La campagna è l’antipasto più sfizioso che poteva capitare al nuovo capitolo di Call of Duty ovvero Modern Warfare 2. Ora si va decisamente più fiduciosi verso la modalità multiplayer.
Cominciamo da un pro-tip: forse è il caso di giocarsi velocemente la campagna di Modern Warfare prima di iniziare il secondo capitolo, magari alla difficoltà più bassa per avere un riassunto di ciò che è successo nel precedente titolo che vi ricordiamo è il capitolo del 2019.
Il ricordo più vivido che avevo era la missione al buio della casupola tra le rocce, dove era necessario un approccio estremamente freddo e strategico piuttosto che “a la DOOM”. Per questo sognavo che una simile missione trovasse luogo anche nel secondo capitolo. Immaginate la mia felicità nello scoprire che è poco dopo l’inizio della campagna.
Modern Warfare 2 nella sua versione 2022 è un tuffo al cuore per gli amanti degli iconici personaggi del capitolo originale
Magari non è parimenti tattica e riflessiva, ma apre al nocciolo dell’intera linea narrativa. Durante un’irruzione, la Task Force 141 scopre che dei terroristi iraniani celano un missile in un container. Al netto delle implicazioni russe (che sinceramente non sono un toccasana per il clima globale che stiamo vivendo, ma hanno un senso narrativo da scoprire strada facendo), il problema è principalmente uno: quel missile è di origine americana, quindi qualcuno deve pur averlo perso o venduto al nemico.
È bello tornare a vedere Ghost e Soap, in questo reboot che potrebbe benissimo essere semplicemente parte del multiverso di Call of Duty. Più si va avanti e più ha senso la mossa di Infinity Ward, per quanto la trama originale fosse già estremamente valida, tanto da restare impressa per sempre nel cuore dei suoi giocatori. Ha senso anche aver permesso di giocare la campagna una settimana prima del lancio del multiplayer: Call of Duty a volte soffre crisi di abbandono per la sua componente single player, ma “costringendo” i fan che hanno prenotato il gioco a una sola modalità si è così presentato per ciò che si può veramente fare in una campagna degna del suo nome.
Bravo Six, Going Dark
Call of Duty Modern Warfare 2 fa della varietà il suo forte. Per quanto sia un FPS, basare tutta la sua storia sulla semplice pressione di un grilletto è a dir poco superficiale. Infinity Ward si è guardata bene dal farlo, riempiendo la campagna di missioni estremamente variegate e diverse tra loro. Col senno di poi è facile identificare un momento nella storia per collegare subito il tipo di gameplay sfruttato, tanto è memorabile.
Ogni missione ha dunque un suo aspetto particolare. Si parte dallo stealth, che si evolve diventando progressivamente più difficile e articolato. Se nella prima sezione della trama richiede semplicemente di nuotare e sfilettare nemici in un porto, successivamente si condisce con elementi survival e addirittura di crafting. Non si tratta nemmeno di modi lineari per sfruttare questa meccanica, bensì di scelte che possono essere prese per progredire più o meno rapidamente e violentemente.
Non mancano le trappole, amiche o nemiche. Quest’ultime mi hanno riportato indietro ai tempi in cui zampettavo per il Louvre di Parigi nei panni di Lara Croft. L’azione si sposta poi su veicoli da guidare o abbordare, con un inseguimento particolarmente ostico se affrontato a difficoltà più alte, tra le dune del deserto e le rocce dei centri abitati sulla strada. È anche uno dei momenti in cui ci si imbatte nella ferocità della guerriglia, fatta di vittime civili spesso causate dagli stessi terroristi connazionali.
La morte dall’alto è rappresentata dalla classica missione a bordo di un AC-130, da cui far piovere metallo per stanare i terroristi. Mi sono quasi preoccupato di quanto sia realistica questa sezione del gioco. Non vorrei mai che qualche telegiornale poco informato possa pensare che le immagini siano reali e non fatte di soli pixel.
Call of Duty Modern Warfare aveva introdotto un momento particolarmente crudo e controverso, tanto da avvisare il giocatore prima dell’inizio della campagna. Questa volta invece non c’è alcun segnale da cui tirarsi indietro, se non un blando “alcune azioni potrebbero risultare piuttosto forti”. Curiosamente, queste azioni sono più uditive che visive e riportano la mente ad alcune puntate di Narcos.
Si passa poi alla strategia, per permettere a un personaggio in particolare di passare indenne nella zona nemica e portare a termine il suo obiettivo. La visuale si sposta nei sensori delle telecamere, da intercambiare come se fossimo in Cyberpunk 2077 per scovare punti ciechi e fare incetta di nemici silenziosamente.
Su PS5 tutto questo è enfatizzato dal controller Dualsense, che enfatizza determinate azioni nel gioco. Le pale degli elicotteri riecheggiano così nella mano, il battito del cuore all’avvicinarsi di un nemico si aggiunge alle palpitazioni reali, la resistenza sul grilletto fa pensare due volte all’eventualità di sparare oppure no, soprattutto quando si ha un fucile di precisione tra le mani.
Il comparto audio è ben sviluppato a sua volta, con un’opzione extra per aumentare il sound dei bassi nelle cuffie. Non si tratta solo di qualità nel campionamento, ma anche nell’utilizzo dei suoni in determinati momenti. Un esempio? Sparando dall’aereo, il suono della deflagrazione viene avvertito attraverso il microfono dei soldati presenti sul terreno e non dalle “orecchie” del velivolo stesso.
Menzione d’onore finale per quell’aspetto ancora non citato, la grafica. Per quanto siano stati sfruttati effetti particellari già visti in Modern Warfare, soprattutto per fuoco, polvere e acqua, la realizzazione è davvero eccellente su PS5. Si nota come Infinity Ward abbia voluto investire per avvicinarsi al fotorealismo dei volti durante le cutscene, senza dimenticare gli stessi visi nei veri momenti di gameplay. La differenza si nota, ovviamente, ma non è così grande come sarebbe potuta essere.
Appena terminata la campagna di Call of Duty Modern Warfare 2 ho subito sentito la necessità di vedere un terzo capitolo all’orizzonte. Questo per capire quanto sia alto il livello toccato e memorabile il modo in cui Infinity Ward ha deciso di dare una seconda vita alla Task Force 141.
La recensione in breve
Forte di un comparto tecnico, visivo e auditivo di grande rilievo, la campagna di Call of Duty Modern Warfare 2 è il modo perfetto per anticipare l’attesa del multiplayer e di Warzone. Variegata e diversificata come probabilmente nessun Call of Duty prima d’ora, vale la pena di essere esplorata più volte, magari anche nella difficoltà Realistica.
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Voto Game-Experience