Sono anni che si fa un gran parlare attorno alle microtransazioni, vale a dire la pratica, adottata da molti publisher e sviluppatori, d’inserire nei propri giochi l’opportunità di fare acquisti con soldi reali, in cambio dei quali si ottengono oggetti cosmetici, boost ti varia sorta o veri e propri vantaggi o item.
Molti vedono un male in tale pratica, anche il sottoscritto quantomeno quando da tale pratica è possibile ottenere vantaggi effettivi sul gioco (meno quando da tali acquisti si possono ottenere solo elementi cosmetici).
Si tratta, comunque, d’un male a cui fare l’abitudine, perché difficilmente sparirà nel nulla. Anzi, a ben guardare i guadagni garantiti da tale pratica, viene da dire che con loro dovremo imparare a convivere.
Prendiamo in analisi i dati di due colossi del settore: Activision Blizzard e Electronic Arts. al 31 marzo 2020 la prima delle società citate registrava ricavi per ben 956 milioni di dollari derivati dai soli acquisti in-game, il tutto incassato in un singolo quadrimestre, con un incremento del 20% rispetto al 2019. Le microtransazioni sono più che raddoppiate per Call of Duty: Modern Warfare rispetto a quelle di Call of Duty: Black Ops 4.
Parlando di EA, sempre in riferimento al 31 marzo 2020, i guadagni derivati dai servizi live nell’ultimo quadrimestre sono pari a 789 milioni di dollari, meno rispetto al 2019 (845 milioni) che godette d’un notevole vantaggio grazie al lancio di Apex Legends, ma comunque dei ricavi da capogiro. Nel solo ultimo anno fiscale la compagnia ha ricavato, dalle sole microtransazioni, 2.779 milioni di dollari, e tale cifra non contempla i ricavi del settore mobile, vale a dire altri 138 milioni, nonché quelli dei download di giochi completi, che ammontano a 190 milioni.
Insomma, queste microtransazioni paiono tanto odiate quanto adoperate, e rappresentano una fonte di guadagno senza pari. Si dovrà dunque piegare la testa e accettarne l’esistenza, poiché sicuramente dei colossi dell’industria non rinunceranno mai a simili introiti per soddisfare alcuni utenti nostalgici.
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