Il freddo mi colpì quando scesi dall’aereo di Wizz Air presso l’aeroporto di Milano Malpensa, pronto per iniziare la mia viaggio verso la Milan Games Week. La fiera dei videogiochi più grande in Italia, combinata alla fiera del fumetto Cartoomics, era già iniziata il giorno prima (venerdì 12 novembre) e mentre ero sul treno in direzione Rho Fiera mi tremarono le mani dalla felicità. Con quelle mani ballerine scrissi a colleghi e ad amici per dirgli che stavo per arrivare e che presto li avrei potuti vedere e abbracciare, ma tra i tanti messaggi e post sui social che leggevo per passare il tempo vidi un pensiero comune: la Milan Games Week aveva dei problemi.
Oltrepassato i tornelli notai subito l’assenza degli stand enormi che eravamo abituati a vedere negli anni precedenti, anche se c’è da dire che quello di Gamestop era abbastanza fatiscente. Avevo un’appuntamento verso le 17 e dato mancava un’oretta abbondante, decisi di esplorare la sezione del Cartoomics per vedere se sarei riuscito a trovare il mio tanto odiato volume 2 di Monster Deluxe di Naoki Urasawa. Girovagando tra gli stand notai l’imponenza dell’AT-ST piazzato dalla 501’st Legion, un gruppo di cosplayer specializzati nella creazione e negli eventi a tema Star Wars, e della loro stupenda riproduzione di un quartiere di Tatooine popolata da moltissimi personaggi iconici della saga.
Negozio dopo negozio, brand dopo brand, la mia ricerca non ottenne risultati concreti se non la solita risposta “Eh è in ristampa”. Mancava ancora del tempo perciò guardai le bancherelle delle piccole aziende e associazioni, notando che c’erano un sacco di scrittori a pubblicizzare il proprio libro. Io non sono un grande amante della narrativa fantasy, ma ammetto che alcuni di questi erano veramente interessanti. Non da meno erano gli altri stand dedicati a minori o privati come i vari gruppi di disegno e di cosplay.
eBay e la fila di Gamestop
Si avvicinava all’ora X così mi apprestai verso il luogo del mio appuntamento, ossia lo stand eBay. Una volta raggiunto mi incontrai con un collega della redazione, Luca Isgrò, e parlammo del più e del meno, conoscendoci per bene dato che era il nostro primo scambio di battute. Una volta chiamato venni fatto scortare nel backstage e parlai con l’ head of brand marketing and communication Vito Pace, che in una bella chiacchierata amichevole mi narrò il concetto dietro al loro stand. eBay è una delle piattaforme di compravendita online più grande al mondo e durante il weekend sono stati esposti una selezione di rari oggetti da acquistare ad asta direttamente su eBay, proposti una serie di incontri con seller della piattaforma e con influencer come Cydonia, Kurolily, KeNoia e i Playerinside e una postazione gaming
e gadget in regalo. Il loro motto è “Tratto da una storia di eBay“, ossia che l’atto della compravendita attraverso la piattaforma non è solo un baratto economico, ma bensì un luogo di community e vicinanza di persone che condivido la stessa passione, creando così una storia da un semplice scambio. Ammetto che il coloratissimo stand presente alla Milan Games Week era un bel punto di incontro della community con anche degli speech davvero interessanti e di qualità, mostrandomi che il team italiano dietro eBay ha delle belle idee che ci intratterranno per tanto tempo.
Finita quella splendida chiacchierata con Vito e lo staff di eBay, decisi di inoltrarmi verso la zona gaming. Prima di qualsiasi cosa andai da Gamestop con la speranza di trovare ancora i giochi in offerta che bramavo. Passando per l’enorme stand notai la suddivisione della zona, con un settore dedicata alla vendita e le altre alle postazioni di gioco. Dall’inizio del gate alla cassa ci misi davvero poco, ma sfortunatamente non trovai nessuno dei giochi che avrei voluto. Con l’amaro in bocca decisi di rimanere dallo stesso publisher e di voler provare Metroid Dread… mai scelta più sbagliata. Quasi un’ora di fila fisicamente breve, ossia composta da poche persone, per decidermi che non valeva la pena comprarlo (almeno per me).
Dopo aver girovagato per una buona mezz’ora senza vedere nessun’altro stand di un publisher del settore, decisi che era il momento di andarmene. Il sushi mi aspettava.
Domenica e Beyond PG
Sveglia alle 7, 4 ore di sonno e uno stomaco pieno di sushi: le condizioni migliori per fare una giornata di fiera. Io e quei pazzi ragazzi di Simone, Francesco e Andrea raggiungemmo la Milan Games Week di prima mattina. Insieme esplorammo la fiera dei videogiochi, ammirando i palchi esports e i palchi show. Tra saluti, abbracci e prenotazioni folli, andammo a vedere alle 11 la presentazione della seconda stagione di Beyond PG, un programma di PG Esports dedicata alla Gaming Culture presente su Twitch. Dopo lo speech di Jody Cecchetto e sua madre c’è stata la pubblicazione del palinsesto che vedrà la nostra redazione protagonista questo pomeriggio (lunedì 15 novembre) alle 17:30 sul canale twitch di Beyond PG… vi aspecto!
Concluse le formalità, abbiamo continuato il giro osservando gli stand dell’area esports che puntavano sulle attività esperienzali quali giochi VR o simili. Tra le tante cose che c’erano in vendita mi ha catturato l’attenzione il gel da applicare sulle mani per aumentare il grip sul controller e il “levlup” italiano, che preferisco non commentare.
Una cosa che ho potuto piacevolmente vedere era la grande presenza di tanti cosplay belli e diversi, più o meno elaborati, con tanto di contest proposto dalla fiera.
Arrivata l’ora di pranzo mi sono separato dai colleghi per rimanere con un mio caro amico. Oltre per il piacere della sua compagnia, ho voluto vivere la Milan Games Week con lui per conoscere il punto di vista di un consumatore dell’evento, seguendo i suoi interessi e quello dei suoi amici e conoscenti. Intervistando delle persone sono arrivato alla conclusione che di per sé l’evento è piaciuto, e anche tanto, nonostante si sarebbe preferito una gestione migliore degli spazi (come il padiglione 16 lasciato a se stesso). Inoltre sono rimasto abbastanza colpito di un’altra idea che ha accomunato tutte quelle persone che ho sentito: i giocatori volevano giocare ai videogiochi appena usciti o in uscita.
Abbeverato, mangiato e triste per non aver trovato nulla da comprare, verso le 15 faccio un saluto con la manina alla fiera e alle persone che mi hanno accompagnato durante la giornata. Sotto la pioggia scrosciante di acqua e di messaggi digitali colmi di delusione per non aver incontrati i mittenti, prendo il treno in direzione Domodossola per tornare a casa e scrivere questa mia avventura.
La mia sulla Milan Games Week
Sono stato abbastanza veloce nel raccontare le cose perché approfondire sui dettagli sarebbe stato inutile. Allora, leggendo cosa avete notato? Vi rispondo subito: l’esperienze con i videogiochi è stata pochissima. In una fiera dedicata ai videogiochi non poter giocare ai videogiochi fa uno strano effetto, e questo mi fa preoccupare per il futuro. Metto le mani avanti dicendo che io amo la Milan Games Week in quanto rappresenta la mia prima fiera di settore ad aver partecipato sia come stampa che come consumatore. Io voglio dal profondo del mio cuore che questo evento migliori e che possa diventare un punto fisso nel settore pari alla Gamescom, davvero, però bisogna essere anche realisti.
Il Cartoomics era realizzato bene, con tanti eventi e speech da vivere e ascoltare di grande interesse e molti stand inerenti a quella categoria. Mi è piaciuto lo stand della 501st Legion come quello di Resident Evil, il Risiko gigante e i combattimenti medievali e stellari. Insomma, per questa parte non ho da lamentarmi e la disposizione degli stand risultava anche abbastanza chiara.
Mentre sulla Milan Games Week devo ammettere con rammarico che mostrava il fianco sul lato dell’offerta al pubblico con nessuna novità da giocare o provare. Eccezion fatta per lo stand di Gamestop, i giochi erano esigui e poco attraenti, non dandomi la voglia di far una fila per provare un titolo già saturo nel mercato. Di cose belle ce n’erano, come i palchi esports che sono sempre affascinanti da vivere o anche gli stand particolari come quello di 2Watch dove si potevano provare delle realtà videoludiche particolari, ma questo non era sufficiente per trattenermi nella fiera per molto tempo.
Io come videogiocare voglio sapere essenzialmente due cose: cosa andrò a giocare sul titolo che sto attendendo e quanto dovrò pagarlo. Un esempio tangibile lo potremmo fare su Elden Ring che attualmente sta vivendo il networking test. Sarebbe stato bello vedere uno stand dedicato al gioco di From Software dove le persone, anche con posti limitati, avrebbero potuto giocare a una demo del tanto atteso gioco. Avrebbe spopolato una cosa del genere e ci sarebbero state ore e ore di fila per poterlo giocare, questo perché il consumatore medio vuole conoscere il gioco che dovrà pagare 70 euro per averlo e convincersi sull’acquisto. La logica del “provo il gioco in uscita/appena uscito e lo vado ad acquistare a prezzo scontato” è stata la carta vincente delle passate edizioni, ma qui è venuta a meno. Come consumatore prima di addetto stampa non ho avuto modo di godermi la fiera dato che, essenzialmente, non ho quasi mai preso il pad alla mano. Per assurdo è stata la sezione Indie a mantenere questa integrità in quanto luogo dove si poteva ad andare a giocare a dei titoli relativamente nuovi.
Le dinamiche interne non le conosco e non mi sono date saperle (come è giusto che sia), e questa e la mia semplice opinione da persona totalmente esterna che ha vissuto la fiera come consumatore senza badge al collo. Sono passato per divertirmi e vedere tanti amici e colleghi che erano anni che non vedevo, per rivivere l’ebrezza dei tornei esport e bere una rinfrescante bevanda alla Tana dell’elfo… e cercare quel maledetto manga. Nonostante questo voglio essere vicino agli organizzatori e fare i complimenti per essere riusciti a fare il sold out nel weekend e per aver creato un evento di tali dimensioni nonostante il periodo complesso che stiamo vivendo.