Il futuro di Marathon, lo sparatutto PvP targato Bungie, appare oggi più incerto che mai. Secondo un nuovo report, Sony ha annullato tutti i piani di marketing a pagamento per il gioco, una mossa decisamente insolita per un titolo ad alto profilo. A rivelarlo è stato Colin Moriarty durante il podcast Sacred Symbols+, riportando informazioni provenienti da fonti vicine al team marketing di un importante mercato estero. Sebbene i motivi non siano stati chiariti ufficialmente, questa decisione alimenta forti sospetti su un possibile rinvio del lancio.
Già prima di questa notizia riportata da The Game Post, Marathon stava attraversando un periodo turbolento. Tutto è cominciato con un’accusa di plagio artistico: parte delle grafiche promozionali e degli asset di gioco erano apparentemente copiati da un artista indipendente, ANTIREAL. Bungie si è scusata pubblicamente e ha promesso una revisione completa dei materiali, ma la credibilità del progetto ne è uscita danneggiata.
Nel frattempo, l’ambiente di lavoro interno è descritto come tossico, con ex sviluppatori che parlano apertamente di leadership “umiliante” e decisioni imposte dall’alto, nonostante i ripetuti avvertimenti dei dipendenti. In particolare, le critiche si concentrano sull’insistenza nel puntare solo sul PvP, ignorando suggerimenti su modalità PvE più accessibili e apprezzate.
Il test Alpha chiuso ha ricevuto reazioni miste o negative, costringendo Bungie a rivedere i suoi piani: il lancio di una beta aperta è stato sostituito da test pubblici più limitati, e anche il via ai preordini previsto per giugno sarebbe stato posticipato. L’effetto domino sembra culminare ora nella sospensione delle campagne pubblicitarie, elemento chiave per sostenere la visibilità e il successo commerciale di un gioco così ambizioso.
Sebbene non ci siano annunci ufficiali né da parte di Bungie né di Sony, la somma degli eventi – dallo scandalo all’Alpha fallimentare, fino all’azzeramento del marketing – fa pensare che il rinvio sia ormai altamente probabile. La data di lancio del 2025 potrebbe slittare, mentre lo studio dovrà lavorare duramente per recuperare fiducia, coerenza creativa e soprattutto credibilità.