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Home»Articoli»Anteprime»MIO: Memories in Orbit, l’anteprima delle prime ore di gameplay

MIO: Memories in Orbit, l’anteprima delle prime ore di gameplay

L'anteprima di MIO: Memories in Orbit, metroidvania sviluppato da Douze Dixièmes previsto nel corso del 2025 per PC e tutte le console.
Matteo MarchettiBy Matteo Marchetti4 Giugno 2025
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MIO: Memories in Orbit
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Abbiamo avuto modo di provare in anteprima MIO: Memories in Orbit, il nuovo titolo sviluppato da Douze Dixièmes, piccolo studio francese già autore di Shady Part of Me, un puzzle platform interessante che avevamo promosso nella nostra recensione. Proprio da quest’ultima esperienza, MIO: Memories in Orbit trae ispirazione, esplorando però una nuova tipologia di gameplay.

In questo caso, ci troviamo di fronte a un omaggio al genere metroidvania, esplorato ampiamente nell’ultima decade, soprattutto da studi indipendenti come quello dietro lo sviluppo di MIO: Memories in Orbit. Grazie a un codice demo fornito dal publisher, abbiamo potuto esplorare per circa due ore il Vascello, l’ambientazione principale del gioco, sufficiente per farci un’idea iniziale di ciò che sarà il titolo completo, atteso su PC e console nel corso del 2025.

Un gioco che ci ha colpiti per la sua forte identità artistica, ma che ci ha anche lasciato qualche interrogativo sulla sua effettiva originalità e capacità di distinguersi in un mercato ormai saturo di titoli simili. Ci troveremo dunque di fronte all’erede di Hollow Knight o all’ennesimo titolo fotocopia senza né arte né parte? Scopriamolo insieme nella nostra anteprima di MIO: Memories in Orbit!

Piccolo e caratteristico

Il protagonista di MIO: Memories in Orbit in azione

Le analogie con il capolavoro di Team Cherry sono evidenti fin dalle primissime battute. Dopo una breve introduzione narrativa piuttosto criptica ma affascinante, quasi elegante nel modo in cui ci viene presentata, MIO inizia nella maniera più canonica possibile per un metroidvania.

Conosciamo subito il protagonista, un piccolo essere cibernetico dalla folta chioma composta da sottili fili elettrici, gli stessi che useremo per attaccare i nemici con scintillanti acrobazie dinamiche. Ci ritroviamo in un gigantesco complesso chiamato Vascello, fatto di piattaforme e macchinari ostili, senza sapere esattamente quale sia il nostro scopo. Il gioco ci catapulta immediatamente nell’azione, senza troppe spiegazioni, lasciandoci il compito di esplorare in totale libertà il mondo circostante e comprendere il motivo del nostro risveglio da uno standby apparentemente eterno.

Nonostante le piccole dimensioni, scopriremo ben presto di essere una risorsa preziosa per le curiose creature che popolano il labirintico Vascello.

L’ennesimo metroidvania indie?

Il Vascello, la principale ambientazione di MIO: Memories in Orbit

Il Vascello è il teatro delle vicende di MIO: Memories in Orbit, una struttura intricata e, all’apparenza, sconfinata, sviluppata in tutte le direzioni, composta da cunicoli, porte da sbloccare, ascensori e piattaforme sopraelevate. È lo scenario ideale per gli amanti del genere, e le conferme arrivano mano a mano che ci si addentra in questo bizzarro mondo popolato da piccoli robot, alcuni amichevoli, altri decisamente ostili.

Il gameplay segue fedelmente gli stilemi del genere nato con Metroid e Castlevania, oggi territorio prediletto dalle produzioni indie per la relativa facilità di sviluppo, ma che richiede comunque grande creatività, specialmente sul fronte del level design. È ancora troppo presto per giudicare MIO: Memories in Orbit sotto questo aspetto, ma le premesse sono buone.

La demo ci ha dato un primo assaggio delle abilità del protagonista e del sistema di progressione, rappresentato da un albero delle abilità, qui chiamate “Modificatori“, che permetteranno di potenziare gli attacchi. Tutto sembra filare piuttosto liscio dal punto di vista della giocabilità, ma emergono dubbi sulla reale originalità dell’opera, molte soluzioni sembrano già viste.

MIO: Memories in Orbit tende a mettere da subito il giocatore alle strette, abbandonandolo a sé stesso e spingendolo a esplorare in lungo e in largo il Vascello. I nemici sono ostici e, se non si presta attenzione, si rischia di ricominciare dall’ultimo checkpoint, perdendo le “gocce di madreperla” raccolte, che vanno recuperate in stile Souls per non svanire nel nulla. È evidente come le ispirazioni siano molte, forse anche troppe, per poter davvero fare la differenza. Tuttavia, siamo fiduciosi che MIO: Memories in Orbit riuscirà comunque a ritagliarsi il proprio spazio. Un indizio in tal senso arriva senz’altro dal comparto artistico.

Ma che bel Vascello

Un esplosione di colori: la grafica di MIO: Memories in Orbit

La vera sfida per MIO: Memories in Orbit si giocherà probabilmente sul piano stilistico. Oltre alla già citata veste grafica, una sorta di cel-shading con ombreggiature ed effetti visivi che richiamano i fumetti o le graphic novel, va menzionata anche la splendida colonna sonora, rarefatta e onirica, perfettamente in linea con il senso di spaesamento e solitudine che accompagna l’esplorazione del Vascello.

Un’ulteriore nota positiva è rappresentata dalla traduzione in italiano, di ottima fattura, che accompagna tutti i dialoghi. Una buona notizia per chi non ha dimestichezza con l’inglese ma non vuole perdersi i dettagli narrativi disseminati dagli sviluppatori, un altro elemento che potrebbe fare la differenza quando il gioco raggiungerà finalmente gli scaffali, o meglio, gli store digitali di tutto il mondo.

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