Il New York Times ha pubblicato un nuovo report, dove ha affermato come nelle ultime settimane Microsoft ha accusato Sony, il suo principale rivale di videogiochi, di aver fuorviato le autorità di regolamentazione, rendendo di conseguenza ben più difficoltoso il processo di autorizzazione dell’acquisizione di Activision Blizzard King.
Stando inoltre a questo nuovo articolo, gli avvocati del colosso americano hanno mostrato le console di gioco, inclusa una Xbox, ai funzionari britannici. E il presidente di un importante sindacato che Microsoft ha corteggiato ha parlato a nome dell’azienda alla Federal Trade Commission, ovviamente in termini positivi.
Microsoft sta cercando di spingere gli enti antitrust sparsi in tutto il mondo ad autorizzare l’acquisizione di Activision Blizzard King
Tutte queste azioni fanno parte di una campagna del colosso americano per contrastare l’intensificarsi dei controlli della sua acquisizione da 69 miliardi di dollari dell’editore di videogiochi Activision Blizzard, il più grande accordo di tecnologia di consumo da quando AOL ha acquistato Time Warner due decenni fa, e molto più grande del recente acquisto da 44 miliardi di dollari di Elon Musk di Twitter.
L’obiettivo dell’azienda di Redmond è infatti semplice: convincere i governi scettici di tutto il mondo ad approvare l’acquisizione. Sedici governi devono autorizzare l’acquisizione in questione, sottoponendo l’azienda americana alla maggior pressione normativa che abbia dovuto affrontare sin dalle battaglie antitrust degli anni ’90.
E in tre luoghi chiave – Stati Uniti, Unione Europea e Gran Bretagna – le autorità di regolamentazione hanno avviato approfondite revisioni, con la Commissione europea che ha dichiarato questo mese che stava aprendo un’indagine approfondita sull’accordo in questione.
Ma negli ultimi mesi i vari enti antitrust stanno mettendo i bastoni tra le ruote a Google, Meta, Amazon e Apple accusandole di monopoli, cercando di conseguenza di bloccare alcuni dei loro accordi minori. A luglio per esempio la F.T.C. ha citato in giudizio Meta, la società madre di Facebook, per impedirle di acquisire Within, una start-up di realtà virtuale. Il mese scorso, la Gran Bretagna ha costretto Meta a vendere Giphy, un database di immagini acquistato nel 2020 per 315 milioni di dollari.
E viste queste preoccupazioni, il presidente Smith ha affermato che Microsoft è disposta ad accettare formalmente di porre limiti alle sue pratiche commerciali per risolvere i problemi con gli enti antitrust. Ma la strada da percorrere per avere l’autorizzazione dell’acquazzone sembra lunga. Dei 16 governi che stanno esaminando l’accordo, solo l’Arabia Saudita e il Brasile l’hanno approvato.
Ottenere l’approvazione per l’acquisizione è fondamentale per Microsoft, visto che “il gaming è diventato la sua attività di consumo più importante“, superando i 15 miliardi di dollari di vendite annuali in gran parte sotto il marchio Xbox.
Anche Activision ha bisogno che l’acquisizione vada a buon fine. Era in difficoltà un anno fa, con un prezzo delle azioni in calo mentre si occupava di rivelazioni di cattiva condotta sessuale e disordini dei lavoratori. Diversi senatori hanno chiesto alla F.T.C. di esaminare da vicino l’impatto dell’acquisizione sui lavoratori.
Anche i Communications Workers of America, che si erano organizzati presso Activision, hanno pubblicamente messo in dubbio l’accordo. Con la CMA che ha espresso non poche preoccupazioni dato che la fusione della libreria di giochi di Activision con il cloud computing di MS darebbe al colosso americano “un vantaggio senza pari” rispetto ai concorrenti di giochi in streaming.
Vedremo quindi cosa accadrà in futuro in merito a questa acquisizione, con gli enti antitrust che forniranno la loro opinione in merito nel corso della prima metà del 2023.