Videogiochi e cinema si sono, in un certo qual modo, sempre invidiati, ricercati, rincorsi, considerandosi l’uno agli occhi dell’altro come prodotti “arrivati”. Entrambi facevano la voce grossa ed entrambi mostravano gli addominali da struzzo, inveendo a vicenda su chi veniva prima tra l’uovo e la gallina. Insomma, parlare di videogiochi e cinema è stata per anni un’impresa, fino a quest’anno, il 2021, dove qualcosa a lungo covato è scattato. Recentemente il videogioco è diventato quasi realtà come un film, grazie ai registi, al lavoro di team esperti e alla concentrazione messa su inquadrature incisive e realismo sempre più sfrenato. Le compagnie che lavorano nel cinema incredibilmente, sentendo l’esigenza di un mercato simile, investono anche nella produzione di videogiochi , mentre attori interpretano e doppiano personaggi che si muovono su schermo, teatri di posa ospitano produzioni videoludiche e la musica, come sempre, accompagna entrambi da anni. E’ nata quindi una certa interconnessione (in realtà da sempre esistente) a livello di mercato tra videogiochi e cinema, o meglio, serie televisive. Forse per trovare qualcosa di nuovo da raccontare o forse per l’interesse che si sviluppa attorno ai primi e ai loro grandi numeri nelle vendite, forse perchè è la tendenza del momento: abbiamo avuto buoni esempi di serie che sono state tratte da videogiochi famosi con risultati meravigliosi, o addirittura di videogiochi che tramite l’Unreal Engine sono indistinguibili dalla realtà. Ve ne presentiamo qualche esempio in questo nostro speciale sull’intermedialità, che vi parla della seconda stagione di The Witcher S2, Arcane e Matrix Awakens!
The Witcher S2
Iniziamo col leone d’oro di questi anni: la serie TV targata Netflix è rimasta a lungo tra i prodotti più visti, tra la fine del 2019 e i primi mesi del 2020, e adesso è arrivata la seconda stagione che promette risultati ancora più promettenti.
Breve recap: La storia di The Witcher nasce con la serie di libri (1990) dedicati alle avventure di Geralt di Rivia firmata dallo scrittore polacco Andrzej Sapkowski, consta di due raccolte di racconti e sei romanzi, il cui ultimo è uscito nel 2013 in Polonia (nel 2016 in Italia), narrando delle vicende dello strigo Geralt e del suo legame indissolubile e fondamentale per il destino del mondo con la giovane Ciri. Nel 2007 poi avviene la transizione videoludica: il team di sviluppo polacco CD Projekt RED pubblica il videogioco di The Witcher, primo di una trilogia. GDR open world pieno di segreti e side quest, il terzo capitolo è stato in grado di vincere l’ambito premio di Game of the Year nel 2015. Dal punto di vista della trama, tuttavia, le connessioni con i libri non sono molte: la trilogia di CDPR è un sequel non-canonico dei romanzi.
Si arriva quindi allo show televisivo: lo show nella prima stagione ci ha mostrato una versione televisiva di alcuni dei racconti delle prime due raccolte di libri, senza alcun riferimento alla saga videoludica che giustamente è postuma alla saga dei libri. In The Witcher S2 è ancora più percepibile la volontà di citare i videogiochi in quanto ad aspetto dei personaggi principali e alla costumistica, che ormai hanno fatto breccia negli spettatori permettendogli di collegare subito l’aspetto di un personaggio al suo posto nella trama, ma il prodotto televisivo segue (più o meno) quanto visto nei libri di Sapkowski, a volte aggiungendo alla storia principale scene che nei libri si sono svolte molto prima o molto dopo la venuta di Ciri, facendo un mescolotto funzionale ad una trasposizione seriale. Funzionerà? Piacerà? Si vedrà. Dopo The Witcher S2, passiamo a Matrix e ad Arcane.
Matrix Awakens
Il volto di Keanu Reeves all’inizio della nuova demo Matrix Awakens (Il Risveglio nella versione italiana), mostrata in occasione dei The Game Awards 2021, è il punto più vicino al fotorealismo che abbiamo mai avuto con un’esperienza calcolata in tempo reale dall’ Unreal Engine 5. Matrix Il Risveglio è una demo tecnica preparata da Epic Games, che tutti i possessori di PlayStation 5 e di Xbox Series X o S possono scaricare fin da subito.
Epic ha voluto preparare un buon segmento di mondo di gioco, non limitandosi al filmato introduttivo , con sequenze di gameplay e interazioni per una durata di 10 minuti circa. Le espressioni dei volti sono così eccezionali grazie alla scansione digitale di Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss, ricostruiti poi su misura – mentre MetaHuman di Unreal Engine 5 gestisce in toto le animazioni. La resa è praticamente quella di un film, ed il fatto che a breve esca proprio il nuovo prodotto firmato Lana Wachowski fa pensare: in un futuro, forse nemmeno tanto lontano, l’esperienza videoludica potrebbe sostituirsi a quella cinematografica? Magari no (grazie ai punti forti di ognuno di questi media), ma di sicuro il mercato cinematografico sa dove ritrovare il vigore e la forza che sembravano essersi persi negli ultimi anni, potendo attingere a questa nuova gamma di storie e interazioni su cui milioni e milioni di giocatori mettono mani ogni giorno, e che non vedono l’ora di vedere il loro paladino riconosciuto al pubblico – anche solo per il piacere di poterne parlare con la nonna o la mamma senza che li prendano per pazzi. Tant’è vero che si sentono rumors su una possibile serie basata su Mass Effect, l’opera magna della fantascienza in formato videogioco, senza che la cosa ci scomponga più di tanto.
La demo tecnica di The Matrix Awakens un messaggio ce l’ha lanciato, ben chiaro: il distacco fra i videogiochi e i film sarà sempre più corto da qui in avanti. Nel prossimo futuro l’Unreal Engine 5 potrà forse spezzare il sottile filo che lega i due mezzi, potenzialmente sovrapponendoli o ribaltando completamente il loro rapporto, che per ora è stato di sudditanza, parlando di videogame. Dopo aver parlato di The Witcher S2 e Matrix, è impossibile non citare l’ultimo prodotto di successo, Arcane.
Arcane
Arcane ha dimostrato per la prima volta quanto i videogiochi se la possano cavare bene anche fuori dalla loro arena, dal loro parco giochi, assieme a prodotti come The Witcher e Castlevania e senza offrirci imbarazzanti trasposizioni come accaduto a Monster Hunter. Arcane a ben pensarci è stato un vero proprio evento con cui Riot Games ha voluto lanciare il suo più celebre prodotto, League of Legends, rendendolo disponibile in un formato che anche i non-giocatori possono fuire liberamente. Arcane è un capolavoro di regia, animazione, colonna sonora, montaggio e scrittura prodotto dalla Fortiche Productions, lo studio di animazione francese autore di questa e molte altre serie, su cui la Riot si appoggia anche per i suoi numerosi video sulle performance musicali. Il team è in grado di mescolare sapientemente animazione 2D, 3D, render ed effetti più old-school.
Arcane prende il mondo ed i personaggi di League of Legends e, senza farsi schiacciare da narrazioni che lo precedono all’interno del gioco, prende il topoi del fantasy per raccontare qualcosa reale e attuale. La cosa meravigliosa è che non serve conoscere niente del mondo di Runeterra, per godersi la storia di Arcane, grazie alla sua solidità. E chi già lo gioca ne può godere tanto quanto gli altri, divertendosi a trovare ogni easter egg lasciato agli abili occhi dei giocatori più scafati. La colonna sonora si è fatta protagonista durante i The Game Awards con le canzoni più famose della serie Netflix, “Enemy” degli Imagine Dragons e “What Coul Have Been” di Sting, e questo ci rimanda all’importanza e all’interconnessione tra i vari media: i giochi stanno prendendo peso, la cultura cinematografica più che deprecarli ormai si affida a loro anche grazie agli effetti speciali e agli studi specializzati in animazione 3D; perfino la musica, che ha sempre collaborato con entrambi questi prodotti, ora si fa portatrice di quelli che non sono più di nicchia, ma ricercati e addirittura adorati dal pubblico. Fino a quanto ancora esisterà questo tipo di intermedialità? Quando il videogioco deciderà di abbattere i suoi confini e assorbire (magari non totalmente, ma in larghissima parte) i prodotti di un medium che l’ha sempre “odiato”? O forse sarà il cinema a piegarsi, con tutti i suoi prodotti di serie e streaming, al potenziale infinito che un videogioco ben elaborato può portare allo spettatore. Al momento l’ago della bilancia si sta lentamente spostando, dobbiamo solo aspettare per vedere da che parte cadrà.