli di corpo umano, dall’altro esse rappresentano una sorta di testamento alla creatività di NetherRealm Studios, ma anche di quell’Akklaim che, anni or sono, diede vita a questo impero: un’aggiunta che, ancora oggi, dimostra di saper sorprendere e divertire i giocatori, con siparietti dove violenza e spettacolo si fondono in modo parossistico, ma non per questo poco efficace. Inutile dire, però, che la loro integrazione nel flusso di gioco è poco più che marginale, e più che una rivoluzione in senso stretto alle meccaniche ludiche la loro reintroduzione rappresenta, piuttosto, un omaggio alla grandiosità della serie.
La recensione in breve
Kaos Sovrano rappresenta un’espansione capace sì di lasciare un segno, ma non troppo duraturo. L’ottimo impatto visivo regalato su Xbox Series X (dove risoluzione 4K, audio 3D e animazioni estremamente dettagliate rendono anche questa espansione un’autentica gioia per gli occhi), un interessante roster di nuovi personaggi e il ritorno delle tante attese Animality lo rendono, e su questo non ci piove, una tappa abbastanza obbligata per gli affezionati di lunga data del franchise. Tuttavia, una campagna eccessivamente breve e l’assenza di veri e propri game-changer in termini di gameplay rendono Kaos Sovrano molto meno memorabile, complice la longevità risicata, di quanto avremmo desiderato. La prima espansione di Mortal Kombat 1 rappresenta sì un’ottima aggiunta, ma tolta la piacevole sensazione di caos totale che si respira nei primi minuti, quello che rimane è un po’ la sensazione di occasione mancata.
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Voto Game-Experience