Proprio in questi minuti il Consiglio amministrativo per la difesa economica (CADE) del Brasile ha dichiarato di aver approvato l’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft senza restrizioni. L’autorità di regolamentazione brasiliana è stata una delle prime a condividere pubblicamente la sua opinione in merito alla fusione in questione, il tutto dopo che nelle scorse settimane Sony, Ubisoft, Amazon, Google e tante altre compagnie si sono recate direttamente nel Paese per esprimere la propria opinione in merito a questa acquisizione.
L’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft è stata autorizzata in Brasile
Si tratta quindi del secondo ente antitrust che ha autorizzato la fusione di cui sopra, dopo che nel corso del mese di agosto l’Autorità generale per la concorrenza dell’Arabia Saudita, aveva rivelato di non avere “obiezioni” alla gigantesca proposta di acquisizione riguardante l’industria dei giochi.
CADE ha anche affermato quanto segue, alludendo probabilmente alle lamentele di Sony riguardo all’esclusività di Call of Duty:
“È importante sottolineare che l’obiettivo centrale delle attività di CADE sia la tutela della concorrenza come mezzo per promuovere il benessere dei consumatori brasiliani, e non la difesa degli interessi particolari di specifici concorrenti”
Archiviata questa importante novità, vi ricordiamo che la proposta acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft, a fronte di un in investimento da 68,7 miliardi di dollari, sia attualmente al vaglio delle autorità di regolamentazione di tutto il mondo, tra le quali non possiamo che citare la Federal Trade Commission (FTC) degli Stati Uniti, che potrebbe pronunciarsi sulla proposta di acquisizione entro la fine di novembre.
Nel frattempo, martedì l’autorità di regolamentazione della concorrenza del Regno Unito ha annunciato di aver fissato una scadenza al 1 marzo 2023 per pubblicare i risultati della sua indagine sull’accordo di cui sopra. In particolare, la Competition and Markets Authority (CMA) è preoccupata per l’impatto che l’accordo potrebbe avere sulla capacità di competere di PlayStation, con Call of Duty che ovviamente preoccupa e non poco la dirigenza del colosso giapponese.